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Scritto da Redazione
Sport
12 Maggio 2020

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La regista Noemi Signorile, dopo gli scudetti conquistati a Bucarest ed a Cannes è pronta a rimettersi in gioco nel campionato italiano affrontando una nuova stagione al Cuneo Granda.

Un campionato che l'ha vista in passato protagonista, dove torna a confrontarsi con le migliori squadre iniziando a 30 anni la fase due della sua carriera con più esperienza e la giusta maturazione. "Avevo espresso il desiderio di tornare in Italia - dice la regista sangilliese - e possibilmente in Piemonte dal momento che i miei genitori risiedono a Torino e vivo con mio marito a Novara. Volevo accorciare le distanze dopo aver provato grandi emozioni nel vincere scudetto e Coppa di Romania con il CSM Bucarest e scudetto e supercoppa di Francia con l'RC Cannes. Assieme al mio procuratore Stefano Bartocci credo di aver trovato la sistemazione giusta in una squadra solida e ben strutturata che guarda avanti con fiducia, crescita ed innovazione".

L'alzatrice ne ha fatta tanta di strada dopo che a soli 15 anni esordì in A1 a Chieri e fatalità della sorte proprio a Chieri è stato il primo successo in A1 del Cuneo due stagioni fa quando per la prima volta nella sua storia è salito nella categoria principale arrivando a disputare i play-off scudetto.

A Cuneo c'è tanta voglia di volley ed è molto capiente e ben strutturato il suo palasport di San Rocco Castagnaretta, pronto ad esplodere di gioia apprezzando lo spettacolo ed i gesti tecnici delle atlete. Le pennellate e le strategie di gioco di Noemi sapranno conquistare subito i nuovi tifosi, così come il suo talento nel palleggio ed i suoi movimenti fluidi e veloci.

Un'atleta cresciuta tecnicamente grazie alla sua etica lavorativa, alla passione ed al suo entusiasmo. Non ultima la sua tecnica naturale che le consentì di vincere l'europeo Under 19 e di esordire a 20 anni nella nazionale maggiore. Era uno degli astri nascenti del volley azzurro e ha confermato sul campo queste premesse arrivando a vincere la Coppa del Mondo in Giappone nel 2011 ed a vivere il clima fantastico ai mondiali di Italia 2014 anche se la sua carriera azzurra è stata limitata dalla concomitanza nel suo ruolo di Eleonora Lo Bianco, una fra le più grandi palleggiatrici di sempre.

Un rimpianto che si porta dietro?

"Non più di tanto - risponde l'atleta piemontese - da lei ho imparato tanto e mi è servita a crescere. Era soltanto da ammirare: impassibile, riusciva a giocare con la stessa espressione nell'intera partita, sempre concentrata".

Con la nazionale è un capitolo chiuso oppure ci spera ancora...

"La speranza è sempre forte. Resto in attesa e questa è un'altra mia motivazione nel far bene con il Bosca San Bernardo Cuneo".

Dei tre scudetti, il primo conquistato a Bergamo nel 2011 ed aggiungerei anche la Coppa Italia di Novara nel 2014, quale le ha datto maggiori soddisfazioni?

"Sicuramente quelli di Bucarest e Cannes, perchè li ho vinti da protagonista. Peccato che il coronavirus abbia infranto i nostri sogni in questa stagione perchè eravamo sempre in corsa per replicare il successo dello scorso anno". Vogliamo chiarire l'episodio del suo misterioso abbandono dal ritiro azzurro nel collegiale di Cavalese a giugno del 2015 ai tempi di Bonitta che destò qualche polemica? "Come dissi allora ripeto oggi. Fu soltanto per problemi familiari. Non per mancanza di rispetto a coach Bonitta e nemmeno per qualsiasi altro motivo tecnico".

I RAPPORTI CON LE LUCCHESI NADIA CENTONI E LUNA CAROCCI

In carriera la regista ha avuto rapporti con tante buone giocatrici. Fra queste Nadia Centoni e la globetrotter Luna Carocci, le due lucchesi di maggior successo nella storia di questo sport. Ci può dare un giudizio?

"Con Nadia Centoni ho giocato in nazionale. Un opposto molto forte fisicamente. Gran parte della sua carriera è legata al Cannes, dove ho giocato nell'ultimo biennio. Di quella società è l'icona. Una storia fissata, come congelata per essere trasmessa ai posteri. Il suo numero 13 è stato ritirato e non verrà più indossato. Luna Carocci è stata la compagna di camera e l'atleta con la quale ho maggiormente legato. Eravamo noi due le uniche italiane in squadra".

DA REGISTA IN CAMPO AD ARTISTA FUORI

Una regista sul parquet che estende le sue qualità artistiche e fantasiose nelle mimiche che mostra nella sua pagina facebook con bravura a riprodurre tramite atteggiamenti del corpo ed espressioni del viso cantanti famosi, musicisti e qualsiasi scena le venga in mente. Creando relazioni e utopie viene in soccorso ai suoi fan intrattenendoli sui propri canali social con comportamenti mai scontati esibendosi spesso assieme al suo cane Macchia, un bel pastore autraliano di nove anni. Noemi e i suoi hobby: "Amo camminare e portare a spasso Macchia, il mio migliore amico. Nella periferia di Novara è molto popolare. La gente lo riconosce e lo saluta. L'ho addestrato e spesso facciamo degli scambi a due. Gli passo la palla e lui me la restituisce a tempo colpendola con il naso."

A CUNEO RITROVA COACH ANDREA PISTOLA

A Cuneo c'è molto entusiasmo per la prima squadra di volley femminile e sono migliaia gli spettatori che gremiscono il Pala Ubi Banca. Una società con occhio incline al movimento giovanile e duecento ragazze che garantiscono il futuro. La A1 sarà affrontata con una formazione rinnovata pronta a sorprendere ancora. Noemi Signorile prende il posto dell'azzurra Carlotta Cambi passata a Il Bisonte di Firenze. La squadra è in costruzione ma oltre a Noemi è già stata ingaggiata la schiacciatrice ventiquattrenne Alice De Gradi, proveniente dalla Millenium Brescia. Importante è stata anche la riconferma del libero ventiduenne Giorgia Zannoni. Coach Andrea Pistola.

"Questo è un altro motivo che mi ha convinto nel trasferimento. Il coach mi ha già allenato a Pesaro nel 2012-13 quando si instaurò una bella armonia con la squadra che ci consentì di arrivare ai quarti di finale dei play off scudetto".

Lei ha giocato in alcune fra le società più blasonate di Europa. Quale squadra le manca dove avrebbe avuto piacere di giocare?

"Direi Conegliano. Non soltanto perché è attualmente campione del mondo. Ogni volta che gioco al Palaverde sono invasa di andrenalina ed il pubblico mi fa incapponare la pelle. Una città che vive di volley e francamente non vedo l'ora di ricalpestare quel parquet."

Dove ha trascorso la quarantena da quando a marzo anche il campionato francese si bloccò?

"A casa, ho preferito tornare a Novara. Nel caso in cui la FFVB avesse deciso di proseguire sarei ritornata a Cannes distante soltanto 3 ore di auto".

Chi sono i suoi primi tifosi?

"Macchia e la mia famiglia. Mio marito Iacopo ed i miei genitori sono sempre venuti a vedermi giocare nelle partite casalinghe anche in Francia. Figuriamoci a Cuneo che raggiungono in un'ora. Una presenza, che, specialmente in età  giovanile, mi rassicurava. Per scorgerli bastava che vedessi scodinzolare Macchia, meglio distinguibile nei gradoni del palasport".

E' iniziata la fase 2, quella prettamente italiana, di una giocatrice di classe cristallina che con la sua integrità fisica e la sua voglia di vincere è pronta ad inoltrarsi in nuove sfide e ad inseguire nuovi trofei dopo essere stata una delle poche nel suo ruolo a vincere lo scudetto in tre nazioni diverse, diventando una star internazionale.


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