“Una legge sbagliata e pericolosa, che ci riporta indietro a prima dell’unità d’Italia”: queste le parole usate dal segretario provinciale della Cgil di Lucca Fabrizio Simonetti in relazione alla legge Calderoli sull’autonomia differenziata, nel corso della conferenza stampa di presentazione della campagna di raccolta firme contro la stessa promossa da numerosi partiti, associazioni e organizzazioni.
“Anche a Lucca si è costituito un coordinamento per la raccolta firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata- ha dichiarato infatti Simonetti- Dando alle regioni la possibilità di fare le proprie leggi, potenzialmente tutte differenti dalle altre, si frantuma l’unità nazionale per quanto riguarda tutta una serie di argomenti, primi fra tutti i rapporti internazionali, per cui si scade quasi nel ridicolo: in un mondo globalizzato, in cui ci si confronta tra grandissimi soggetti, l’idea che una singola regione possa fare accordi direttamente con gli altri stati è fuori dalla realtà”.
Svariati sono gli ambiti, apparentemente più “minuti” e locali, che la legge andrebbe a impattare: la sicurezza sul lavoro, l’istruzione, le professioni, la ricerca scientifica, la salute, protezione civile, porti e aeroporti, infrastrutture, distribuzione dell’energia elettrica e altri ancora. E, secondo associazioni e partiti promotori della raccolta firme, i vantaggi promessi dalla legge sarebbero illusori.
“Non è vero nemmeno che grazie a questo disegno staranno meglio i cittadini del nord: frantumando l’erogazione di servizi essenziali per il cittadino come questi è evidente che si crea una situazione in cui l’aumento della burocrazia e della mancanza di certezza nelle norme creano dei problemi; ad esempio, se un’azienda estera che investe in Italia si trova a studiare 20 diversi regolamenti per la stessa cosa è ovvio che non viene più nessuno- ha spiegato ancora il segretario provinciale- In un futuro auspicabile si dovrebbe andare verso una maggiore integrazione delle regioni italiane, ma anche dei paesi d’Europa: un’Europa che dovrebbe avere anche politicamente maggior importanza e che, come fu prevista dai padri costituenti e immaginata dai cittadini che l’accolsero entusiasticamente, sia in grado di diffondere la pace e di migliorare le condizioni di vita di chi è più indietro”.
L’appello ai cittadini è quindi quello di agire attraverso lo strumento del referendum per abrogare la legge e dare un futuro migliore e più inclusivo alle prossime generazioni; appello condiviso ed echeggiato dagli altri rappresentanti di associazioni e organizzazioni partecipanti, come Massimiliano Bindocci (segretario generale UIL Toscana Nord) e Giulio Strambi (segretario della federazione di Lucca di Rifondazione Comunista).
“Quello che è importante è che nasce a Lucca un comitato eterogeneo, un insieme di forze politiche, associative e sindacali che forse avrebbero opinioni diverse su una legge alternativa, ma che sono unite nella battaglia per la salvaguardia dei principi che ci accomunano, ben rappresentati nella costituzione- ha dichiarato Daniele Bianucci, capogruppo di Sinistra Con in consiglio comunale- Si tratta di un dato politico importante, perché non è così in tutte le città”. Lo stesso elogio a quest’unità di valori e intenti è stato espresso da Francesco Battistini (segreteria regionale del PD), Luigi Lippi (presidente Anpi Capannori) e Alberto Pellicci (Alleanza Verdi Sinistra).
“Crediamo che sia l’occasione anche per ricreare una struttura dell’antifascismo, di organizzazioni e partiti antifascisti, per rivedere certe posizioni passate: noi ci poniamo come garanti del patrimonio partigiano, che è la costituzione, e riteniamo che sia stato pericoloso e sbagliato averla modificata con superficialità. Ma questa è una polemica del passato: ora dobbiamo cogliere l’occasione per creare nuove politiche condivise nell’interesse e nella tutela dei principi fondanti della costituzione. Ci sono delle differenze, ma ciò che ci unisce è più forte- è intervenuto anche Romano Zipolini, presidente Anpi Lucca- Bisogna anche capire e spiegare che questa riforma è una riforma al ribasso, che porterà all’impoverimento: non saranno le regioni con meno risorse a seguire quelle che ne hanno di più, ma il contrario, perché ci sarà un gioco al ribasso su salari, giustizia, sanità e scuola, che si tutelano solo tutelando l’opposizione totale a questa riforma”.
Ci sono 70 giorni per raccogliere 500 mila firme: sarà possibile firmare sia online, tramite Spid, che a svariati banchetti presso le sedi di sindacati e associazioni, ma anche nei luoghi di vacanza, davanti agli ospedali e presso i luoghi di lavoro.