Riceviamo e pubblichiamo questa segnalazione di protesta con la quale il presidente del Circolo Nuoto Lucca stigmatizza il comportamento della scuola di San Filippo:
Preg. mo dottore
Sono Pietro Casali, presidente del ASD Circolo Nuoto Lucca e le scrivo in relazione alla morte del ragazzo di diciotto anni, avvenuta sabato scorso in una fabbrica di Noventa del Piave, Venezia, mentre era impegnato nell'Alternanza scuola lavoro. Ritengo di avere titolo in quanto la società sportiva che presiedo, in questo momento di grave difficoltà per il lavoro giovanile, sta dando lavoro ad almeno una ventina di ragazzi e ragazze che stanno completando gli studi, ragazzi/e che vengono compensati per il loro contributo, ragazzi/e che si fanno un'esperienza vera nel mondo del lavoro e dello sport. Non come l'alternanza scuola lavoro, voluta da politici come scendiLETTA dei poteri forti, che con la proposta di scuola dell'obbligo dai 3 ai 18 anni finisce far diventare i giovani quali soldatini del regime, impedendo loro di trovare lavori VERI e remunerati.
Siccome siamo al terzo morto in pochi mesi, questa sta diventando una strage di stato; ragazzi che sono morti per niente, per una legge assurda sostenuta da politici assurdi. Mi viene in mente una scena del capolavoro di Mario Monicelli "La Grande Guerra". Dopo un attacco austriaco, Gassman trova le piastrine dei soldati italiani caduti ed esclama: "Bordin". Nel film, Bordin, interpretato da Folco Lulli, era un simpatico soldato che si faceva pagare per sostituire i compagni nelle azioni più pericolose. Al che il sergente, interpretato da Livio Lorenzon, esclama: "Ha rischiato tante volte la vita per pochi soldi ed adesso è morto gratis! Cristo dove sei!"
Bene quei tre ragazzi, come il nostro Bordin, sono morti gratis! Cristo, dove sei?
Di fronte a questa situazione, appare surreale l'episodio che mi ha visto personalmente coinvolto e che brevemente accenno. Due ragazze che frequentano la quinta classe del liceo sportivo del comprensorio ITIS Fermi di Lucca, Asia Melani e Ginevra Casali, lavorano da oltre un anno quali istruttrici di nuoto dei bimbi piccoli, presso la piscina ITIS: Il loro impegno era concentrato preferenzialmente al sabato mattina, che fino allo scorso anno era libero. Quest'anno l'istituto ITIS Fermi, in tutta la Sua saggezza, ha deciso di non concedere alle loro classi il sabato quale mattina libera. Al che, Ginevra Casali, il 7 settembre scorso aveva scritto una mail all'istituto scolastico chiedendo la possibilità di avere di nuovo il sabato libero, non per andare a cuccare, ma per LAVORARE. Avendo la scuola omesso di rispondere, il sottoscritto, in qualità di Presidente del Circolo Nuoto Lucca, nonché loro "datore di lavoro" ha avuto la pensata, il primo giorno di scuola, di presentare una richiesta ufficiale di comprensione per l'attività lavorativa delle due ragazze. Queste si sono presentate davanti al professor Pelamatti – ebbene sì, nomi e cognomi – con la lettera che, per motivi di spazio, allego solo nel finale:
Oggetto: richiesta di rettifica dell'orario scolastico
Preg.mo dottore,
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Si chiede perciò di concedere alle classi delle suddette alunne il sabato scolastico in modalità parziale, ovvero il termine delle lezioni alle ore 11,00 oppure di usufruire del sabato quale giorno settimanale libero. Questo senza, a mio avviso, inficiare sull'ortodossia scolastica, che anzi coniugandosi attivamente con il lavoro, ne risulterebbe esaltata.
In attesa di un Vs gentile riscontro, mi è gradito porgere
I Migliori Saluti
Il Presidente del A.S.D. Circolo Nuoto Lucca
Dott. ing. Pietro Casali
Mi pareva di non avere ucciso nessuno, invece il professor Pelamatti, oltre a respingere la richiesta ha pure definito, di fronte a due testimoni, la lettera una cafonata, ed il sottoscritto un cafone. Sapete perché? Perché mi sono firmato con il titolo di studio che mi spetta, quello di dottore ed ingegnere – nucleare, fra l'altro – ottenuto nel lontano 1991, quando per raggiungere certi titoli ti passavano un bell'alesatore a doppio utensile fra le natiche.
La cosa prende un riflesso inquietante se messa alla luce di quanto accaduto due giorni dopo. Due ragazze che avevano a disposizione un lavoro VERO vengono snobbate dal loro istituto scolastico, mentre un ragazzo – il terzo della serie – muore gratis nell'attività più inutile che si possa immaginare.
Dottore, ho deciso di scriverLe perché chi tace è complice. Ho deciso di scriverLe perché mi piace mettermi all'attenzione dell'opinione pubblica e non rimanere confinato fra quattro mura. Una volta che si fanno affermazioni alla stampa non si possono più smentire.