Le lacrime ininterrotte, la grandissima commozione, la gioia di aver assistito a un miracolo sportivo al quale si è consapevoli di aver, anche se in minima parte, contribuito.
Matteo Martinelli, il direttore tecnico della Virtus Lucca, non riesce a contenere l’emozione per l’impresa di Marcell Jacobs, il primo italiano in grado di vincere una medaglia d’oro olimpica nei cento metri, gara fino a questo momento preclusa a tutti i suoi connazionali che non erano mai riusciti nemmeno a strappare il pass per la finale. Una prestazione stellare e in crescendo, i nuovi record italiano ed europeo, e poi dritto fino a quella medaglia che brilla di una luce ancora più intensa.
“C’è grandissima soddisfazione da parte di tutti – afferma Martinelli -, da parte della società e di tutto l’ambiente. È stata scritta una pagina storica dello sport italiano, non solo della Virtus Lucca o dell’atletica leggera. Abbiamo creduto in Marcell Jacobs dal primo momento in cui è arrivato con noi, nel 2012, perché abbiamo saputo riconoscere in lui un talento. A quel tempo, l’allora ct azzurro preferì non convocarlo ai campionati del mondo Juniores a Barcellona e io invece, nonostante la sua specialità fosse il salto in lungo, ebbi il coraggio di schierarlo nella staffetta 4x100 ai campionati italiani a Bressanone dove il quartetto centrò un bronzo rimasto storico poiché miglior piazzamento di sempre nel campionato italiano assoluto della Virtus. Sono orgoglioso di aver alimentato la sua passione e di averlo supportato e incoraggiato in un momento delicato all’inizio della sua carriera. Ho agito in linea con il nostro modo di lavorare sui giovani, con attenzione e sensibilità. Alla gara di Bressanone è arrivato in macchina con me, mia moglie e la primogenita delle mie due figlie, che siamo passati a prenderlo all’uscita di un casello autostradale. Nel 2014 il suo passaggio alle Fiamme Oro Padova ha dato inizio al suo fantastico percorso sotto la guida attenta e puntuale del tecnico Paolo Camossi, ma Marcell ha sempre continuato a gareggiare per la Virtus nei campionati di società, presenziando alle feste sociali e raggiungendo la squadra anche quando era impossibilitato a gareggiare perché infortunato. È un ragazzo che sa farsi voler bene e sa farsi apprezzare anche fuori dalla pista per le sue qualità umane. Siamo rimasti legati a lui e alla mamma Viviana da una profonda amicizia e da una grandissima stima. Come società abbiamo sempre preferito rimanere un passo indietro, quasi in disparte, in linea con la nostra filosofia societaria ed è così anche oggi in cui il palcoscenico è e deve essere tutto di Marcell e del suo allenatore. Abbiamo sempre pensato – conclude Martinelli - che i risultati sportivi siano dovuti al merito dell’atleta e del tecnico mentre il bravo dirigente è colui che sa quando intervenire e quando non farlo, ma che sa lavorare bene dietro le quinte per creare i presupposti per il miglioramento degli atleti. E ritengo che sia doveroso riconoscere l’ottimo lavoro di Segio Baldo, direttore tecnico delle Fiamme Oro. Questa vittoria è per noi motivo di incredibile felicità”.
Una felicità trasversale, che coinvolge e unisce. Una medaglia arrivata a Tokyo ma che è partita anche un po’ dal campo scuola Moreno Martini di Lucca.