La storia di Mario è davvero particolare e paradossale. L'8 settembre 2019 perdeva il controllo della propria autovettura scontrandosi con un veicolo sul quale si trovava un altro ragazzo, quest'ultimo perse la vita. Sono incidenti e disgrazie, purtroppo accadono e sono macigni per tutti i coinvolti. Mario miracolosamente sopravvissuto - ma in gravi condizioni - veniva condotto all'ospedale di Elias in terapia intensiva, in continuo peggioramento. Una volta stabilizzatosi, la famiglia decideva di trasferirlo presso una struttura italiana ricoverandolo per le cure. Da allora si trova in Italia. Il tribunale di Bucarest emetteva un mandato di arresto europeo per il reato di omicidio stradale, con l'estradizione. Le autorità italiane si attivarono per la notifica, ma il procuratore generale chiedeva alla Corte di appello di Milano di non adottare alcuna misura cautelare in considerazione del grave stato psico-fisico del soggetto. Il 19 giugno 2020 il procuratore generale chiedeva alla Corte d'Appello di disporre un accertamento peritale sulle condizioni psico-fisiche di Mario. Le autorità giudiziarie italiane, con periti diversi nell'arco di tre anni , facevano 5 accertamenti peritali dai quali emergeva che il ragazzo è una persona non in grado di partecipare al processo per deficitarietà della capacità di pianificazione/decisione, giudizio e valutazione delle conseguenze, accompagnate da difficoltà di concentrazione e ritenzione di materiale nuovo. Tale condizione non appare, allo stato delle attuali conoscenze mediche, potersi giovare di modificazioni positive (e sono presenti aspetti prognosticamente negativi) tali da restituire capacità di stare in giudizio, risultando quindi ad oggi non reversibile. L'Italia ha negato l'estradizione perché irreversibile e non capace di stare in giudizio. La Romania non ha mai accettato le perizie – addirittura dicendo fossero false – Un insulto alla nostra giustizia! Ha portato avanti lo stesso un processo di un disabile psichiatrico in contumacia, violando qualsiasi diritto umano e condannandolo a 15 anni di carcere. La giustizia rumena, sicuramente per colpire il padre, continua a portare avanti un processo mediatico, in cui sostiene che Mario è latitante in ottima salute, mentre attualmente è ricoverato in Italia presso una struttura.
Dal Pakistan arriva un primo ok all'estradizione di Shabbar Abbas, il padre di Saman, la giovane uccisa a Novellara. La decisione dei giudici del Pakistan dovrà essere valutata dal Ministero dell'Interno. Lei nel processo è parte civile, avvocato del fidanzato Saqib Ayoub. Siamo a una svolta?
I giudici Pakistani di primo grado hanno dato l'ok all'estradizione, ma Shabbar adesso può ricorrere in appello. Io credo che in Italia non lo vedremo mai. Il processo di primo grado in Italia dovrebbe concludersi nel mese di ottobre. Nel frattempo Saqib è diventato parte integrante della mia famiglia, di fatto è come se lo avessi adottato, dopo tre anni grazie all'interessamento di Palazzo Chigi siamo riusciti a portare in Italia la sua famiglia minacciata di morte in Pakistan.
Lei è consulente della famiglia Venturelli, da oltre 33 mesi non si hanno notizie di Alessandro. Ci sono novità? Lei cosa sta facendo?
Affianco i genitori nella ricerca di Ale da alcuni mesi, dobbiamo ricordarci di essere non solo avvocati, ma soprattutto delle persone. Nella professione ci insegnano a essere distaccati dai clienti che assistiamo, il mio grande difetto è che non riesco. E allora entra in gioco l'empatia, lotto e soffro con loro. Processualmente la procura ha richiesto l'archiviazione del fascicolo aperto per sequestro di persona, noi abbiamo fatto opposizione e siamo in attesa della fissazione dell'udienza davanti al GIP. Molte cose non sono state fatte nelle indagini, le abbiamo evidenziate nell'atto, speriamo il giudice comprenda che è necessario concedere una proroga. Non è mai stato trovato un corpo. Ale per noi è vivo e deve essere cercato, abbiamo il diritto di avere accanto le istituzioni. In questi ultimi giorni sono arrivate segnalazioni di Alessandro a Napoli, in stazione centrale, così hanno dichiarato i vigilanti che prestavano servizio, che hanno fatto denuncia. Per questo mamma Roberta è stata per alcuni giorni a Napoli insieme all'associazione Il Coraggio. Abbiamo richiesto l'acquisizione delle immagini delle telecamere, in quanto avrebbe preso un treno alle 22.00 del 20 agosto alla stazione di Napoli. Un'altra segnalazione è giunta da Livorno il giorno seguente. Adesso le immagini sono al vaglio degli inquirenti e siamo in attesa delle risultanze.
Il caso di cronaca giudiziaria che ha sconvolto in maniera indelebile la sua vita?
Ogni caso di cronaca ti lascia qualcosa dentro. Nel 2018 ho seguito il caso dei tre cittadini napoletani scomparsi in Messico, Lello e Antonio Russo, con Vincenzo Cimmino. Un caso in cui la maggior parte dei soggetti coinvolti sono stati uccisi. Il sindaco di Tecalitlan luogo della scomparsa, suo fratello, il capo e il vice della polizia municipale, con altri agenti. I nostri connazionali sono stati ceduti per 43 euro dalla polizia municipale corrotta agli uomini del cartello narcos Jalisco Nueva Generacion, il più pericoloso del Messico. Ho lottato da solo con la famiglia, le istituzioni sono state assenti, abbiamo protestato sotto Montecitorio legati davanti alla Farnesina. Alla fine solo grazie ad un ricorso che ho depositato all'ONU presso il comitato delle sparizioni forzate, sono riuscito ad ottenere gli atti del fascicolo, scoprendo che il capo cartello Josè Guadalupe Rodrigo Castillo alias "El quince" veniva intercettato mentre parlava con i suoi uomini e gli diceva "Fatene quello che volete". Il processo si è chiuso nel 2022 con la condanna di tre agenti a 50 anni di carcere, sono stato il primo avvocato europeo autorizzato a partecipare alle udienze in Messico con diritto di sentire testimoni e di fare arringa finale. Dei nostri connazionali ancora nessuna traccia, ma fin quando non troviamo i corpi non perdiamo la speranza per noi sono ancora scomparsi e non morti.
Il caso internazionale: detenzione Chico Forti. Ingiustizia giudiziaria per molti esperti di cronaca. Lei cosa ne pensa?
Io penso che non sia un discorso di giustizia, ma di volontà. Il 23 dicembre 2020 il governatore della Florida, Ron De Santis aveva firmato l'atto per il trasferimento di Chico in base alla Convenzione di Strasburgo 1983. Sembrava fatta, ma tutto fermo. Gli apparati della giustizia americana sono molti a livello federale e statale, ma io ripeto la volontà svolge un ruolo chiave. Bisogna lottare per ottenere, gettare il cuore oltre la burocrazia e fare di più. Cose molto più complesse si risolvono in meno tempo.
Secondo lei nei casi di persone scomparse, bisogna togliere o modificare la norma "Allontanamento volontario"?
E' davvero un discorso complesso in quanto un maggiorenne capace di intendere e volere ha diritto di scegliere se allontanarsi dalla propria famiglia, possono esserci mille ragioni. Molti casi accadono senza un segnale di preavviso, senza che la famiglia abbia mai compreso le ragioni o un reale motivo. Allora bisogna interrogarsi e verificare, dipende dai casi, un allontanamento volontario o circonvenzione di incapace, verificare se è stato compiuto un gesto auto conservativo. In ogni caso il famigliare vive comunque un lutto, un incubo, una frustrazione quotidiana. Nessuno conosce le ragioni delle scomparse e sulla base di ciò è indispensabile che il nostro sistema si adoperi per le ricerche. Vengono spesi migliaia di euro per indagini, sarebbe fondamentale costituire delle unità di polizia dedicate.
La legge è uguale per tutti?
Dipende dai punti di vista. Chi vince una causa è sempre contento. Le suggestioni umane giocano un ruolo fondamentale nell'agire di una altra persona. Il grande Piero Calamandrei che è stato un politico, giurista e avvocato italiano raccontava di essere sicuro di perdere una causa, ma poi riusciva a vincerla grazie ad un giudice che aveva subito un torto analogo a quello rappresentato dall'avvocato. Oppure l'episodio eccezionale in cui narrava di aver perso causa in una certa sezione della Cassazione, mentre lo stesso giorno in altra sezione alcuni giudici valutavano in modo diverso un'analoga questione giuridica ed il cliente, arrabbiato, chiedeva al proprio avvocato spiegazioni, lasciando ipotizzare l'insufficienza dell'avvocato scelto, che rispondeva, più o meno: "Stia tranquillo, non ho sbagliato difesa, ma solo la porta". Ad ogni modo l'art. 3 della nostra Costituzione sancisce un importante principio opera dei nostri padri costituenti e noi abbiamo il dovere di lottare ogni giorno per fare in modo che la legge sia uguale per tutti, il nostro diritto, i nostri giuristi sono stati e sono ancora modelli importanti per gli altri paesi.
Una cosa mai detta che vuole raccontare in esclusiva alla Gazzetta?
Sta nascendo una fondazione composta da grandi e famosi esperti nazionali ed internazionali... ma a tempo debito vi racconterò qualcosa di più, promesso.