Non ho mai cessato un sol momento di sentirmi battere in petto un cuore di fratello
Napoleone Bonaparte
Memoriale di Sant’Elena
In questo articolo cercherò di delineare il rapporto e il ruolo svolto dalla famiglia di Napoleone Bonaparte durante il suo Impero e, in relazione alla domanda spesso rivoltami, il motivo per cui egli non ha rispettato il principio del merito nell’assegnare i vari Regni, ma piuttosto, ha preferito l’assegnazione diretta ai parenti stretti. Nella risposta ci può aiutare direttamente Napoleone che nel Memoriale di Sant’Elena esprimere un giudizio verso i suoi parenti: «Ma dopo tutto essi erano nuovi all’esercizio della sovranità, giovani, circondati da insidie, attorniati da adulatori e da intriganti d’ogni risma [...] quale famiglia nelle identiche circostanze, si sarebbe comportata meglio? [...] Si può dire tuttavia che una famiglia tanto numerosa s’è mostrata tale, in complesso, ch’io possa sentirmene onorato […]. Giuseppe [prosegui l’Imperatore] sarebbe stato l’ornamento di ogni società.
[…] A questo si deve aggiungere che, fuori della politica, noi ci amavamo. Non ho mai cessato un sol momento di sentirmi battere in petto un cuore di fratello. Li ho amati tutti e penso che anch’essi, intimamente mi abbiano corrisposto con eguale affetto, e che in caso di bisogno me ne saprebbero dar la prova».
Vorrei iniziare con il descrivere la personalità del fratello maggiore Giuseppe, e del ruolo assegnatogli, di conseguenza alla fiducia nutrita dall’Imperatore verso di lui. Anche se la critica del tempo fu ingenerosa ritenendo Joseph di carattere appiattito, senza personalità, all’ombra del gigante Napoleone.
Giuseppe, primogenito di Letizia Ramolino e Carlo Bonaparte, era nato un solo anno prima di Napoleone. Come ben ricordiamo la madre Letizia era solita accompagnare il marito che militava con Pasquale Paoli per la liberazione della Corsica, loro terra natale, spesso a cavallo nelle suggestive montagne e nei boschi sfidando i pericoli, con in braccio proprio il piccolo Giuseppe di solo un anno.
Joseph Bonaparte nasce il 7 gennaio del 1768 a Corte in Corsica. I genitori desiderano per lui la carriera ecclesiastica per l’inclinazione verso la cultura, ma Giuseppe con fermezza abbandona gli studi ecclesiastici. All’età di 10 anni si era già distinto per gli ottimi risultati ricevuti al collegio dei Gesuiti di Autun. Si laurea, poi, a Pisa in giurisprudenza. Il rapporto fra i due fratelli, Napoleone e Giuseppe, fu di sentita amicizia, cresciuti insieme da piccoli, inseparabili per le esperienze comuni, il profondo legame che li univa rimase saldo anche davanti alle controversie e incomprensioni, non così rare tra fratelli. Di carattere diversi: Giuseppe paziente, Napoleone irrequieto, il quale non mancò certo di rivolgere critiche al fratello maggiore ma, sempre nel rispetto. Giuseppe, colto e raffinato, non aspetta di ricevere potere e denaro da Napoleone, poiché già prima di lui aveva acquisito successo personale ed economico. Nonostante le idee politiche diverse, soprattutto per quanto riguardava la successione ereditaria dell’Impero – motivo di duro scontro fra i due fratelli – Giuseppe sostenne sempre Napoleone.
Dopo la morte del padre, Carlo Bonaparte, fu proprio Giuseppe che si assume la responsabilità della madre e dei fratelli di cui l’ultimo Gerolamo non ancora di un anno. Pretese il massimo rispetto da loro e solo a Napoleone permetteva di rivolgersi con il tu. Abbraccia con convinzione le idee illuministe e rivoluzionare. Dopo avere ricoperto il ruolo di avvocato del Consiglio superiore della Corsica, giudice del tribunale di Bastia, segretario del generale Rossi ad Aiaccio, nel 1796 Giuseppe combattè con Napoleone la prima Campagna d’Italia e si distinse come abile diplomatico della Repubblica italiana nel ducato Piacenza e Parma. Napoleone affidò al fratello ruoli importanti di responsabilità, durante il Consolato e l’Impero, in cui erano indispensabili doti diplomatiche. Questi ruoli vennero ricoperti con maestria da Giuseppe, come il trattato di Mortefontaine del 1800 con gli Stati Uniti, il delicato concordato con la Santa Sede del 1801, Trattato di Amiens con l’Inghilterra del 1802, in cui veniva riconosciuta la legittimità dello Stato francese, che insieme al trattato di Lunéville con l’Austria del 1801, mise fine alla seconda coalizione. Nel 1814 Giuseppe, luogotenente generale dell'imperatore incaricato dal fratello Napoleone, governa dal 1806 al 1808 il regno di Napoli e dal 1808 al 1813 la Spagna con il nome di Giuseppe Napoleone I. Non era amato dal popolo per l’odio verso Napoleone. Si dimostrò un re dedito alla cultura e all’arte e a lui va il merito di aver contribuito durante il suo regno alla realizzazione del Museo delle Belle Arti di Madrid, che nel 1819 sarà inaugurato da Fernando VII di Borbone. Oggi conosciuto come il museo del Prado, uno dei musei d’arte più importanti al mondo. Giuseppe dimostrò sempre di essere indispensabile per Napoleone.
Giuseppe nel 1843 non potendo partecipare alla cerimonia del rimpatrio a Parigi delle spoglie di Napoleone, a causa dell’esilio ancora in vigore per tutti i membri della famiglia Bonaparte, fece pervenire a Parigi, il gran collare, il nastro e le insegne della Legion d’onore, indossati da Napoleone.
Stabilitosi definitivamente nel 1844 a Firenze, dove morì il 28 luglio di quello stesso anno. Egli fu sepolto nella cappella Giugni Bonaparte nella Basilica Santa Croce. Nel 1862 lo zio Napoleone III, imperatore dei francesi, ottenne il permesso affinché il corpo dell’ex re di Napoli e di Spagna fosse trasferito nel Dôme des Invalides a Parigi, vicino al fratello Napoleone I.
Così i due fratelli Bonaparte dopo tanta gloria e inaspettate sconfitte ritrovarono sotto la cupola d’oro il loro cuore di bambini.