C'è chi dice che i sogni muoiono all'alba, chi, invece, dice che i sogni non si avverano mai. Io conosco una persona che i sogni non smette mai di rincorrerli e questa volta ha avuto ragione, perché il sogno è diventato realtà: il Palermo torna in serie B.
Come è facile intuire l'uomo di cui parlo è Silvio Baldini, un uomo prima che un allenatore di cui mi pregio di essere amico.
Era il 2015 quando mio cugino, direttore di alcune testate on line, mi propose se volevo seguire le vicende della Carrarese. Io da appassionato di calcio accettai con entusiasmo. Due anni particolari prima con Remondina che sfiorò un miracolo, poi con Danesi e Firicano per una sofferta salvezza ai play-out. Poi, il fallimento, poi la cordata guidata dal sindaco che non fa morire la Carrarese e quindi la chiamata al timone della squadra di Silvio Baldini.
In una caldissima giornata di luglio, la presentazione e lui che scalda (anche se non ce ne era bisogno) la sala. Vecchi e giovani ultras, tifosi vip e tifosi normali ascoltano le parole di Silvio: sono qui gratis, così faccio come voglio, ma voglio regalarvi un sogno: la Carrarese in serie B.
Ovvio che io il personaggio lo conoscevo, grandi risultati a Empoli, poi l'esperienza che lo segnerà per sempre con Zamparini a Palermo, poi altre esperienze, ultimamente non molto fortunate. E' anche quello conosciuto ai più per il calcio a Di Carlo, insomma un bel soggetto. Dopo un po' di silenzio ecco che accetta di tornare sui campi, questa ennesima sfida, particolare, stimolante, lui che abita lì vicino, lui che è di Massa, ma che vuol fare qualcosa mai fatta finora, portare in B la Carrarese.
Inizia il campionato e io non mi perdo una partita né una conferenza stampa, in una affollata stanza, dove a turno tutti, coordinati dall'amico Fabio, fanno una o più domande. Comincia così il mio rapporto con Silvio, un rapporto che diventa subito speciale, tanto che di prassi la prima domanda Silvio vuole che sia sempre la mia.
C'è stima, anche perché io, se giovane cronista, sono over 60 di età e nasce una vera amicizia. Sono spesso ospite della mensa voluta da lui e dal suoi staff allo stadio, per mangiare tutti insieme e controllare vecchi e giovani, senza stravizi: pasta integrale, carni bianche, crostate, acqua, insomma attenzione anche agli aspetti nutrizionali, un passo avanti specie in Lega Pro. Gli allenamenti in piscina o sulla sabbia, insomma uno avanti e di molto a tanti altri chiacchierati mister.
La Carrarese gioca e diverte, campionati segnati dal bel gioco, dai gol fatti e magari anche da quelli subiti, ma la gente si riconosce in questa squadra che gioca in casa e fuori sempre per vincere. Play-off, un quarto di finale perso col Pisa, una semifinale persa prima dei rigori al 120' a Bari. Insomma il sogno non si realizza.
Poi come in tutte le fiabe, arriva l'orco, sotto forma di pandemia, di crisi di risultati, e lui prima dà e poi ritira le dimissioni fino all'atto finale dove stavolta le presenta irrevocabili.
Sta fermo, ma noi ci sentiamo lo stesso, per gli auguri, per un breve commento, fino a quando una voce di mercato dopo che l'estate lo voleva a Castellamare di Stabia, lo porta a Palermo. La sua città, la squadra è in lotta per i play-off, non sta facendo male, ma la dirigenza pensa ad una scossa e chiama lui: l'uomo dei sogni, Silvio Baldini. Il campionato conferma il valore della squadra, e vuoi anche per la rinuncia forzata del Catania, regala alla fine ai rosanero la terza posizione.
Il resto è storia recente, in un crescendo rossiniano il Palermo vince, supera quarti, semifinale e arriva alla finale col Padova. Vince a Padova e in un Barbera stracolmo vince anche il ritorno e vola in serie B.
Da lì la rincorsa alle interviste, a raccontare chi è il condottiero, chi è con la sua storia, le sue battute, le sue forzature, ma anche la sua sincerità e schiettezza.
La dedica alla moglie che lo sopporta e supporta da sempre, alla sua splendida famiglia, dove anche la figlia, sfortunata per una diversità e per la quale non ha mai parole compassionevoli, ma anzi l'addita ai suoi ragazzi come esempio. E i suoi ragazzi gli credono, non mollano, crescono in autostima, si sentono imbattibili. Rappresentano una città e sanno che avendo alle spalle trentacinquemila anime, non perderanno più.
Lui ora si gode il momento, ha ancora un anno di contratto, ma per lui i pezzi di carta contano il giusto, la firma è un atto leguleio, quello che conta è il progetto, il sogno, la voglia.
Subito dopo la fine della partita gli ho mandato un messaggio, avevo cercato parole stimolanti e di circostanza, volevo fosse retoricamente bello. Dopo qualche ora mi ha risposto semplicemente dicendomi: Grazie Marco del pensiero, un abbraccio. Col cuore possiamo raggiungere qualsiasi traguardo.
Ecco e siccome il tuo cuore è grande tu il traguardo lo hai raggiunto e superato. In una notte calda e afosa di Palermo il sogno si è avverato. Buona estate Silvio, a presto.