Appello per il restauro del monumento di Dante Alighieri, posto presso il Passo omonimo dei Monti Pisani, località S. Maria del Giudice.
Come già è stato ampiamente ricordato il prossimo anno, 2021, ricorreranno i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, avvenuta nel settembre del 1321, per aver contratto la malaria durante l’attraversamento delle Valli di Comacchio, di ritorno da Venezia dove aveva prestato i propri uffici per conto di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna.
Nella Divina Commedia Lucca è più volte ricordata in particolare nell’Inferno quando Dante incontra “Alessio Interminei” nella Bolgia degli adulatori condannati a stare immersi nello sterco:
“già t’ho veduto coi capelli asciutti
e se’ Alessio Interminei da Lucca:
però t’adocchio più che li altri tutti”.
Poi ancora nell’Inferno, sempre in Malebolge, precisamente in quella dei barattieri: dove Dante parla diffusamente della nostra città attribuendone una particolare vocazione a commettere questo peccato. Ed è un diavolo che così si rivolge ai suoi “colleghi”, mentre lancia nella pece (pena prevista per questi peccatori), un peccatore che porta sulle proprie spalle:
……………….. "O Malebranche,
ecco un de li anzïan di Santa Zita!
Mettetel sotto, ch'i' torno per anche
a quella terra, che n’è ben fornita:
ogn’uom v’è barattier, fuor che Bonturo;
del no, per li denar, vi si fa ita".
Poi nel Purgatorio, sulla cornice dei golosi Dante incontra il poeta lucchese Bonagiunta Urbicciani che ricorda al viaggiatore ultramondano il suo soggiorno a Lucca durante l’esilio, probabilmente ospite di una giovane donna: “Gentucca…. «Femmina è nata, e non porta ancor benda»
Ma come fa chi guarda e poi s'apprezza
più d'un che d'altro, fei a quel da Lucca,
che più parea di me aver contezza.
El mormorava; e non so che «Gentucca»
sentiv' io là, ov' el sentia la piaga
de la giustizia che sì li pilucca.
«O anima», diss' io, «che par sì vaga
di parlar meco, fa sì ch'io t'intenda,
e te e me col tuo parlare appaga».
«Femmina è nata, e non porta ancor benda»,
cominciò el, «che ti farà piacere
la mia città, come ch'om la riprenda.
Tornando all’Inferno e precisamente al Canto XXXIII, quello del Conte Ugolino, questi nel sogno premonitore della sua tragica ed efferata fine pronuncia il famoso verso, riferito alla catena dei Monti Pisani:
per che i Pisan veder Lucca non ponno.
E proprio in virtù di questo verso nel 1921, in occasione dei 600 anni dalla morte dell’Alighieri, fu eretto sui Monti Pisani, nel luogo chiamato Passo di Dante, un busto del Sommo Poeta.
Tale monumento, come si può vedere anche dalle immagini, avrebbe la necessità di essere sottoposto ad ampio restauro e l’occasione dell’anniversario del prossimo anno mi spinge di proporlo in forma di appello, rivolto in particolare al Comune di Lucca e ad altri Enti e Istituzioni sensibili alla memoria di Dante e ai suoi legami con la nostra città, anche se nella Commedia, come del resto per altre città (per non dire dell’intera Italia: “Ai serva Italia di dolore ostello….”), Lucca non sempre è trattata benevolmente.