Quante volte nella vita capitano degli ostacoli sulla nostra strada, barriere che incontriamo sui sentieri del vivere e che ci appaiono come muri invalicabili? Continuamente! La reazione, spesso, dopo averci sbattuto forte e ripetutamente, è quella di arrendersi, con la convinzione che ogni nuovo tentativo sarà l’ennesimo fallimentare.
Anche Andrea Lanfri, alle soglie dei 30 anni, circa 6 anni fa, ha incontrato un ostacolo di nome “meningite fulminante”, senza preavviso, senza nessuna avvisaglia, la sera prima stava mangiando il sushi con gli amici, il giorno dopo è arrivata la febbre alta e poi il coma.
Eh no, la vita non ti avvisa, oggi hai tutto, domani il mondo ti crolla addosso, come un temporale improvviso in un giorno di sole. A quel coma è seguita la perdita totale degli arti inferiori e parziale degli arti superiori, dolore, sofferenza, riabilitazione, accettazione, un’esistenza da ricominciare da capo.
E Andrea, anziché arrendersi, ha deciso di ripartire dallo sport, dimostrando che quelli che noi chiamiamo “ostacoli” sono ciottoli se paragonati ai massi insormontabili da lui superati.
Non aveva più le gambe? Beh, allora era il momento di correre, più veloce e meglio di prima perché, come ribadito da lui davanti agli studenti delle classi quarte dell’Istituto professionale “Giorgi” di Saltocchio, la sua caparbietà dopo la malattia e la sua nuova condizione si è addirittura amplificata.
Prima l’atletica, ora la montagna, il progetto “From 0 to 0”, il prossimo 24 aprile, 37 km in bici da Marina di Pisa al Monte Serra e poi altri 35 km di corsa, il sogno immenso di scalare l’Everest. Per Andrea Lanfri i limiti non esistono, sono solo nella testa di chi vuole vederli.
Ed oggi questo grande atleta e uomo, davanti ai giovani studenti accorsi ad ascoltarlo, attenti, partecipi, e curiosi, ha impartito l’ennesima grande lezione: se non si può più camminare, si può sempre “imparare a volare”!
Beniamina Callipari