Solitamente si è abituati a pensare che gli alimenti scadano e, a tal proposito, si valutano spesso le date scritte su tutte le confezioni di alimenti come categoriche: trascorso il giorno che viene riportato sul packaging si butta tutto, confezione e cibo. In realtà molti alimenti possono essere tranquillamente consumati anche dopo la data riportata sulla confezione; quest’ultima infatti non è necessariamente una data di scadenza. O meglio, per alcuni alimenti è obbligatorio per le aziende alimentari indicare la vera e propria data di scadenza, per molti altri invece vige la buona regola di valutare con attenzione prima di consumare; l’alimento va gettato solo se manifesta elementi che dimostrano che è guasto, come ad esempio una consistenza particolare o dei segni di colore bizzarro.
Le confezioni alimentari e il TMC
Fino a poco tempo fa le confezioni degli alimenti a lunga conservazione, come pasta e riso, riportavano una dicitura del tipo: consumare preferibilmente entro. Questa dicitura rispondeva alla normativa igienico sanitaria europea per il confezionamento degli alimenti, che obbligava i produttori a indicare il Termine Minimo di Conservazione (TMC), un concetto spesso poco conosciuto. In sostanza tale termine indica il termine minimo entro cui l’alimento all’interno della confezione è sicuramente salubre, se conservato in maniera idonea. Ciò non toglie che molti alimenti possono poi essere consumati ancora per settimane o mesi. La modalità di confezionamento della pasta e del riso oggi più diffusa, inoltre, permette di creare il cosiddetto effetto barriera: l’alimento contenuto nella scatola o nel sacchetto non entra in contatto con l’ambiente esterno. Quindi nelle confezioni non entra l’acqua, l’aria e in alcuni casi neppure la luce. Sono disponibili anche sacchetti sottovuoto, soprattutto per il riso, che limitano l’assorbimento dell’umidità ambientale e anche lo sviluppo di insetti che possono penetrare dall’esterno.
Quanto durano pasta e riso
Su ogni confezione di pasta e di riso è quindi presente una data precisa, che indica il periodo minimo entro cui il contenuto non avrà certamente subito alcun tipo di degenerazione. Sarà quindi ancora in condizioni perfette, come nel momento in cui è entrato nella confezione. Per quanto riguarda pasta secca e riso, tale data è solitamente molto lontana dal giorno di confezionamento. Il riso confezionato sotto vuoto può riportare una TMC di oltre 24 mesi, lo stesso dicasi per la pasta secca; spesso si leggono TMC inferiori ai 24 mesi, ma riguardano confezioni in tessuto, o comunque senza all’interno atmosfera modificata o sottovuoto. Per quanto riguarda la pasta fresca la questione è ovviamente molto diversa; questa riporta una data di scadenza vera e propria, che in genere è di pochi giorni. L’umidità contenuta in questa pasta può infatti causare la proliferazione di muffe e batteri oltre la data di scadenza. Tornando a pasta secca e riso, dopo i 2 anni di TMC sono ancora commestibili o li si deve buttare? In effetti questi alimenti, ma anche molti altri, sono perfettamente commestibili anche dopo la data di scadenza. Oggi infatti le diciture corrette riportano: spesso buono oltre, e poi la data del TMC. Perché se conservati al buio e in luogo fresco e asciutto pasta e riso possono essere commestibili anche molto tempo dopo il termine di conservabilità indicato sulla confezione.