In data 15 settembre 2022 è stata pubblicata dal tribunale di Lucca-sezione lavoro un'importante sentenza di cui, pur senza dati personali in rispetto della privacy, vorrei accennare, a beneficio di tutti i dipendenti, pubblici e privati. La vicenda a presupposto si è svolta in un importante Comune della Piana tutt'ora gestito, da oltre venti anni, da un'amministrazione di sinistra. Detta sentenza, già notificata alle parti, diventerà non più impugnabile a metà ottobre.
Ecco i fatti:
una dipendente dirigente, molto impegnata a garantire secondo legge i servizi del suo incarico, già dal 2015 si trovava costretta a scrivere, chiedendo personale per lavorare e far lavorare con efficienza nel proprio nuovo settore. Dall'ente, però, non riceveva né risposte né i dipendenti di ruolo necessari.
Non potendo abbandonare al caos le sue responsabilità, negli ultimi anni la dirigente aveva accumulato oltre 80 giorni di ferie non fruite finché, nel febbraio 2019, il suo datore di lavoro le ha notificato la fine del rapporto, nonostante avesse ricevuto la conferma sindacale del proprio incarico fino al maggio 2019, intimandole di andare in pensione entro 10 giorni.
A quel punto, la dipendente ha chiesto la monetizzazione delle ferie non fruite, trattandosi di un diritto che la nostra Costituzione tutela come imperdibile, ma dal Comune è giunta subito risposta negativa per cui, nel 2020, è partita la causa di lavoro. L'esito finale è stato quello di un accoglimento pieno delle ragioni dimostrate dalla ricorrente, sulla base della giurisprudenza europea, di quella espressa dalla nostra Cassazione e delle leggi vigenti, per cui:
1) Il datore di lavoro deve sempre controllare il proprio personale, garantendogli la tutela dei suoi diritti e l'ambiente giusto per lavorare bene.
2) Se e qualora il datore attento si rendesse conto che qualcuno ha accumulato troppe ferie arretrate, deve comunicarglielo subito per scritto, stabilendo un termine tassativo entro cui fruirne.
Solo se il dipendente, CONTATTATO, si rifiuta immotivatamente di provvedere nei tempi, le ferie si perdono. Sennò, sopraggiungendo pure la fine del rapporto gestito, come nel caso, senza controlli, né ascolti, né comunicazioni, le ferie accumulate si devono pagare tutte, senza se e senza ma.
Questo lo spirito tranciante della sentenza lucchese che costituisce un valido precedente in materia e dove una giudice ha saputo esprimere le ragioni di legittimità, in termini molto chiari, professionali e circostanziati.
Sarà bene che il Comune perdente cerchi di stare più attento e che, soprattutto, comunichi per scritto ad altri dirigenti che stanno per andare in pensione, quante ferie hanno ancora da fruire ed il termine per farlo, perché pagarle è davvero un'eccezione costosa che i cittadini non meritano.
Per favore, evitiamo danni all'Erario.