La cerimonia d’insediamento di Donald Trump in occasione del suo 2° mandato – intervallato da Sleeping Joe Biden – ha lasciato strascichi in cui c’è stato chi ha voluto privilegiare l’aspetto comico, che forse tale è stato anche volutamente. Ho atteso e pensato, perché credo vi sia altro da dire, oltre alle critiche a chi c’è andato dall’Europa, a cosa ci si è messi sulla testa e alle pretese imperialiste che non si era abituati ad ascoltare.
Prima di tutto Trump è un grande conservatore, e non riesco a capire cosa si pensasse potesse dire.
Ovvio che voglia allontanare quegl’immigrati che danno problemi, credo lo voglia anche gran parte dei conservatori italiani. Possiamo discutere se sia giusto o meno, ma non poteva dire altro.
Ovvio voglia uscire da questa spirale woke che punta a nascondere la storia. Come è possibile cancellare Cristoforo Colombo solo perché dopo il suo arrivo nelle Americhe è iniziato sfruttamento dei nativi? Se si contestualizza c’è poco da fare: allora il mondo girava così. Europei e arabi si davano una mano a raccattare schiavi in Africa e nel resto del mondo, e i musulmani – barbareschi e ottomani – ne catturavano a mazzi anche nel Mediterraneo. Cancellare la storia non è mai bene, perché non consente di capire come si sia arrivati ad essere quel che si è. A meno che non sia questo l’obbiettivo, e allora mi preoccupo di più.
E che male c’è che ci sia andata la Meloni, unica invitata del vecchio continente? Saremmo per questo servi degli Stati Uniti? Ragioniamo al contrario: ce la vedete un’Italia capace di percorrere in autonomia una sua via nel contesto delle grandi potenze? Uno ci ha provato, per carità, i suoi treni non ritardavano, come invece accade a quelli degli on. Meloni e Salvini, ma poi se li è fatti distruggere insieme a rotaie, stazioni e qualche altra cosa. Conviene?
Pensiamo, fra l’altro, che a breve ci sarà pure da ricostruire l’Ucraina: vogliamo plaudire allo splendido accordo di Giuseppì e Draghi, che ci hanno proposti, noi italici figli, quali ricostruttori del Dombass? Quello, cioè, che sicuramente l’occidente non ricostruirà. Non è meglio camminare sull’onda trumpiana e magari far affari credibili, in zone ove l’occidente potrà andare davvero?
Vogliam parlare di dazi? Dobbiamo pedalare al fianco di Francia e Germania, che ci snobbano come sempre hanno fatto, o cercare una via privilegiata di alleanza economica con gli States, il paese anglosassone che – al netto di tutto ciò che si vuole – è sempre stato meglio disposto verso l’Italia di britannici e resto del Commonwealth? Se non altro per la forte colonia d’origine italica che ha da loro stabilito dimora da generazioni? Il nostro commercio vive di States.
Vogliamo ricordare – visto che donn(ett)a Cecilia Sala l’ha dimenticato, ma questo può capitare – i tempi degni di Giulio Cesare, celebre per il “Veni-Vidi-Vici!”, che la Meloni ha impiegato per riportarla a casa? Pensiamo ai prodigiosi risultati diplomatici di chi c’era al tempo dei marò, il salvifico Monti, che li ha pure restituiti quand’erano tornati in Italia. Oachi pagava bande di terroristi per restituirci Si mona & Simona, la Sgrena etc.?
Insomma, la politica si basa sulla convenienza, ma a volte richiede coerenza. Con le destre che crescono in Europa, con certi governi che hanno osteggiato Trump e la sua rielezione, la premier Meloni – che non ha avversato Trump durante la sua campagna elettorale – si deve schierare con una von der Leyen che non pensa agli interessi italiani? E continuerà a non cercare di fare gl’interessi della nostra Patria? Soprattutto se Trump è ideologicamente più affine al modo di FdI d’intendere il mondo.
Siamo realisti! Al netto di attentati, Trump per 4 anni governerà una superpotenza, ci conviene metterci seriamente a lavorare con lui, e trarne anche vantaggi – visto che Cina e Russia non son prodighi di dividendi – o andarcene in un centro sociale e darci all’opposiuzione?
Trump forever?
Scritto da carmelo burgio
Politica
23 Gennaio 2025
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