Le spinte motivazionali spesso permettono ad un atleta di riscattarsi e di "tirare avanti". Grazie ad aver trovato rifugio in Amore & Vita Prodir, che spesso nelle rottamazioni di altre squadre costruisce i suoi successi e obiettivi condividendoli insieme ad i suoi atleti, il molisano Davide Apollonio con la sua vittoria lo scorso anno nella prima tappa alla Volta a Portugal spezzò, al rientro, il lungo digiuno di quattro anni dalle corse, dopo la squalifica per positività all'Epo. Il 1.o agosto a Leiria è resuscitato ritrovando autostima, voglia di correre e l'amore per il ciclismo che fa parte della sua vita già dalle categorie giovanili. Apollonio, 31 anni il 2 giugno, voleva ritrovare quella costanza di rendimento che gli aveva consentito di vincere quattro corse e di lottare nelle classiche di un giorno anche al Giro d'Italia, come quando nella 12.a tappa dell'edizione 2011, dopo aver schivato una caduta, lottò ad armi pari nell'arrivo di Ravenna battuto soltanto da Mark Cavendish in uno sprint emozionante, che vide piazzarsi al terzo posto Alessandro Petacchi. Una carriera interrotta ma il velocista molisano vuole rimettere il tempo perso con i colori arcobaleno della squadra di Ivano e Cristian Fanini. Una carriera che era iniziata da professionista nel 2010 con la Cervélo, per poi proseguire per un biennio con la Ski e successivamente con l'Androni fino alla squalifica. "Ho continuato ad allenarmi-afferma il velocista-fino a che mi aiutò molto a ritrovare la luce il mio ex D.S. Riccardo Forconi che mi allenava da dilettante. Conservando i buoni rapporti con Amore & Vita, sua ex squadra, mi presentò a Cristian Fanini, il quale lo ringrazierò sempre di aver creduto in me."
UN MOLISANO ADOTTATO IN TOSCANA
Con la convinzione di aver sbagliato ed aver pagato caro i suoi errori, Apollonio non ha più smesso di allenarsi in maniera dura, cercando nei suoi allenamenti solitari, rispettando la legge contro il coronavirus, è sempre alla ricerca di convergenze che si concretizzino in risultati importanti. "Spero che finisca presto-dice alla Gazzetta di Lucca-questa drammatica situazione ed a maggio di tornare a correre in tutte quelle classiche selezionate dalla mia squadra. Peccato non aver potuto correre al Giro della Sicilia perchè c'erano tappe a me piuttosto congeniali. Ora l'importante è stare tutti alle regole ed uniti debellare questa pandemia dai risvolti sempre più drammatici". Emigrato in Toscana a 16 anni per dedicarsi al ciclismo, viveva a Scandicci continuando gli studi a Firenze. Cresciuto ciclisticamente nel Vangi, una volta unitosi in matrimonio a Ledina si è trasferito ad Empoli. "Mi sono sposato nel 2014 e ringrazio mia moglie ed i suoi genitori di essermi sempre stati vicini, soprattutto nei momenti di difficoltà".
PASSISTA VELOCE O VELOCISTA PURO?
Patron Ivano Fanini dice: "Abbiamo sempre creduto in lui. La nostra società ciclistica ha cercato nel tempo di dare una mano a coloro che con convinzione volevano riscattare un periodo critico della loro carriera. Altrimenti che Amore e Vita saremmo? Apollonio, lo dico con convinzione, è uno dei dieci corridori al mondo più veloci e lo aspettiamo fiduciosi anche a livello di risultati". "Ringrazio Fanini della stima-risponde l'atleta molisano-ma io mi definirei di più un passista veloce anche se non mi tiro certo indietro se arrivo a disputare la volata, dove se non hai corraggio ed hai un minimo di paura non puoi metterti nella mischia. Al successo iniziale della scorsa stagione non ho dato seguito, perchè credo sia normale che dopo un periodo di inattività si paghi lo scotto del rientro come andare incontro a stress e stanchezza. Ci vuole tempo per riadattare il fisico ad uno sforzo molto grande, ciò nonostante ho ottenuto altri piazzamenti mentre all'apertura stagionale quest'anno sono incorso in due cadute rimediando delle dolorose contusioni al Giro dell'Argentina ed al Giro della Colombia. Spero di trasformare presto gli infortuni in vittorie per ripagare la fiducia di Cristian e Ivano Fanini."
NOSTALGIA DI ISERNIA E DEI MOLISANI
Originario di Isernia, apparsa in questi giorni sulle cronache nazionali per essere l'unica provincia italiana senza casi positivi al coronavirus, al solo rammento Davide si intenerisce. " A Isernia sono legato avendovi passato tutti gli anni della mia infanzia. Un capoluogo che rispecchia la mentalità dell'intera regione, dove le persone si aiutano e poi i vicoli, le piccole piazze e l'arte fanno rivivere la storia conservando le bellezze di un tempo. Il calore e la cordialità della gente del Sud è unico e te ne accorgi quanto ti manca quando vieni via. In prevalenza i residenti sono anziani perchè il territorio non offre molto a livello lavorativo ed i giovani se ne sono andati quasi tutti via, chi verso Roma, chi verso Napoli. Forse è anche per questo motivo che mancano gli assemblamenti e di conseguenza il contagio del coronavirus non ha avuto una diffusione. Sono due tre anni che manco dalla mia terra di origine dove vivono i miei genitori, amici e parenti. Sono in contatto con loro dalle piattaforme di social network e spero di poter dedicare presto loro una vittoria."