Il Governo spinge sui pagamenti digitali, e non è una novità. Non sono pochi però i pro e i contro che animano il dibattito sulla questione.
In Italia, oltre il 70% delle spese viene ancora regolato in contanti, un dato che ci posiziona al 23esimo posto in Europa. E questo è un fatto che certo non aiuta la transizione verso i pagamenti digitali.
Inoltre, i costi e le commissioni per questo tipo di pagamenti gravano non poco sugli esercenti.
Nei contratti standard per fornire il Pos si chiede il pagamento una tantum di 100 euro circa a cui aggiungere un canone mensile che oscilla tra i 30 e gli 80 euro.
Sul fronte delle commissioni, quando si tratta di PagoBANCOMAT, le trattenute vanno invece dal 2,25% al 3,55% fino addirittura al 5%.
Tuttavia, il decreto fiscale collegato all’ultima manovra ha previsto un credito di imposta del 30% per le commissioni pagate dagli esercenti – con ricavi fino a 400mila euro – agli intermediari finanziari per le transazioni digitali. Una misura che secondo l’osservatorio pagamenti digitali del Politecnico di Milano, potrebbe equivalere a un beneficio medio per esercente tra i 70 e i 115 euro. Un incentivo che riduce l’impatto delle commissioni, ma non i costi vivi e nascosti. (Fonte: Business Insider).
Ma esistono realtà, come quelle dell’e-commerce e di tutti i servizi e le offerte di intrattenimento accessibili on line per le quali il pagamento digitale è da decenni lo standard.
Non solo, vengono proposti sconti o bonus, mettiamo il caso si tratti di un’utenza luce o dell’adsl, se l’abbonamento si fa on line conviene sempre.
Per non parlare di Amazon o delle piattaforme dedicate a film e serie tv come Netflix e la recentissima Disney+. O del comparto gaming, in particolare quello delle slot machine che stanno soppiantando i dispositivi fisici dietro i quali spesso si celano organizzazioni illegali e ricicli di denaro. Non di poco conto infatti sono i sistemi di controllo e sorveglianza, per i siti on line di gioco, da parte dell’Agenzia dei Monopoli che certifica la legittimità del portale ad operare e il corretto funzionamento delle transazioni on line.
Anche le amministrazioni, che stanno cercando di sburocratizzarsi, hanno introdotto da alcuni anni la possibilità per il cittadino di richiedere e pagare on line, senza quindi doversi recare negli appositi uffici e sportelli, certificati e attestazioni, dalla nascita alla residenza o il pagamento dei rifiuti.
Era quindi inevitabile, come già accaduto da tempo in molti altri paesi che scattasse una sorta di accelerazione verso le transazioni digitali con l’obiettivo di portare al minimo la circolazione di carta e moneta.
Vedremo nei prossimi mesi e anni, e sulla scorta delle nuove disposizioni come cambierà la cultura degli italiani su questa questione. E quali nuove facilitazioni o sgravi sarà pronto a introdurre il Governo.