Il settore delle criptovalute sta cercando con molti sforzi di risollevarsi dopo la vicenda Ftx, che ha contribuito a raffreddare il sentiment degli investitori già incupito da un persistente bear market; e se anche Il Bitcoin, il token con la maggiore capitalizzazione in assoluto, è risultato uno dei bersagli più colpiti dalle vendite sull'onda della paura, non c'è da stupirsi della debacle dell'intero comparto. Le ultime sedute, tuttavia, sembrano aver riportato un minimo di distensione sul mercato di riferimento: le quotazioni di BTC, nella fattispecie, stanno provando a riguadagnare il precedente bottom annuo fissato intorno ai 18000 dollari, un'area tecnica di grande importanza per le strutture di prezzo nel breve termine.
Gli analisti finanziari, però, con più lungimiranza monitorano con attenzione i valori di picco raggiunti nella bull run del 2017 -19500 dollari circa-, difatti quotazioni stabilmente al di sopra della fatidica soglia scongiurerebbero nell'immediato ulteriori approfondimenti ribassisti. In questo scenario, quindi, capire quanto vale il bitcoin è importante per sviluppare una strategia di investimenti vincente.
Bitcoin: pessimisti e ottimisti a confronto
Naturalmente i crypto holders sarebbero più interessati a capire se i corsi di Bitcoin e delle altre valute virtuali abbiano qualche chance di innescare una tendenza rialzista di lungo periodo, ma al momento non vi sono evidenze in tal senso; anzi è bene mettere in guardia gli investitori da chi si sbilancia in previsioni ad ampio raggio in un senso o nell'altro. Negli anni gli approcci di questo tipo si sono dimostrati infatti alquanto fallaci: non è difficile riportare alla mente le spiegazioni fornite da esperti sul valore del BTC e come, di conseguenza, le quotazioni dovrebbero allinearsi nel tempo al presunto fair value; si sono avvicendate ipotesi di prezzo oltre i 100000 dollari e altre diametralmente opposte che riferivano di rovinosi crash della criptovaluta.
Più volte nel corso delle sue conferenze Nouriel Roubini, il leggendario mister Doom, come viene definito per il suo catastrofismo, ha dichiarato che l'intero ecosistema digitale con in testa il Bitcoin è destinato ad implodere, in quanto basato su nulla di realmente tangibile.
È chiaro che visioni troppo improntante al pessimismo o all'ottimismo non fanno il bene dell'investitore: chi intravede delle potenzialità in una tipologia di investimento è giusto che provi a coglierne le opportunità, cosciente dei rischi che lo stesso comporta. È essenziale ovviamente destinare all'operatività su strumenti finanziari estremamente pericolosi una parte di capitale che non incida sul patrimonio totale a disposizione in caso di forte deprezzamento dell'immobilizzazione. Da un punto di vista tecnico, con tutti i dispositivi che oggigiorno la tecnologia mette a disposizione dei risparmiatori, si può provare quindi a seguire il trend delle quotazioni, senza cercare di anticiparne i movimenti, lanciandosi in previsioni prive di fondamento.
Intermediari: tool avanzati e condizioni vantaggiose per la negoziazione
Un ruolo molto importante negli investimenti in Bitcoin è ricoperto dall'intermediario utilizzato per disporre le operazioni di acquisto o di vendita dell'asset: difatti sulle piazze di scambio over che counter, quelle che permettono di fruire delle condizioni economiche più vantaggiose, operano soggetti che propongono ai clienti canali di negoziazione completamente differenti; si tratta, come molti avranno intuito, dei broker online e degli exchange di criptovalute. I trading tool, rilasciati con la sottoscrizione di un account, sono in entrambi i casi decisamente all'avanguardia e cost-free, ma le modalità di accesso al mercato messe a disposizione degli iscritti rispondono a esigenze diverse.
Gli exchange permettono di acquistare direttamente Bitcoin, senza richiedere il blocco del margine, pertanto le posizioni lasciate aperte overnight non generano commissioni di rollover, la soluzione operativa ideale per le immobilizzazioni di lungo periodo. I broker online, al contrario, offrono la negoziazione degli asset digitali attraverso un processo di replica del prezzo, implementato dai Contratti per Differenza. Questi particolari derivati, oltre a reiterare il prezzo del sottostante, consentono agli investitori di utilizzare lo short selling ed il leverage, funzionalità fondamentali nell'esecuzione di strategie di breve termine.