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Scritto da Valter Nieri
Sport
23 Gennaio 2025

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Lucca torna protagonista nell' ospitare la carovana rosa dopo il successo dello scorso anno, quando il Giro d' Italia tornò nella nostra città dopo un buco di 39 anni. Un plauso va all' amministrazione comunale con in primis il sindaco Mario Pardini e l'assessore allo sport Fabio Barsanti, per avere insistito ed essersi a lungo adoperati nel riproporre uno fra gli eventi sportivi più sentiti. ed anche un bell' impegno per i rispettivi presidenti provinciali F.C.I. Pierluigi Castellani ( Lucca ) e Benedetto Piccinini ( Pisa ). Una promozione turistica di rilevanza internazionale per mostrare le bellezze naturali di Lucca ma anche un interesse generale che vuole estendersi con il concetto di una rinnovata e marcata idea di renderla città a misura di bicicletta con una mobilitazione che coinvolge associazioni e comitati legati all' ambientalismo. La crono-individuale che partirà da Piazza Napoleone il 20 maggio dopo il giorno di riposo, per la decima tappa di km. 28,6 avrà effetti suggestivi, sia per lo scenario delle Mura Urbane, sia per l' arrivo in Piazza Duomo a Pisa collegando due città di immenso patrimonio artistico. Una cronometro che non è nuova nella storia del Giro, ma che torna sullo stesso tracciato da Lucca a Pisa, anche se allungata di 3 chilometri e seicento metri, dopo 48 anni. Nel 1977 era valida come 9.a tappa quando il 29 maggio trionfò in Piazza dei Miracoli il norvegese Knut Knudsen in maglia Jollj Ceramica, specialista in volata ma anche grande cronoman oltre che pistard e cacciatore di tappe, al Giro d'Italia nelle sue partecipazioni si impose sei volte. Il 1977 a soli 20 anni Giuseppe Saronni passava professionista ed in quella edizione rosa ci fu l' inaspettata rivalità per vincere il Giro tra il belga Michel Pollentier e Francesco Moser. Un Giro d'Italia dal sapore napoletano con partenza da Bacoli della prima frazione che si snodò fino a Monte di Procida e che si concluse nella splendida Piazza Duomo a Milano. Nella 20.a tappa si dovette ritirare uno dei favoriti di quella edizione, Johan de Muynck e quindi la contesa si limitò fra il suo connazionale e Moser. Per Pollentier fu l' anno di grazia. Dopo la Lucca-Pisa maglia rosa era Francesco Moser che però accusò una crisi nelle tappe in salita e dovette cederla al suo rivale che si tolse la soddisfazione di vincere anche la sua unica tappa di quella edizione l' 11 giugno nella cronometro Binago-Binago di 29 km. Pollentier, che aveva iniziato quel Giro come gregario del grande velocista Freddy Maertens, si ritagliò quindi un ruolo a sorpresa galvanizzando il suo percorso dopo aver indossato la maglia rosa. In carriera dette un altro grande dispiacere al campione trentino tre anni dopo battendolo anche nel Giro delle Fiandre impedendogli il successo in quella classica monumento che manca nel palmares di Francesco Moser. Per Pollentier quei successi , assieme a due campionati nazionali in linea, rimasero isolati nel resto della sua carriera. Quella cronometro i meno giovani la ricorderanno anche per l' esordio in stagione da neo-professionista del lucchese Antonio Bonini che ottenne il settimo posto assoluto in maglia Fiorella e seguito lungo l' intero tracciato in ammiraglia dal saggio del ciclismo lucchese Pierluigi Poli (anche per lui si trattò di un esordio nel professionismo ndr) come D.S. sia pure chiamato soltanto per quella occasione.  Bonini nacque ciclisticamente nell'U.C. Lucchese, dopo una combinazione trattata da Piero Pieroni dove fece la trafila giovanile per 6-7 anni fino al professionismo ed aveva come D.S. Pierluigi Poli e D.T. Carlino Bernardini. Il giorno seguente la cronometro fu presentato da Luciano Pezzi a Felice Gimondi, vincitore del Giro l' anno precedente e sorpreso dell' ottimo risultato per un allora neo-professionista.
IL GIRO D' ITALIA TORNA INVECE A PISA DOPO 45 ANNI, OSSIA DAL TRIONFO DI JORGEN MARCUSSEN
Fra i grandi specialisti della prova contro il tempo a cavallo degli anni 70-80 c'è un danese adottato per tanti anni dai lucchesi: Jorgen Marcussen. Si metteva spesso in evidenza sfidando la sua forza e resistenza fisica applicandosi con determinazione e metodo fissando gradualmente obiettivi fattibili e concreti.  In maglia Inoxpran si aggiudicò la quinta tappa del Giro il 20-5-1980 nella cronometro individuale Pontedera-Pisa di Km. 36 in maglia Inoxpran, lo stesso giorno in cui Bernard Hinault tolse la maglia rosa a Francesco Moser. È stata quella l' ultima volta che il Giro aveva fatto sede di tappa a Pisa nella corsa rosa, mentre il giorno precedente si svolse la quarta tappa in linea da Parma a Marina di Pisa di Km. 193 vinta da Dante Morandi. Quindi dopo 45 anni la città della Torre Pendente torna ad ospitare una fra le crono più suggestive che potrebbe incidere anche sulla classifica finale.
IN MAGLIA FANINI MARCUSSEN CHIUSE LA CARRIERA NEL 1989
Anche per Jorgen Marcussen, come per tanti altri ciclisti gli ultimi anni di carriera hanno avuto un' ancora di salvataggio in maglia Fanini, in un Team elaborato e gestito dal suo fondatore Ivano Fanini che, con budget ristretti e senza contributi istituzionali, ha sempre elaborato strategie di gestione riuscendo a rigenerare corridori che sembravano finiti e che invece tutto ad un tratto ritrovavano lo smalto dei tempi migliori. Fra i suoi tanti record quello di avere per anni gestito due squadre professionistiche, le uniche mai più esistite nella provincia di Lucca e in Toscana. Inizialmente presero il nome di Murella-Fanini e Fanini-Seven Up, successivamente Pepsi Cola-Fanini e sempre Fanini-Seven Up prima dell' avvento di Amore e Vita, sempre fondata e gestita dal patron lucchese. Marcussen dopo quella vittoria al Giro del 1980 accusò un periodo di crisi e fu rigenerato proprio da Fanini tornando al successo nel 1986 nella sua prima stagione capannorese ottenendo due vittorie fra le quali il Trofeo Matteotti, mentre nel 1987 vinse in maglia Pepsi Cola-Fanini la 2.a prova Gran Premio Sanson. Per il cronoman danese un quadriennio con Fanini pieno di soddisfazioni prima di ritirarsi nel 1989. Nel 1988 è stato uno dei pochi ciclisti nella storia a correre per due squadre diverse: la Pepsi Fanini e la Seven Up-Fanini, gestite dallo stesso patron ma rivali in tante corse.
IVANO FANINI dice: "Jorgen Marcussen è stato un ciclista tenace ed ha contribuito a dare lustro alle mie squadre professionistiche. Sono contento di aver contribuito con i miei tecnici a farlo ritornare al successo quando non attraversava un bel momento. Un ciclista che entusiasmava per polidietricità e completezza. Abbiamo trascorso assieme un quadriennio togliendoci diverse soddisfazioni anche a livello di squadra."
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