Per diventare commercialisti occorre svolgere un esame che, una volta superato, consente di iscriversi all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Chi ambisce a una carriera in questo campo deve possedere una laurea in discipline finanziarie, fiscali o aziendali e vantare particolari competenze nei campi del diritto tributario, del fisco, della contabilità e della ragioneria. Un dottore commercialista si distingue da un esperto contabile e da un ragioniere commercialista perché ha una laurea magistrale (e non una laurea breve) in economia aziendale o in economia e commercio. In ogni caso, sia i dottori commercialisti che gli esperti contabili e i ragionieri commercialisti per esercitare la libera professione devono svolgere un periodo di tirocinio e poi superare un esame di abilitazione.
Quali attività svolge un dottore commercialista
Ci sono alcune attività che sono appannaggio esclusivo di un dottore commercialista: per esempio le ispezioni e le revisioni amministrative, ma anche le perizie e le consulenze tecniche. Lo stesso discorso vale per l’amministrazione e la liquidazione di singoli beni, di patrimoni e di aziende, per le liquidazioni di avarie e per le verifiche necessarie per indagare l’attendibilità di scritture, conti, bilanci e altri documenti contabili di enti privati e pubblici. Un dottore commercialista, infine, ha la facoltà di svolgere le funzioni di revisore contabile e sindaco in enti pubblici, enti non commerciali e società commerciali.
Il percorso di formazione per diventare commercialisti
Per diventare commercialisti si deve iniziare con un corso di laurea triennale in economia aziendale e management, grazie al quale per altro si può beneficiare di molteplici sbocchi professionali in una grande varietà di campi lavorativi: per esempio il management delle imprese, la contabilità nelle aziende pubbliche e private e l’amministrazione. Al termine del corso di laurea triennale si può proseguire con una laurea magistrale in scienze economiche, che fornisce le competenze necessarie per fornire consulenze nel settore finanziario ed economico.
Dopo la laurea
Conclusa l’università si può comunque proseguire il proprio percorso di formazione con un master. I master per esperti di paghe e contributi, per esempio, servono a consolidare gli strumenti e le competenze che occorrono per operare per le società di consulenza del lavoro e per gli uffici di amministrazione, oltre che per aprire uno studio professionale in proprio. Un altro master utile è quello per la redazione del bilancio di esercizio, che fornisce insegnamenti relativi alla disciplina fiscale, ai principi contabili e alle regole civilistiche.
Quanti soldi guadagna un commercialista
Il reddito medio di un commercialista, stando ai dati degli imponibili Irpef, è di circa 58mila euro: ciò lascia presupporre un netto mensile che si aggira attorno ai 2.500 euro, fermo restando che tutto dipende dal regime fiscale e giuridico che il professionista sceglie di adottare. Quel che è certo è che le competenze richieste a chi esercita tale professione sono specifiche, soprattutto perché è necessario aggiornarsi in continuazione.
Responsabilità: l’assicurazione di responsabilità civile per i commercialisti
I dottori commercialisti che sono iscritti all’albo sono tenuti, da qualche anno, a sottoscrivere una polizza di responsabilità civile professionale. Lo scopo è quello di tutelare il patrimonio dei professionisti nel caso in cui giunga una richiesta di risarcimento per danni provocati nell’esercizio della professione. Risparmiare sulla Polizza Professionale Commercialista è possibile se ci si rivolge a Convieneonline.it, che permette di scegliere nel novero delle polizze più vantaggiose che il mercato mette a disposizione. Tutte le polizze RC professionali proposte sono del tipo all risks, nel senso che coprono tutto quello che fa parte dell’ordinaria attività del commercialista, ovviamente fatta eccezione per ciò che il contratto esclude in modo esplicito. Così tutti i casi specifici possono essere definiti con la massima chiarezza.
La retroattività
Le polizze di responsabilità civile professionale possono comprendere un periodo di retroattività, che in genere è pari a due anni ma che comunque può essere esteso per un lasso di tempo superiore, o addirittura senza limiti. La retroattività corrisponde al periodo prima della data da cui decorre la polizza. In questo modo si garantisce una copertura al soggetto assicurato anche per le omissioni o gli errori che ha eventualmente commesso prima di sottoscrivere il contratto, a condizione che egli non ne fosse a conoscenza.
Come funzionano le polizze claims made
Le polizze claims made, invece, sono concepite per garantire a chi si assicura una copertura completa che si estende per l’intero periodo di validità della polizza stessa, perfino in relazione ad avvenimenti che sono accaduti prima che il contratto venisse sottoscritto, ma a patto che gli stessi si siano verificati in seguito alla data di retroattività indicata nella polizza e alla compagnia siano stati notificati nello stesso lasso di tempo per la prima volta. Il suggerimento è quello di affidarsi a polizze che abbiano una retroattività di più di 2 anni in modo da garantirsi una tutela per gli eventuali errori che sono stati compiuti nel periodo precedente.