La roulette viene da sempre considerata come un gioco di pura fortuna, o per meglio dire "semi-casuale", dove il vero segreto è divertirsi senza avere troppe pretese, o velleità di capire se esiste o meno un metodo per vincere al 100%. Nel corso degli anni, infatti, sono stati tantissimi gli esperti che hanno provato a definire strategie e tattiche per aumentare le percentuali di successo, ma senza per questo riuscire a cavare il proverbiale ragno dal buco. Persino una mente geniale e brillante come Albert Einstein dovette alzare bandiera bianca, di fronte a questa sfida impossibile.
L'aneddoto di Albert Einstein alle prese con la roulette
Persino Albert Einstein decise di provare a sfidare il destino alla roulette, con l'obiettivo di svelare un metodo infallibile per vincere. Il noto matematico trascorse ore intere a osservare il movimento della pallina, sperando di scorgere qualche pattern o una sequenza che potesse scoperchiare il vaso di Pandora. Il genio della fisica, conosciuto per aver svelato i misteri dell'universo con la sua teoria della relatività, sembrava essere l'unico uomo in grado di riuscirci.
Purtroppo, dopo diversi giorni di osservazione e analisi, Einstein dovette arrendersi all'evidenza: non esisteva e non esiste tutt'oggi alcuna strategia o formula matematica che possa garantire una vittoria sicura alla roulette. Così il buon Albert decise di passare alla storia in un modo tutto suo, pronunciando la famosa frase: Non si può battere la roulette, a meno di rubare i soldi quando il croupier non guarda. Un'affermazione ironica che può essere considerata valida ancora oggi.
L'aneddoto in questione spiega perfettamente qual è la natura profonda della roulette: un gioco che, per sua stessa definizione, è quasi del tutto casuale e non può essere svelato utilizzando tecniche come il calcolo delle probabilità perché - come si suole dire - "la pallina non ha memoria". Il suo moto può essere però influenzato dalle imperfezioni e dai segni che si trovano sulla ruota, o sulla pallina stessa: è per questo motivo che viene definito, appunto, semi-casuale.
Americana, Europea o Francese: cambia qualcosa?
No, assolutamente. In nessuno dei tre casi esistono delle tecniche valide per poter aumentare le proprie chance di vittoria. Oltre ad Einstein, in tanti ci hanno provato. Dall'applicazione della sequenza di Fibonacci fino ad arrivare alla D'Alembert, passando per la Martingala, non è mai esistita una sola tecnica in grado di ottenere il risultato sperato. Una regola che vale anche per giochi live come la American Roulette, che oggi va molto di moda e che troviamo in diversi casinò telematici con modalità dal vivo.
Come detto, c'è un motivo per cui la roulette non ammette strategie particolari per giungere alla vittoria. Al contrario del poker o del blackjack, infatti, qui il risultato finale dipende solo ed esclusivamente dal caso, dunque dalle volontà della Dea Bendata. A meno di non voler credere a teorie piuttosto bizzarre come quella della distorsione delle caselle. Da un lato è vero che ogni ruota si comporta in modo diverso, ma dall'altro è praticamente impossibile prevederne i risultati.