Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento inviatoci in risposta all'articolo apparso sulla Gazzetta e relativo all'ipotesi di un assessorato alla cultura per Fabio Barsanti:
Gent. direttore
In merito al suo recente articolo dal titolo “Fabio Barsanti, sport sì, cultura no”, mi permetto di fare alcune considerazioni riguardo, in particolare, ad alcune incoerenze che mi è parso ravvisare all’interno del testo.
Lei afferma che per Barsanti sarebbe sconveniente assumere la carica di assessore alla cultura del Comune di Lucca e questo non in virtù di un suo ipotetico curriculum vitae, dove non abbonderebbero competenze specifiche in argomenti attinenti il vasto ventaglio che si apre con il termine “cultura”, ma per i suoi trascorsi da leader di un movimento “filofascista e filogermanico” e per non aver mai rinnegato le sue “simpatie per il Ventennio”.
Di contro, invece secondo lei, Barsanti avrebbe tutte le credenziali per diventare assessore allo sport perché (ripeto le sue parole) “grande tifoso rossonero, vicino da sempre alla curva e ai supporters della Pantera”. Senza fare facile ironia su tali competenze, in grado da giustificare l’affidamento della delega allo sport al Barsanti, comunque ne prendo atto: in quanto possono rientrare in considerazioni, seppur stravaganti, estratte da un altrettanto bizzarro curriculum vitae, per affidare al Nostro l’assessorato allo sport.
Com’è facile notare le sue affermazioni, direttore, non mostrano fra loro gran coerenza argomentativa. Infatti se nel secondo caso Barsanti potrebbe fare l’assessore allo sport per competenze (anche se discutibili), comunque in linea con le attività che andrebbe a svolgere; nel primo caso invece, viene negato a Barsanti l’assessorato alla cultura perché è un simpatizzante fascista. Tale discriminante, però non appartiene alla sfera delle competenze da valutare se uno è in grado o meno di svolgere un incarico, ma rientra nelle valutazioni di opportunità che un Sindaco dovrebbe fare nell’affidamento di qualunque tipo di delega, allo sport o alla cultura che sia; tenendo conto che ogni sindaco, ogni assessore, ogni amministratore di questo nostro paese, fino al Presidente della Repubblica ha, tra le altre cose e comunque, il dovere e il compito di onorare le ricorrenze da lei citate: “del 27 gennaio, giornata della memoria dedicata all’Olocausto e il 25 aprile, la giornata riservata alla Liberazione dell’Italia dai nazisti e dai loro servi sciocchi saloini”.