ANBI, l’Associazione Nazionale Bowling e Intrattenimento è stata costituita da un gruppo di imprenditori del settore. È il risultato dell’attivismo e della determinazione del Presidente, Marco Raganini, ma che ha incontrato da subito l’adesione convinta di Roberto Franchini, il titolare del Bowling di Lucca, già segretario della ANCB (Associazione Nazionale Centri Bowling) attiva fino a qualche anno fa. Al Bowling di Lucca da anni si realizzano le più diverse attività. Da sempre il centro bowling è sensibile e attivo nei riguardi della socializzazione avendo al centro del proprio interesse le famiglie.
“Molto del nostro lavoro – dice Franchini - è orientato a rispondere alla voglia di divertimento di giovani e meno giovani ma anche di altre categorie, disabili, giocatori e studenti. Siamo luoghi importanti nel difficile compito della socializzazione e del sano divertimento, e di questo ne siamo ben consapevoli.”
Per citare solo l’attività degli ultimi anni, Franchini e il suo staff hanno promosso iniziative legate alle scuole consentendo agli studenti di diversi Istituti di venire al bowling. Appuntamenti al bowling a giocare e a divertirsi insieme. Poi i tanti compleanni che vi si festeggiano per piccoli e meno piccoli che si cimentano tra strike e spare.
Dopo oltre sessant’anni di attività di bowling in Italia gli imprenditori del settore hanno compreso ancora quanto oggi sia importante unirsi per far sentire la propria voce e Roberto Franchini ha ben presente come questa esigenza sia significativa, anche se sposta un poco l’attenzione per il proprio lavoro di imprenditore.
“Stiamo muovendo i primi passi – continua Franchini - ma non è facile vista la situazione emergenziale. Gli impianti di bowling sono in grave sofferenza in tutta Italia. Il nostro comparto non è mai stato indicato nei vari DPCM, considerato il più delle volte come sale giochi quando la nostra identità è ben diversa. Dal lockdown di fine febbraio ci è stato concesso di riaprire parzialmente nel nostro peggior periodo lavorativo (luglio 2020). E abbiamo sostenuto tante spese per mettere i nostri locali in sicurezza. Ma la chiusura disposta a metà ottobre ci ha messo ancora di più in difficoltà. Molti di noi sono impossibilitati a sostenere la situazione e stanno meditando lo smantellamento delle loro attività.”
Si è partiti solo da un paio di settimane e già i primi segnali positivi sono evidenti: quasi 60 gli impianti che hanno aderito e notevole è l’interesse di altre Associazioni di categoria. L’obiettivo è ambizioso, essere l’Associazione di riferimento dell’intero comparto. E gli obiettivi sono ben chiari a Franchini:
“Unirsi per fare in modo, da subito, che sia riconosciuto il nostro diritto nella determinazione dei Ristori, per sopravvivere e avere almeno una possibilità di riprendere il nostro lavoro e continuare a far divertire coloro che decidono di entrare nei nostri locali.”