Tra gli spettatori del 1.o Trofeo Vivaldo Cipollini, in programma sabato a Massa Macinaia, ci sarà anche il patron di Amore e Vita Ivano Fanini. La corsa, riservata alla categoria juniores, voluta da Re Leone Mario Cipollini ed organizzata dal G.S. Porcari Lucca Sport Events, ha smosso le motivazioni del patron lucchese fortemente legate ai numerosi ricordi che conserva per Vivaldo Cipollini ed i suoi figli Cesare, Mario e Tiziana per il loro passato in maglia Fanini.
Allora Ivano ha deciso di tornare alle corse? Sabato sarà a Massa Macinaia?
"Sicuramente-risponde il patron lucchese-non posso mancare ad una corsa dove si ricorda il mio grande amico Vivaldo. Fra noi c'era un rapporto di stima e amicizia, altrimenti non avremmo potuto rimanere in contatto per così tanti anni. Anche quando i suoi figli Mario e Tiziana, ancora minorenni, correvano per le mie squadre, cercavamo di dire la nostra in maniera pacata, raggiungendo sempre una posizione di accordo. La maglia Fanini è l'unica che hanno indossato tutti e tre i fratelli ciclisticamente ed anche questo è un motivo che mi lega a loro affettivamente".
Lei è stato vicino a Vivaldo anche dopo l'incidente che l'ha portato alla morte?
"Certo. Fino agli ultimi giorni che ci ha lasciato nel 2010, all'età di 78 anni, gli sono sempre stato vicino, andandogli a fare visita alla Casa di Riposo di Marlia dove era ricoverato da anni. Ho sempre cercato di aiutarlo dandogli speranza, quando si sfogava sul suo infortunio o su altri argomenti. Gli faceva piacere ricordare la carriera di suo figlio Mario, diventato il più forte velocista del mondo di tutti i tempi".
Ci può ricordare qualche episodio?
"Vivaldo ha avuto il merito di avere messo in bicicletta Mario e Cesare (Tiziana ha corso poco ndr). Due grandi talenti, uno da dilettante (Cesare) era un fenomeno. L'altro (Mario) lo è stato per tutta la carriera. Con il passare degli anni l'amicizia fra me e Vivaldo si era consolidata, in virtù di una comunanza ideale e caratteriale. Quando Mario aveva appena sei anni, nel 74, impuntò per la prima volta i pedali su una bicicletta e questa era una bicicletta Fanini di colore azzurro, allestita a livello meccanico da mio fratello Michele scomparso di recente. Le prime pedalate Mario con quella bicicletta le fece a Porcari assieme a suo padre Vivaldo. Indimenticabile per me la gioia che mi dette lo stesso Mario quando nell'85, indossando i colori della Porcari-Fanini, all'età di 18 anni, da juniores si impose nel campionato del mondo della 4x70 km. Posso dire di averlo lanciato con le mie squadre e lui mi ha ricambiato la fiducia vincendo ovunque ed impinguando la mia bacheca di trionfi con il primo dei diversi titoli mondiali conquistati in 50 anni fra dilettantismo e professionismo."
E di Cesare cosa ricorda?
Ha corso con la mia Fanini nell'85 e nella Pepsi Cola-Fanini nell'87 anno in cui si impose nel prologo della Vuelta a Mendoza in Argentina e nella 5.a tappa dello stesso giro sudamericano. Aveva tanta classe, peccato che da professionista non è riuscito a sfruttarla come avrebbe dovuto".
Questi sono gli unici motivi per la sua presenza alla gara juniores di sabato?
"Non solo. Fra le squadre partecipanti è iscritta anche Mamma e Papà Fanini di Livorno e la mia presenza potrebbe essere di sprone alla squadra che porta il nome dei miei amati genitori. Poi ad organizzare la corsa c'è il G.S. Porcari, il cui presidente Lido Del Carlo è stato in passato un mio corridore nelle varie categorie giovanili. Mi fa veramente molto piacere che Mario Cipollini abbia voluto questa corsa e si sia prodigato per alimentarla anche a livello economico. Un bel gesto che gli fa onore. Pensare che quando era bambino lo tenevo in braccio mettendogli già allora in testa il ciclismo e la maglia di campione del mondo ed oggi me lo ritrovo da adulto a ricordare le sue origini ed il suo grande papà dopo aver fatto una carriera irripetibile per qualsiasi corridore, trasmettendo la sua passione ed i valori del ciclismo ad una nuova ondata di giovani. E' così che questo sport può continuare ad avere un futuro...."