Riceviamo e, perdonateci l'ardire, molto volentieri pubblichiamo questa lettera simpatica e affettuosa che ci è giunta da un vecchio collaboratore del quotidiano livornese ai tempi d'oro della carta stampata:
Caro Aldo,
mi permetto il tu, nel salutarti innanzitutto, per due motivi: intanto perché sono un collega, anche se "in sonno", dato che collaboravo con Il Tirreno ai tempi dell'Università, negli anni '90, per iscrivermi al nostro Ordine nel lontano 1994 (ora lavoro in Comune - sono stato 20 anni a Altopascio e sono in procinto di trasferirmi a Pescia, Ufficio Cultura - ma questa è un'altra storia...); poi perché, e l'argomento è più solido del primo, sono amico, direi da sempre, del tuo amico Alessandro Bianchi, che mi ha dato i tuoi riferimenti. Volevo solo dirti bravo. Anzi, tre volte bravo, per il tuo pezzo di oggi sul vaccino contro il Covid; ebbene, quel vaccino in casa mia, ho moglie e due figli liceali, abbiamo cominciato a prenderlo. Non ho dubbi che farà effetto.
Continuerò solo, in piccole dosi, a sbirciare giornalmente la tua Gazzetta. Troverò ancora, non ho dubbi, argomenti per dirti di nuovo: bravo, bravo, bravo! Con un saluto caloroso.
Risponde Aldo Grandi: certo che mi ricordo di te caro Luigi, quando collaboravi al quotidiano Il Tirreno ai tempi in cui era, passami il termine, un quotidiano con i controcazzi. E mi riferisco ai colleghi che ci lavoravano oltre al fatto che era, purtroppo per noi che ci dannavamo l'anima per raggiungerlo, sempre un po' più avanti nelle vendite. Ora, come vedi e saprai, le cose sono cambiate. Io non sono più dov'ero e Il Tirreno non è più quello che era. Ho fatto una scelta che, nel 2010, apparve e fu definita suicida da tutti, amici e colleghi, adesso, però, consentimi, se fossi rimasto dov'ero sarei un infelice e un frustrato per il mio carattere cosiddetto esuberante dai vertici del giornale dove lavoravo. Non guadagno come allora, ma nemmeno tanto meno e, in più, sono felice. Di poter scrivere quel che voglio, quando voglio, contro chi voglio. E di allevare ed aver cresciuto un bel nugolo di frugoletti che lavorano un po' ovunque. Vola solo chi osa e, credimi, noi abbiamo osato parecchio.
Mi fa piacere sentirti e sapere che leggi la Gazzetta, l'unica, lasciamelo dire senza presunzione, giornale che trasmette una energia vitale e una sorta di spirito indomito che altrove non esiste. Troppi colleghi hanno scelto la via più facile, quella del tirare a campare per raggiungere il prima possibile l'età pensionabile e godersi lo stipendio fisso. Noi no. Abbiamo rimesso tutto in discussione, rivoltato il tavolo verde e giocato tutto quello che avevamo solo e soltanto sulla nostra passione. Forse, dico forse, avevamo ragione.
Un grande in bocca al lupo a te e ai tuoi. Non mollare mai, si può vivere senza Tv e, credimi, si vive molto, ma molto meglio