Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento dell'associazione Sinistra Con con cui si stigmatizza il commento di un lettore - di cattivo gusto - a proposito dell'orientamento sessuale di Daniele Bianucci effettuato a margine di una critica per l'ordinanza antibivacco del sindaco:
"Sor Bianucci ha fretta? Le manca il tempo di mangiare un gelato in piazza San Michele? Rigorosamente in cono vero?".
Così commentava tal Pier Luca Benedetti in calce a un post di una testata giornalistica lucchese online, dove si rilanciava un articolo che riprendeva l'invito al Sindaco Pardini da parte del nostro consigliere Daniele Bianucci di rendere pubbliche – per trasparenza e rispetto verso i cittadini lucchesi- le linee guida che ha trasmesso al comando della polizia municipale, con cui si è inteso integrare la notoria ordinanza che vieta il pieno utilizzo degli spazi pubblici nel centro storico.
E' l'ennesimo episodio di utilizzo violento del linguaggio, dove la critica -anche aspra- si trasforma, non per un inciampo linguistico, ma per scelta deliberata, in una occasione per ferire, insultare, denigrare, stigmatizzare l'interlocutore, come parte di una minoranza o di un gruppo definito secondo motivi strumentali fondati sulla "razza" (sic!), il colore della pelle, la lingua, la religione o le convinzioni politiche, la nazionalità o l'origine nazionale o etnica, nonché l'ascendenza, l'età, la disabilità, il sesso, l'identità di genere, l'orientamento sessuale e ogni altra caratteristica o situazione personale.
Sono fenomeni, questi, che non devono essere sottovalutati; soprattutto quando si manifestano con una frequenza allarmante sia dentro che fuori dal mondo dei social network. Qualche settimana fa è toccato alla consigliera comunale Silvia Del Greco, poi all'ex assessora Letizia Bandoni, da ultimo a Daniele Bianucci. E la lista potrebbe essere più lunga, visto quanti casi non vengono denunciati. Episodi di questo tipo finiscono per avere sempre un impatto reale. Sugli stereotipi, sui pregiudizi e sulle false rappresentazioni si finisce per costruire una piramide d'odio: prima si discrimina, poi si attacca con parole violente e infine si compiono crimini.
Il nostro pensiero non è solo per coloro che hanno "spalle larghe" per sopportare il peso della violenza verbale e rispondere senza esitazioni, come Daniele Bianucci ha ben fatto. La nostra più grande preoccupazione va alle vittime più deboli che troppo spesso sono costrette a soccombere e a rimanere prigioniere della paura. Fermiamoci in tempo.
Lucca si merita di più.
Nell'attesa che anche l'ordinamento metta a disposizione strumenti di tutela efficaci, spetta a tutti noi e soprattutto a chi svolge ruoli istituzionali o di rilievo pubblico di vigilare, denunciare e respingere le parole d'odio. E' una questione di civiltà. La presa di distanza da questi toni violenti del linguaggio e la loro condanna deve essere totale e senza tentennamenti o attenuanti. Solo in questo si sta davvero al fianco delle vittime. Attendiamo fiduciosi anche una presa di posizione ufficiale del sindaco Mario Pardini, ancora non pervenuta.