Riceviamo e pubblichiamo questa risposta, dell'ex assessore all'ambiente del comune di Capannori Eugenio Baronti, al sindaco Menesini e a coloro che sostengono l'accordo con Livorno per cancellare l'impianto di compostaggio a Capannori:
"Per giustificare l’accordo con Livorno, che cancella l’impianto di compostaggio previsto a Capannori, sia il Sindaco, sia i sostenitori di questa scelta, puntano tutto sul fatto che in questi ultimi 10 anni tutto è cambiato e adesso, è nato il gestore unico dell’ATO Costa (100 Comuni) Reti Ambiente SpA che comprende quattro province (LU, PI, LI, MS).
Questa era il progetto/programma, da me non condiviso e contrastato, della Regione una decina di anni fa, infatti, Reti Ambiente nasce nel 2011 a seguito della Legge regionale n. 69/2011. Il nuovo sistema doveva essere a pieno regime nel 2020. Questo è il racconto che normalmente fanno quelli del PD che hanno voluto e imposto questa “riforma” poi, c’è la realtà che è completamente diversa, è un’altra cosa. Ad oggi, luglio 2020, Reti Ambiente raggruppa solo sei società tra cui l’Ascit, il servizio raccolta e gestione rifiuti nei 100 comuni delle quattro province è attualmente svolto da altre 20 diverse società. Inoltre, quattro città: Massa, Carrara, Lucca (Sistema Ambiente), Livorno, hanno un loro gestore, Tra le grandi città solo Pisa è dentro Reti Ambiente. Scusate dov’è il gestore unico?
Per non essere frainteso, io sono sempre stato favorevole ad una razionalizzazione del sistema attraverso una riduzione drastica del numero dei gestori che sono arrivati ad essere una trentina per solo quattro province, un sistema frammentato e diseconomico. Una cosa è razionalizzare ed eliminare la frammentazione altra è imporre un passaggio del genere affidando tutti i servizi ad un solo gestore per tutto l’ATO. Addirittura, questa brutta legge regionale, vorrebbe che fosse inserito, nella compagine societaria del Gestore unico, un partner privato da selezionare sul mercato attraverso Bando. Ringrazio il Sindaco Menesini di essersi perlomeno speso per mantenere interamente pubblica Reti Ambiente proponendo un affidamento diretto secondo il modello di una “In house providing” interamente pubblica. Avrà un futuro? Non so dire. Sono molto scettico.
Oggi siamo in fase di discussione del Piano Straordinario ATO Toscana Costa per modificare il brutto Piano del 2015 rivelatosi sbagliato e inadeguato perché, poco o niente delle cose previste, si sono realizzate.
Nella bozza di Piano straordinario (punto 6.4) è presente ancora l’impianto di Compostaggio di Capannori (area lucchese) che però, la sua realizzazione, è condizionata ad una valutazione di fattibilità da parte dell’Amministrazione comunale, che ovviamente è negativa, quindi, si lascia nel Piano, perché si deve, un impianto che si sa già che non si farà mai per volontà di questa amministrazione.
L’argomento principe portato dai sostenitori dell’accordo, è che in questo nuovo contesto non ci sono più vantaggi per la comunità lucchese ad avere un impianto di compostaggio sul territorio perché non sarebbe gestito più da ASCIT bensì da Reti Ambiente.
Bene, se pensate davvero che gli impianti non portino nessun beneficio, qualcuno mi spieghi come mai un Comune come Peccioli, che ha la peggiore raccolta differenziata, gestisce una discarica (per la verità, almeno, la gestisce bene), ha un costo del servizio per abitante ridicolo nei confronti di tutti gli altri Comuni, spende, spande e investe, spesso distribuisce migliaia di euro di dividenti a centinaia di suoi cittadini, ditemi, da dove vengono tutte queste risorse? Sia chiaro, io non vorrei mai una discarica nemmeno se gestita bene, mi sono sempre battuto contro le discariche e gli inceneritori in quanto rappresenta un metodo vecchio, superato e pericoloso per l’uomo e per l’ambiente.
Guarda caso, il suo impianto di TMB (Trattamento Meccanico Biologico) nel nuovo Piano è definito: ”Impianto fuori perimetro convenzionato” cioè continuerà a gestirlo la Belvedere SPA e potrà addirittura prendere rifiuti fuori Ambito.
Nel Piano sono previsti 3 tipologie di impianti: quelli fuori perimetro (bellissima e creativa definizione) però convenzionati, gli impianti non convenzionati e gli impianti di mercato. Andate a vedere quanti sono e saranno gli impianti gestiti direttamente da Reti Ambiente che verranno effettivamente realizzati. Non prendiamoci in giro per favore, questa è una brutta “riforma” che è già fallita e presto dovranno prenderne atto tutti. Fare un Piano scrivendo che il nuovo sistema entrerà a pieno regime nel 2023 è semplicemente ridicolo dopo che per 10 anni ci troviamo nella situazione attuale. Io non ci credo, ognuno è libero di crederci, io continuo a dire che impianti moderni e sicuri che chiudono il cerchio di una gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti continuano ad essere una risorsa utile e necessaria per una comunità e, continuo a sostenere, che la scelta di non farlo, è figlia di una indiscutibile debolezza della politica. Siccome in 30 anni, né il centro destra né il centro sinistra, sono stati capaci di scegliere uno dei 7 siti valutati idonei a suo tempo da uno studio della provincia, tanto vale rassegnarsi ed accettare questo esito negativo. Veramente poco edificante per la politica. Infine, un’altra grave colpa di tipo culturale: con questo modo remissivo di accodarsi al senso comune dominante, si è finito per avallare, nella testa di molti cittadini, l’idea infondata che questa tipologia d’impianto sia pericoloso e dannoso alla stregua di un inceneritore o di una qualsiasi discarica. C’era bisogno di fare una battaglia culturale come fummo capaci di fare quando avviammo, con quasi tutti contro, il progetto di transizione verso un nuovo modello di gestione dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata porta a porta integrale cancellando per sempre i cassonetti filo strada. Se fossimo stati ad ascoltare quei cittadini che protestavano, urlavano, insultavano, il modello virtuoso di Capannori non sarebbe mai nato".