Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviataci da un addetto alla raccolta differenziata dei rifiuti che ha pregato di mantenere l'anonimato. Lo accontentiamo e riteniamo che le sue osservazioni siano assolutamente pertinenti:
Vorrei intervenire da "addetto ai lavori" sulla problematica affrontata in questi giorni in consiglio comunale della raccolta rifiuti nella nostra città. A me sembra che né la maggioranza né l'opposizione abbiano centrato le reali motivazioni dei disservizi. La raccolta cosiddetta 'porta a porta' è un'ottima idea 'sulla carta', ma nella pratica è assolutamente sbagliata.
Mi spiego, alla lunga, ma in realtà neanche troppo alla lunga per un operatore spesso ultracinquantenne, salire e scendere dal mezzo, chiudere e aprire lo sportello centinaia di volte al giorno, movimentare manualmente centinaia di "pattumiere" o sacchetti che significano qualche quintale di "spazzatura" a turno di lavoro, 6 giorni su 7, per anni comporta spesso gravi problematiche di salute ed è del tutto evidente che infortuni, malattie professionali o semplici "mal di schiena" siano all'ordine del giorno.
Tralascio le altre problematiche che comporta questo tipo di raccolta: "abbandoni" di rifiuti su tutto il territorio, via vai continuo di mezzi da lavoro per le strade, "calcoli" della mamma o della nonna di quando poter cucinare il pesce a seconda della giornata di raccolta rifiuti nei vari condomini della città etc etc.
Alle varie obiezioni che potrebbe suscitare questo mio intervento semplicemente risponderei come il "mitico" presentatore TV Guido Angeli: "Provare per credere". In altre località italiane hanno trovato soluzioni diverse mantenendo alta la percentuale di differenziazione dei rifiuti, basta ammettere che questo tipo di raccolta se all'inizio ha aiutato e "costretto" il cittadino ad imparare a differenziare e conferire nella giusta maniera i rifiuti alla lunga non è sostenibile.