Sentiamo spesso parlare di industria 4.0 e dei suoi obiettivi, soprattutto in ambito ecologico. Ma di cosa si tratta? L'Industria 4.0, grazie a un mix tecnologico di automazione, informazione, connessione e programmazione, porterà secondo gli esperti alla quarta rivoluzione industriale. Si tratta della diretta conseguenza della digitalizzazione in campo produttivo avvenuta ormai da anni. Un processo definito dagli analisti come "digital transformation". Questa nuova trasformazione porterà per la prima volta le aziende a confrontarsi con una duplice realtà: si dovranno gestire parimenti le risorse fisiche e quelle virtuali, considerandole come un unico sistema di produzione aziendale.
La sfida ecologica di Industry 4.0
La sfida più importante di Industry 4.0 riguarda l'ambiente. Quando parliamo di Industria 4.0 non sottolineiamo abbastanza l'enorme potenziale in termini di sostenibilità ambientale che la rivoluzione tecnologica porta con sé. La smart manifactury è la frontiera per un modello di produzione più lean, più interconnesso, più responsabile: le scelte che facciamo oggi possono migliorare la qualità della vita e incidere positivamente sugli ecosistemi territoriali.
Il dibattito sull'Industria 4.0 è spesso incentrato sull'influenza che il digitale sta esercitando sui modelli organizzativi e, più in generale, sul mercato del lavoro: è certamente un impatto consistente che ci sta costringendo a cambiare l'approccio ai problemi e a sperimentare nuove soluzioni.
Gli imballaggi ecologici
Nuove soluzioni, appunto, che riguardano qualsiasi settore dell'economia. Tra questi emergono gli imballaggi ecologici che permettono di spedire merce in qualsiasi angolo del mondo ma con basso impatto ambientale. Si tratta di un obbiettivo a cui già molte aziende stanno puntando come vediamo da questa pagina: https://it.pg.com/sviluppo-sostenibile/packaging-ecosostenibile/ .
La sostenibilità è una scelta, di medio-lungo termine, sicuramente impegnativa, ma anche sempre più strategica per qualsiasi azienda. Si tratta di un percorso fatto di piccoli e grandi traguardi raggiungibili grazie a investimenti in ricerca e sviluppo e grazie anche ad un particolare atteggiamento culturale.
Per raggiungere questo cruciale traguardo i costruttori di macchine confezionatrici hanno tra l'altro individuato alcune tecnologie come il virtual commissioning (il collaudo della macchina effettuato non sul mezzo fisico ma sul digital twin, il gemello digitale) che riduce i tempi di collaudo, l'evoluzione delle tecnologie IoT (Internet of Things), grazie alle quali le macchine potranno migliorarsi e aggiustarsi in autonomia, i robot e i cobot (robot collaborativi) mobili che consentono una produzione più flessibile, e la R&D (Research and Development) nel campo delle tecnologie innovative per il recupero e il riciclo degli imballi.
E anche per quanto riguarda il riciclo il settore del packaging segna un altro successo: i dati forniti dal Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi a cui aderiscono oltre 850mila imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi) infatti inseriscono il nostro Paese tra i più virtuosi in Europa, a ridosso della Germania, con oltre 9,2 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi industriali avviati al riciclo, composti da materiali in acciaio, legno, alluminio, carta, plastica e vetro. Un traguardo significativo se si pensa che nel 1998 solo un imballaggio su 3 veniva recuperato, oggi sono 4 su 5 quelli che non finiscono in discarica e le cui materie prime vengono reimmesse nel ciclo produttivo.
Un'altra sfida strettamente connessa al packaging è quella relativa all'inquinamento causato dalla plastica stimata in più di 6,5 milioni di tonnellate all'anno. Ecco quindi l'importanza di utilizzare materiali ecosostenibili e riciclabili. Un materiale, per esempio, del tutto riciclabile è l'alluminio, oltre ad avere proprietà che lo rendono ideale per il packaging soprattutto alimentare. Grandi progressi nelle tecnologie di riciclaggio sono stati fatti anche con il PET (PoliEtilene Tereftalato). Un materiale usato principalmente nel settore alimentare che può essere riciclato e riutilizzato per altri contenitori di uso non alimentare oppure riportato allo stato di monomero per essere poi purificato e riutilizzato in ambito alimentare.
Anche la riduzione del peso e del volume del packaging, modificandone il design per un minore impatto sul trasporto, avrà ricadute molto positive sull'inquinamento ambientale.
In questo senso sono molto interessanti le novità in arrivo grazie alle tecnologie che riguardano proprio il design, la forma del packaging e la possibilità di ridurre il materiale risparmiando spazio. Ecco per esempio l'imballaggio commestibile: ispirandosi a una semplice mela, un team di ricercatori dell'Università di Harvard ha creato una tecnologia chiamata Wikicell che consente di creare imballaggi alimentari commestibili e che potrebbe archiviare per sempre la plastica. Ci sono poi gli imballaggi intelligenti: i ricercatori dell'Università del Connecticut, la Rutgers University, con il supporto di Kraft Foods hanno inventato una "lingua elettronica" che è in grado, grazie a speciali sensori, di fare cambiare colore alla confezione quando il cibo si deteriora.