"Avere una visione sul turismo e sul futuro di Lucca che tenga dentro tutti, residente e turisti, si può. L'unica strada da percorrere per costruire questo equilibrio passa dal rendere il turismo una possibilità diffusa, non a beneficio di pochi, senza snaturare o impoverire le città, puntando sulle persone. Servono politiche comunali coraggiose, in grado di affrontare nella sostanza il problema: Lucca non può permettersi di perdere altro tempo".
A dirlo è la segreteria comunale del Partito Democratico di Lucca, che interviene sul tema del turismo e sulle visioni e le prospettive future per la città.
"Da due anni l'attuale amministrazione comunale, in particolare l'assessore al turismo Remo Santini, marcia su ogni dato, evento o numero come se si trattasse di un successo incalcolabile, a conferma di una crescita turistica inarrestabile e positiva e per questo incrementabile all'infinito. E da due anni, come Partito Democratico, segnaliamo la necessità di affrontare l'argomento prima che sia troppo tardi. Il turismo non è solo una questione di quantità e non è possibile amministrare una città complessa come Lucca spinti dall'ingordigia dei numeri che salgono, sacrificando ciò che la città è: un luogo fatto di persone, che qui vivono, lavorano, studiano, crescono".
"L'assessore Santini ha sempre minimizzato, traducendo tutto con un banale 'non vedo persone dormire sugli scalini', come se fosse necessario arrivare al punto di non ritorno per avviare una riflessione sul futuro della città. Santini è lo stesso che oggi propone gli Stati generali del turismo ed è lo stesso che due settimane fa rassicurava - intervistato da La Nazione - che 'Lucca non è toccata da questo fenomeno (l'overtourism), qui non ci sono problemi'. Al di là delle contraddizioni, la sensazione è che anche gli Stati generali si trasformeranno in un'ennesima passerella, con buona pace della necessità di programmare politiche turistiche sostenibili. Ancora una volta le parole e le azioni della giunta Pardini denotano la totale assenza di una visione sul turismo (come su tutto il resto) e sull'urgenza di trovare un equilibrio tra residenti e turisti, per vivere - tutti - meglio".
"L'idea per cui il successo turistico si misura solo con l'aumento degli arrivi - continuano ancora dalla segreteria del Pd Lucca - è superata. Negli ultimi anni, nel resto del mondo e anche in alcune città e regioni italiane, si è iniziato a parlare di qualità della vita come fattore da prendere in considerazione anche per determinare e caratterizzare un'offerta turistica più improntata sulla tenuta nel lungo periodo: una visione che non ha ricadute positive solo sui residenti, ma anche sui turisti, cioè sulla comunità di persone che decide di abitare e vivere la nostra città, sia in modo stanziale o in modo temporaneo. Tutto il contrario, quindi, della visione della giunta Pardini che si limita al concetto secondo cui 'tanti turisti uguale tanti soldi".
"È proprio la qualità della vita delle persone (compresi i turisti che scelgono Lucca) ciò che fa la differenza: non occuparsene, significa abbandonare Lucca a una serie di forme di degrado ambientale che, alla lunga e nel tempo, rendono invivibile e poco appetibile la città stessa. Dal caro-affitti che porta i cittadini ad allontanarsi all'effetto "città-vetrina", dalla scomparsa di funzioni, attività lavorative e commerciali diversificate, soppiantate quasi esclusivamente da attività di somministrazione (cibo, bevande e gadget)), dalla tenuta complessiva della cura e del decoro di un contesto urbano: non gestire gli affitti brevi e turistici, con tutto quello che ne consegue anche in un'ottica di politiche sociali e inclusive, sostenibilità ambientale, sicurezza e quindi futuro della nostra stessa città, potrebbe causare un danno irreversibile".
"Ma non è tutto: il sovraffollamento turistico rischia di avere conseguenze negative anche per i professionisti del settore, più esposti a lavoro nero e salari da fame. Se da un lato gli operatori turistici hanno bisogno di regolarità per avere un profitto, grazie anche a una maggiore programmazione, dall'altro è necessario imparare a bilanciare i flussi. Per farlo occorre smettere di concepire il turismo in modo passivo, subendo ogni decisione e ogni scelta, senza provare neppure a governarla. La domanda a cui le realtà territoriali - a partire dall'amministrazione comunale - dovranno rispondere nei prossimi anni non è quanto, ma quale tipo di turismo: l'overtourism funziona solo nel breve periodo, ma nel lungo tempo porta a impoverimento, il sovraffollamento turistico è un costo, perché privilegia un turismo di massa, che è veloce e rapido, non rimane sul territorio ma piuttosto lo consuma. Ed è qui che si inserisce l'urgenza di aprire una riflessione completa, trasversale, dal basso, che unisca tutti coloro che sono direttamente e indirettamente coinvolti e toccati dalle politiche turistiche. Si può pensare a un'offerta turistica più diffusa, che valorizzi tutto quello che è intorno a Lucca con una programmazione reale e prolungata anche con gli altri Comuni della Piana e non solo, visto che proprio Lucca dal 2019 è ente responsabile per quanto riguarda l'ambito turistico Piana di Lucca e in quanto tale dovrebbe gestire accoglienza e informazione turistica per la valorizzazione di tutto questo territorio. Sul versante dei cittadini, si può pensare a una redistribuzione dei costi e dei benefici, introducendo anche incentivi per i nuovi residenti, in virtù proprio della loro appartenenza al territorio".
"Lucca non è stata scoperta in questi ultimi due anni e ovunque in Italia si vive una crescita turistica incredibile, determinata dall'effetto post Covid - conclude la nota del Pd Lucca -. Usare il turismo per fortificare il proprio consenso può avere effetti devastanti. Lucca deve essere preservata e rilanciata per la sua qualità migliore, che è proprio l'essenza stessa della città: la dimensione umana, senza lo stress delle grandi città, senza la spersonalizzazione dei luoghi piegati solo a ciò che il turista chiede e vuole. Chi amministra dovrebbe avere la grande responsabilità di condividere con i residenti le strategie che si vogliono intraprendere e la grande ambizione di proporre un nuovo modo di organizzare l'offerta turistica, facendo respirare la città stessa, in cui il protagonismo della comunità locale impedisca che il turismo diventi da attività economica a fenomeno di depauperamento culturale e ambientale".