'Gli Internati militari italiani: tra prigionia e Resistenza' è l'argomento dell'incontro, introdotto e coordinato da Nicola Barbato dell'Isrec Lucca, in programma lunedì 3 a Palazzo Ducale, con un doppio appuntamento: la mattina per le scuole superiori e il pomeriggio, alle 17, aperto alla cittadinanza a ingresso libero.
Si tratta dell'ultimo incontro inserito nel calendario delle iniziative legate al Giorno della Memoria e organizzate dalla Provincia di Lucca, dalla Scuola per la Pace e dall'Istituto storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Lucca.
A parlare del tema sarà Filippo Masina, assegnista di ricerca dell'Università di Siena e co-autore del libro 'Una straziante incertezza: Internati militari italiani, morte e riconoscimenti della Repubblica'.
Internati Militari Italiani (Imi): così furono chiamati i militari catturati dopo l'8 settembre in Italia e negli altri fronti di guerra, dove, fino a quel momento, avevano dovuto combattere a fianco dei tedeschi.
Posti di fronte alla scelta immediata di combattere nella Wehrmacht o con le SS, rifiutarono e furono - in condizioni disumane - deportati in Germania.
Dopo la costituzione della Repubblica Sociale Italiana, per lunghi mesi, in più di 600mila si rifiutarono di aderire al rinato fascismo, con motivazioni diverse, riconducibili a una volontà di 'resistenza senz'armi'. Vennero considerati 'traditori' e il loro status di prigionieri di guerra fu mutato in quello di 'internati', status che non godeva della protezione della Convenzione di Ginevra per i prigionieri di guerra e della tutela della Croce Rossa Internazionale.
In 50mila morirono nei campi e molti altri, al ritorno in patria, persero la vita a causa di malattie contratte durante la prigionia.
La storia degli IMI è stata per lungo gempo dimenticata, ma da qualche anno è tornata al centro del dibattito, in quanto si tratta di una pagina importante che trova posto a pieno titolo nella storia della nostra Resistenza e che venne definito 'il primo referendum contro i nazifascisti'.
Per quanto riguarda le scuole, è obbligatoria la prenotazione, mentre i docenti che parteciperanno all'incontro in orario pomeridiano riceveranno un attestato di presenza.
Prosegue, intanto, fino al 26 febbraio la mostra 'I Giusti tra le Nazioni', curata dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme e presentata in Italia dall'associazione Figli della Shoah, progetto espositivo per rendere omaggio a coloro che si prodigarono attivamente per prestare assistenza agli ebrei e per salvare la loro vita.
L'esposizione è allestita in Sala Accademia I a Palazzo Ducale: oltre alle visite guidate gratuite per le scuole del territorio (prenotazione obbligatoria), è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 a ingresso libero.
Per informazioni e prenotazioni si può contattare la Scuola per la Pace della Provincia al numero 0583/417481 o alla mail