Uno striscione appeso al banco del rappresentante del Movimento 5 Stelle, Bindocci, attaccato da lui stesso e portato via dai vigili urbani: il tutto prima ancora che il consiglio cominci. Basta questo a far capire, per chi si appresta a seguire il consiglio comunale sull'Ex manifattura Tabacchi, un consiglio consiglio comunale aperto richiesto dai gruppi di minoranza, per capire come il pomeriggio presso Palazzo Santini si rivelerà particolarmente movimentato.
Lo striscione di Bindocci: "Le mura non sono in vendita" viene attaccato al banco del consigliere comunale del M5S. Consigliere che, richiamato dalla presidenza, non ha rimosso lo striscione e, quindi, è stato necessario l'intervento della polizia municipale.
"Abbiamo deliberatamente voluto esporre uno striscione - ha spiegato Massimiliano Bindocci - perché la richiesta di Coima e Fondazione Cassa di Risparmio di fare un’operazione immobiliare che prevedesse la concessione per 50 anni di un baluardo delle mura era una richiesta scandalosa ed inaccettabile. Il fatto che venga dalla fondazione che conosce bene la città e che ha un ottimo rapporto con il sindaco (come è emerso in consiglio) faceva capire che c’era la benedizione della maggioranza, era evidente che si trattasse di un affidamento. Ci hanno provato. Ma hanno dovuto fare marcia indietro su questo punto. E questo punto è grazie alle proteste nostre e di gran parte dea città. Le Mura sono dei lucchesi e non possono diventare la resede di qualche operazione immobiliare. Poiché dunque trattavasi di provocazione inaccettabile si meritava una risposta chiara ed inequivocabile. Le Mura non sono in vendita. Restano poi una serie di riserve nel merito e nel metodo, restano le ombre di conflitti di interessi e di poca chiarezza, ma su questi torneremo nei prossimi giorni con un comunicato insieme agli altri gruppi consiliari che hanno a cuore le Mura di Lucca e la città, e con il Consiglio Comunale straordinario che abbiamo chiesto insieme alle forze dell’opposizione".
A margine si rileva come le norme CoVid vengano rispettate alla perfezione, anche a costo di scelte discutibili: chi entra nel palazzo del comune deve lasciare nome e numero di telefono in portineria, a meno che non sia consigliere comunale o ospite dell'assemblea. Esser giornalisti, ormai, non vale più niente: lo dimostra il fatto che la stampa viene invitata ad assistere alla seduta del consiglio dalla sala antistante l'aula, per non creare assembramenti. "Possono entrare solo un numero massimo di persone" spiega una solerte impiegata comunale. Gli invitati. La stampa, evidentemente, non è così necessaria.
Nel corso del dibattito emerge come siano due le figure a spiccare sugli alti. Il sindaco Tambellini ed il presidente della Fondazione, Bertocchini. Entrambi fortemente favorevoli al progetto, entrambi si rivolgono all'assemblea, ostentano disprezzo verso chiunque provi a dire qualcosa contro quanto proposto dalla fondazione e sostenuto dal comune. Così facendo le critiche diventano 'bla bla bla' (Tambellini) e la Fondazione, che opera "per amore di Lucca e non per interesse personale"(Bertocchini), ricorda tanto quei capitani coraggiosi che dovevano salvare una compagnia aerea dall'ineluttabile fallimento. Sappiamo tutti come andò a finire.