Alviero Martini nasce a Cuneo, il 13 marzo 1950. Stilista italiano, conosciuto in tutto il mondo , è diventato famoso per la creazione della nota linea di borse e accessori 1A Classe, caratterizzata dal motivo di una mappa geografica. Nel 2005 crea un nuovo marchio, lancia una nuova linea di borse, accessori e vestiti: si chiama ALV ( Andare Lontano Viaggiando), contrassegnati dal motivo dei timbri del passaporto. In esclusiva alle Gazzette, rilascia un lunga intervista, con tante riflessioni, ricordi e aneddoti interessanti. Tutta da leggere.
La persona più importante della sua vita?
Senza dubbio mia madre! Manca dal 2001. E' stata la persona che mi ha dato fiducia e fatto credere in me stesso, con amore mi ha insegnato a donare agli altri, prima di ricevere.
Quando e come nasce la passione per la moda?
A 14 anni , sono entrato in un sartoria per aiutare a fare le riparazioni. In breve tempo il sarto Mirarchi, una coppia di calabresi, con la moglie Carmelina, hanno intuito il mio talento e insegnato a confezionare! Ho avuto modo, durante la mia carriera, di dimostrargli gratitudine, prima che se ne andassero all'altro mondo! Erano molto orgogliosi del mio successo.
Nel 1987 creò una borsa con la mappa geografica, diventando famoso in tutto il mondo. La stampa americana la definì: style maker, per un concetto nuovo di viaggio. Può raccontarci gli aneddoti più importanti di questa creazione?
A 8 anni risposi malamente ad una zia petulante, alla domanda cosa farai da grande? Risposi: che avrei fatto l'artista, non sapendo bene di quale arte si trattasse, ribadivo non so, ma , farò qualcosa di unico che non ha mai fatto nessuno! Mi urlò con vigoria "Presuntuoso". In realtà avevo lanciato all'universo un mantra che mi ha accompagnato per 30 anni, nei quali sperimentai mille lavori e finalmente a 38 anni, ecco l'idea che conquistò il mondo! Per questo raccomando ai giovani di perseverare con i sogni. Mai fermarsi alla prima porta chiusa.
E' riuscito, a organizzare una sfilata in Lapponia. Un freddo allucinante. Il suo ricordo?
Quando mi invitarono, avevo dei dubbi. Ero nel mio Piemonte natio, risposi di no, ma riflettendoci poi ho accettato, come potevo perdere questa occasione? E sono partito. Il freddo era relativo, perché avevamo un abbigliamento adeguato, ho dormito addirittura nell'hotel del ghiaccio. La sfilata fu semplicemente fantastica e suggestiva. Ho avuto la fortuna di vedere l'aurora boreale. Pensateci bene prima di rispondere con un no!
Lei da oltre 20 anni, si occupa di aiutare i bambini: emarginati in India e Brasile.
E' il regalo per mia madre, come dicevo prima. Ho organizzato e partecipato a tantissimi eventi per raccogliere fondi, oltre venti viaggi in India, per i bambini facevo Babbo Natale. Ancora oggi collaboro con altre organizzazioni in tutto il mondo e in Italia. Il sorriso dei bambini che ricevono aiuto non ha paragoni!
Alcuni esperti del settore dichiarano: "Il problema della moda italiana: tanta creatività, poca capacità manageriale". Lei cosa ne pensa?
In parte è vero, il problema principale della moda italiana è che non si fa corporativismo, l'eccessivo individualismo lascia il terreno ad altri come la Francia o l'America che lavorano compatti.
Nel 2005 lascia la linea "1' Classe", per creare un nuovo marchio "ALV- Andare Lontano Viaggiando". Aveva bisogno di nuovi stimoli?
Assolutamente! Avevo bisogno di nuovi percorsi creativi, ho preso tutti i timbri dei miei passaporti, custoditi maniacalmente, ne ho fatto una texture chiamata "Passport"! Nel 2000, il mondo è cambiato fino ad arrivare ad oggi, con il degrado e la cultura dei mordi e fuggi, tra influencer e blogger che ignorano la storia del "Made in Italy". Siamo veramente arretrati culturalmente! Ora si dovrebbe lavorare in squadra per combattere questa invadente ignoranza.
Una cosa mai detta che vorrebbe raccontare in esclusiva alle Gazzette?
I principali responsabili della caduta dell'impero "Made in Italy" sono proprio alcuni grandi marchi del panorama italiano che, per fare cassa, oltre quindici anni fa hanno cominciato l'importazione dalla Cina a prezzi incredibilmente bassi, con prodotti di dubbia qualità. In quel periodo molti laboratori sono stati costretti a chiudere i battenti, non potendo far fronte al costo del lavoro! Inoltre con la globalizzazione abbiamo permesso con costi irrisori di contribuire e involgarire la clientela che si è leccata i baffi, spendendo poco a discapito della qualità.
Ha la possibilità di togliersi un sassolino dalle scarpe . A chi si rivolgerebbe?
Esattamente a due o tre marchi d'inchiostro, vorrei rivolgermi, senza fare nomi, per evitare querele, ma soprattutto per sentirmi dire "tutta invidia". No! Ho sempre sostenuto la difesa del buon gusto, un'etica ormai scomparsa.
Il film americano il Diavolo veste Prada pone una riflessione importante sull'attuale rappresentazione sociale degli elementi psicologici centrali nel contesto lavorativo della moda, tra cui la motivazione e il coinvolgimento, spesso confusi con il perseguimento ossessivo ed estenuante degli obiettivi. Il suo pensiero?
Che bella domanda. In qualche modo questo è vero, ma riguarda più l'editoria, ma anche la idolatria poco democratica di alcuni personaggi che servono alla stampa, la "stravaganza" viene confusa con "eleganza". Più importante della moda è lo stile, più prezioso dello stile è un sorriso! Questo è un mio aforisma che mi è valso il premio Time for Peace, consegnato dalle mani di Kofi Annan, allora segretario generale dell'ONU, nella sala Carnegie Hall di New York. Senza l'anima e il suo sorriso, un individuo non vale meno dell'abito che indossa!