Il calcio italiano e tutta Italia è in lutto: Gigi Riva si è spento nella giornata di ieri, nel reparto di Cardiologia dell'ospedale San Michele di Cagliari dove era ricoverato per un infarto accusato sabato mentre era a casa sua. Le condizioni dell'ex attaccante del Cagliari e della Nazionale non sembravano critiche tanto è vero che nel pomeriggio era stato emesso un bollettino medico che parlava di "un paziente sereno e in condizioni stabili" con accertamenti clinici che sarebbero stati svolti in seguito. Invece poco dopo, intorno 19.30, un altro malore, quello che ha portato la morte. La notizia è arrivata a tutti, mentre stava iniziando la finale della supercoppa italiana a Dubai , una competizione dove si pensa solo ai soldi, pochissimi valori, solo apparenza, un calcio italiano svenduto agli arabi , al posto di tenere la competizione in Italia e agli italiani. Questa considerazione , perché Gigi Riva, era totalmente opposto a questa mentalità, nel 1973 rifiutò un sacco di soldi dalla Juventus, per rimanere nella sua squadra del cuore , il Cagliari.
Riva è stato la bandiera : con gli isolani ha giocato dal 1963 al 1977, collezionando 315 presenze e 164 reti. E ha vinto uno scudetto . Rombo di Tuono resta il più grande attaccante azzurro con 35 reti.
La sua grandezza, era specialmente quella da uomo, quasi tutti, per soldi baciano tante maglie e cambiano squadra , lui no, una bandiera, rimasto fedele alle sue radici e alla gente di Cagliari per sempre. Campione di signorilità, di correttezza, di etica applicata al pallone. Per questo è stato capace di ricoprire con classe ed eleganza anche ruoli dirigenziali in Federazione. Era il saggio, dove i giovani e gli allenatori, chiedevano consigli. Nel calcio, mi sono occupato di molte cose, a livello organizzativo, ma difficilmente ho trovato fascino, per la storia di un calciatore. Per caso, qualche anno fa ho incontrato Gigi Riva, a Roma , sul ponte Duca D'Aosta, vicino allo stadio olimpico, è stato stupendo, era molto gentile e quasi paterno, gli chiesi un consiglio personale, fu veramente breve ma intenso. Riva ci riporta a un mondo antico, forse irriconoscibile per i giovani di oggi, ma proprio per questo di grande ispirazione. L’infanzia segnata dai lutti familiari nell’Italia impoverita del Dopoguerra; l’aereo a elica che a diciott’anni lo portò da Varese a Cagliari; la Sardegna che lo accolse come la madre che non aveva più; la cavalcata del Cagliari verso il suo primo e ultimo scudetto; la gloria con i 35 gol segnati per la Nazionale.
Accanto a lui, la compagna Gianna e i due figli Nicola e Mauro. Il direttore Aldo Grandi e tutta la redazione, fanno le più sentite condoglianze alla famiglia. Addio al più grande attaccante e uomo Italiano della storia del calcio, cioè Gigi Riva.