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Scritto da Redazione
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23 Giugno 2020

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento, decisamente amaro e pieno di sconforto, inviatoci da un imprenditore che ha provato, inutilmente, ad avvalersi di un servizio pubblico: che ne pensano a palazzo Orsetti?:

Ci vuole pazienza, lo so. Ce ne vuole tanta, perché “siamo nel sociale”. Ma, vien fatto di domandarti: “E' pur sempre un ufficio, ancorché pubblico, che deve svolgere una qualche funzione e fornire un servizio alla cittadinanza”. Ci sarà pure qualcuno che misura l’efficienza del servizio reso….. “ 

Questo mi chiedevo stamani, al terzo tentativo del rinnovo della carta d’identità. Ma anche stamani siamo stati sfortunati. 

Vengo ai fatti: sta per scadermi la carta d’identità, sono un agente di assicurazioni, presto fideiussioni ed ho spesso la necessità di fornire garanzie per conto dei miei clienti che vengono accompagnate da una carta d’identità quale documento di riconoscimento, e, a volte anche l’autentica notarile. Dal momento che la mia vecchia carta (ancora nel vecchio formato di cartoncino) si era ormai divisa in due pezzi, un pubblico ufficiale (polizia stradale) amichevolmente mi aveva pregato di rinnovare la carta prima possibile… 

Visto che oltretutto stava per scadere mi rivolgo all’ufficio anagrafe del comune di Lucca (in fondo a via San Paolino) per il rinnovo, ma siamo in tempi di Covid ed il lockdown, ormai terminato per il settore privato, permane, a mo’ di garanzia aggiuntiva, in alcuni uffici pubblici, per cui mi viene richiesto un appuntamento. Che mi viene concesso dopo 22 giorni dalla richiesta! Per fortuna, mi dico, che mi ero rifatto per tempo…. Ma il giorno stabilito, l’addetta a me destinata, è assente per malattia, e la sostituta, pur gentilmente, mi ricorda che sono quasi le 13 e che deve andare al mare e che non mi aveva considerato…. Vabbè, penso, sono cose che capitano… provvedo a  ripropormi per un nuovo appuntamento e dopo svariate telefonate tutte senza risposta,  per eccesso di traffico, riesco  a fissare un nuovo appuntamento per stamani (23/06/2020) alle 9 di mattina. 

Presentatomi puntualmente, trovo un assembramento davanti alla porta (poi si stigmatizza il comportamento dei ragazzi in città…. Tse!): “Ma io ho l’appuntamento, mi dico” e provo ad entrare: una signora, con fare sgarbato mi ricorda che l’ufficio apre alle 9 ed io a mia volta le ricordo che sono ormai le 9,15. Mi ricaccia fuori dall’ufficio dicendomi che chiamerà lei il nominativo  e solo allora ci potremo presentare davanti al funzionario preposto. Passano altri 10 minuti, l’assembramento “ingrossa” come il malcontento e finalmente, dopo l’ennesima richiesta garbata da parte di una cittadina (peraltro visibilmente in stato interessante) esce la motivazione del ritardo: “il sistema è bloccato” e non sappiamo quando ripartirà. Mi siedo sugli scalini, paziento per oltre un’ora, fino alle 10,30 e poi suono di nuovo alla porta a vetri: la signora, sempre la stessa, mi conferma che il sistema non è ripartito, gli impiegati dentro se la fumano tranquillamente, e che non mi potranno far entrare se non metto la mascherina… "Questo lo so, rispondo. E tiro fuori la mascherina dalla tasca. Quello che non so è se e quando riuscirò ad avere la mia nuova carta di credito”. Verso le 11, come quasi tutti gli altri, me ne torno in ufficio, provando a più riprese, a fissare un altro appuntamento per la ormai agognata carta di identità. Invano. Nessuno risponde ed un risponditore automatico a mo’ di refrain mi dice che tutti gli addetti sono occupati e non possono rispondere. Occupati a fare cosa? Mi vien da ridere… 

Poco prima delle 13 riesco a farmi rispondere da un’”addetta” (nessuno si qualifica e non riesco nemmeno a dare un nome al mio dolore…..) che mi segnala che il primo appuntamento libero è per il 2 luglio prossimo tra 9 giorni e che non hanno nessun “buco” prima. Mi ricorda che posso sempre usare la patente come documento d’identità ma la carta, obietto, mi serve per autenticare la firma di fronte ad un notaio” e lei mi ribatte “Mi spiace, non so come aiutarla”. Le chiedo se coloro che non hanno potuto avere accesso per blocco del sistema non hanno una qualche “prelazione”, ma la signora dall’altro capo del telefono ha ormai le sinapsi interrotte e l’unica difesa che mi rimane e dirle: “Signora: vorrà dire che ci leggeremo sul giornale da domani”. 

Concludo: è vero che ci vuole pazienza. È vero che il rinnovo della carta d’identità è ormai un’avventura per me (anche lo scorso rinnovo è stato un calvario simile) ma è anche vero che un qualche minimo servizio pubblico dovranno pur restituirlo alla comunità cittadina anche solo per giustificare quello che per loro è scontato (il 27 di ogni mese) e che per noi privati, diventa ogni giorno più aleatorio.

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