Se accendete la televisione in questi giorni potrete sicuramente trovare tantissimi appuntamenti sportivi diversi, ma visto che siamo in Italia è più che normale che la maggior rilevanza di questi l'avrà il calcio. Eppure c'è un settore emergente anche qui da noi, in altre parti del mondo è già una realtà consolidata, che sta conquistando sempre di più sia i giovanissimi che quelli un po' più “vecchi”.
Si tratta infatti degli eSports (letteralmente “sport elettronici”) che, venuti al mondo durante gli anni Ottanta che sono stati gli anni d'oro dei videogiochi, dimostrano come si può guadagnare più che discrete somme di denaro giocando in maniera competitiva ai maggiori titoli in multiplayer del momento.
Un fenomeno che sempre destinato a restare invece che scomparire come una moda passeggera. Tra i suoi scenari futuri più papabili, il primo è di sicuro quello della nascita di nuovi team e nuovi campioni che andranno a rimpolpare la formazione di squadre (come NL Esport, Qlash, Mkers, Exceed e simili) o a rivaleggiare con gli attuali top player italiani che occupano i podi delle loro rispettive discipline (come il giovanissimo Reynor, il ben noto Pow3r, Paolocannone, Nirinbo e così via).
Questo fenomeno andrà dunque di pari passo ad una maggiore esposizione mediatica degli eSports che verranno visti sempre più come una disciplina vera e propria e non un “passatempo per ragazzini” andando anche a definirsi come una professione sempre più riconosciuta. Un fenomeno simile lo si può già notare con la conferma che, ovviamente con le dovute precauzioni, è comunque possibile guadagnare con piattaforme come Twitch e YouTube.
Forse è ancora troppo presto per vedere le finali in televisione, magari di giochi come Tekken o League of Legends come capita in Paesi come il Giappone o la Corea del Sud, ma va detto che la sezione sulle scommesse eSports è presente sia su i casinò online italiani migliori che negli altri portali, o app, dedicati al gioco d'azzardo.
Questa maggiore visibilità in generale degli eSports in Italia, cosa che comunque si sta già verificando, porterà dunque sempre più aziende ed investitori ad interessarsi allo sviluppo del mondo videoludico nel nostro Paese sponsorizzando tornei, creatori di contenuti sul web, team interi e riportando in auge le case di sviluppo di videogiochi locali.
Da ricordare che, al giorno d'oggi, persino i ragazzi più giovani conoscono questa recente generazione di campioni e quindi, come succede negli Stati Uniti d'America ad esempio, sono il target ideale per delle campagne pubblicitarie con prodotti sponsorizzati dai loro stessi beniamini. Un esempio? Oltre ai giochi stessi basti pensare ad alimenti o bevande, come gli energy drink, oppure agli hardware di gioco, come le cuffie o le sedie da gaming.
Manovre di marketing a parte, che affidiamo ai professionisti del settore, in sostanza si potrà dare finalmente credito a tutti coloro che si sono sempre impegnati in questa attività conferendo al settore videoludico il giusto riconoscimento che merita.
E pensare che, fino a pochi anni fa, se si giocava ad un videogioco si finiva sempre per essere tacciati come degli “eterni ragazzini svogliati” o peggio!