Caro direttore leggo le tue intemerate quasi giornaliere, ma il muro contro cui si infrangono è di gomma. A Genova diciamo che è come pestare l'acqua nel mortaio: non diventa pesto, resta acqua.
Di tutte le iniziative annunciate dal governo l'unica che funziona è un'altra non governativa e non annunciata: l'aiuto silenzioso, giornaliero, concreto che i cittadini che possono offrono a quelli che possono di meno.
Non sto parlando della catena ufficiale delle Caritas e di tutti gli altri organismi della solidarietà organizzata. Questo è il loro mestiere e come sempre c'è chi lo fa bene e chi lo fa male. Lo fanno comunque con i soldi dei donatori integrati da quelli dello Stato.
Sto parlando invece di tutti i canoni di affitto a cui i proprietari hanno rinunciato e continuano a rinunciare, sto parlando di tutti i debiti interpersonali, non quelli formalizzati dal credito organizzato, non onorati e congelati a data da destinarsi, sto parlando dei prestiti che facciamo agli amici in dignitosa difficoltà che neanche te li chiedono: sei tu che se disponi di qualche euro in più li metti in una busta e gli dici: me li restituirai quando potrai. Sto parlando delle fatture scadute e non riscosse dai fornitori che non hanno fatto decreti ingiuntivi né hanno passato il credito alle società di recupero, hanno tenuto nel cassetto lo scaduto nella speranza di tempi migliori.
Gli interventi finanziari, la famosa liquidità fornita dallo Stato, è finora un annuncio scritto sulla Gazzetta Ufficiale con effetti pratici vicino allo zero, mentre questi silenziosi comportamenti, non annunciati, non resi pubblici, sono la parte più cospicua che arriva nelle tasche dei singoli, delle famiglie e delle micro imprese.
Si va per via di amicizia e di sensibilità, si va in silenzio, con pudore. Nessuna dichiarazione in TV o sui giornali, e del resto nessuna TV e meno che mai qualche giornale si è ancora preso la briga di occuparsene: è una cosa concretamente fuori dal sistema e per questo da una parte trova poco e svogliato spazio, dall'altra funziona perché è libera dal diabolico peso burocratico che disintegra tutto quello che tocca. E purtroppo tocca tutto!
Neanche ne parla Papa Francesco, che pure sarebbe il primo a doverlo fare. Non ne parlano le gerarchie, non ne parlano i partiti, non ne parlano i sindacati o le Confindustrie varie.
È una cosa che funziona, che nobilita la parte del ceto medio che la pratica (e il ceto medio va punito altro che nobilitato), che aiuta davvero senza papiri, timbri, documenti, procedure.
I nostri politici, compresi i miei amici della Lega sembrano aver perso questo prezioso contatto con la gente comune, quella dei gazebi che ci veniva a parlare del marciapiede davanti a casa, dell'albero pericolante, della lampadina bruciata, del figlio in difficoltà, della pensione misera: ci veniva a parlare della vita, caro amico, di quella vera, di quella dura che non è nei salotti da cui gli eroi di sinistra pontificano di massimi sistemi, delle violazioni della Costituzione più bella del mondo, dei rigurgiti neofascisti, dei pericoli del populismo, dell'alto profilo della cultura rom, del dovere di accogliere con gioia chiunque.
E qui osservo che nel frattempo gli immigrati sono quasi scomparsi: dove sono andati a finire non solo le donne che scompaiono appena mettono piede in Italia, ma anche i baldi richiedenti asilo? È facile ritenere che se ne stiano nei centri di accoglienza e nelle residenze assegnate: dispongono tuttora di € 26 al giorno cioè 780 al mese e hanno di fatto rinunciato ad arrotondarli "in nero" fuori dai supermercati o dagli ospedali o dai parcheggi: anche loro temono il virus e a differenza di tanti italiani possono starsene in una tranquilla quarantena perché non hanno angustie economiche. Li rivedremo questa estate a pandemia finita.
A parte i "richiedenti asilo" e pur non avendo mai insegnato ai gatti ad arrampicarsi, mi permetto un sommesso suggerimento: perché non provi tu ad occuparti di questa tanto silenziosa quanto virtuosa catena di solidarietà?
Con una rubrica, con rapporti interpersonali, con una delle tue indiavolate iniziative: secondo me ne trarresti tu, ma anche tutti noi che ti leggiamo, motivo di conforto e di un po' di ottimismo nel futuro di questo Paese.