“Non si può più dire niente”: questo il titolo del panel incentrato sull’importanza delle parole nell’epoca delle censure che, a partire da un ambito di nicchia, ma culturalmente rilevante come quello del fumetto, ha visto gli autori intervenuti spaziare dalla graphic novel alla vignetta satirica, dal giornalismo all’animazione per capire se veramente non si può più dire niente, e come si può e si deve lottare per la libertà d’espressione e informazione.
L’incontro si è aperto con il ricordo di Mahasen Al-Khatib, l’illustratrice che lo scorso 18 ottobre ha perso la vita a soli 31 anni durante un bombardamento nella striscia di Gaza: a lei è stata conferita ieri sera, in occasione dei Lucca Comics & Games Awards, una menzione speciale per l’universalità e l’umanità del suo messaggio artistico e culturale, un riconoscimento nato dall’iniziativa congiunta di oltre 300 artisti e artiste e prontamente accolta dalla giuria.
Dopo questo significativo ricordo, nella sua prima parte l’incontro ha affrontato il tema del rapporto fra giornalismo e censura, chiarendo innanzitutto le forme subdole e pervasive in cui quest’ultima si manifesta nella nostra epoca: “Particolarmente pericolosa è la querela preventiva, che è essenzialmente un atto terroristico legalizzato: stabilisce che se uno ha tanti soldi e può pagare tanti avvocati può far tacere chi non ha abbastanza soldi per controbattere - ha esordito Andrea Coccia, giornalista co-fondatore di Slow News e direttore responsabile della Revue Dessinée Italia - Ma ancora peggio è la censura del rumore: non c’è nemmeno bisogno di zittirci, perché è tanto il caos, tanta la polarizzazione sui mezzi d’informazione che semplicemente molte cose sono invisibili. Noi stessi con i cellulari in tasca siamo costanti produttori d’informazione: è importante cercare di limitare l’iperproduzione, così da poter dare spazio a tutto”.
Ma persistono anche modalità più invasive di censura: è il caso di molti disegnatori condannati al carcere, come il saudita Mohammed al-Hazza, incarcerato per 23 anni, o l’egiziano Ashraf Omar, cui non è nemmeno stato concesso di incontrare un avvocato. “Casi del genere sono moltissimi in tutti i paesi del mondo: negli Stati Uniti ad alcuni vignettisti sono stati cancellati i contratti con grandi quotidiani perché hanno parlato di Netanyahu- ha osservato Gianluca Costantini, impegnato nell’ambito del giornalismo a fumetti- I disegnatori sono tra i primi che vengono censurati quando un governo diventa autoritario. Io che faccio disegno politico spesso mi sono autocensurato, ma so che prima o poi con questa modalità i problemi arriveranno anche ai disegnatori italiani”.
Recentemente Costantini ha lavorato alle illustrazioni di Zodiac, graphic memoir dell’artista Ai Weiwei che è stato lui stesso vittima di censura: “Questo lavoro nasce da un rapporto di amicizia, ma soprattutto dalla volontà di parlare di diritti umani: ci sono 12 storie nascoste, una per ogni segno zodiacale, ciascuna riguardante i diritti umani violati nel mondo. È un libro che guarda al futuro”, ha spiegato Elettra Stamboulis, co-autrice dell’opera.
Questo lo stato attuale del giornalismo e dell’informazione; la satira, invece, come se la cava? “È sicuramente cambiato qualcosa: ci sono voci della nostra società che finalmente hanno l’occasione di dire cosa pensano su cose che noi abbiamo sempre preso per scontate, ma scontate non lo erano- ha dichiarato Daniele Fabbri- Il problema è che questo dibattito serio e importante è finito sui social. È positivo che la società si evolva e progredisca: chi vive questa situazione con piglio da vittimista è un piagnone. Se sei interessato a lanciare provocazioni e lo fai davanti a una società che sta cambiando, ti rendi conto che la realtà non è quella che pensavi di avere davanti e in base a quello fai le tue provocazioni, preoccupandoti del mondo che hai davanti e non di quello che vorresti avere davanti”.
“Nella mia carriera non ho mai subito censure, perché non le ho accettate. Il fumetto è un ambito di nicchia, se vuoi leggerne uno devi andare a comprarlo, per cui sai cosa aspettarti: se le stesse cose cerchi di farle su un altro canale, allora scatta la censura- ha aggiunto Emanuele Pagani- Io sono sempre rimasto lì dov’ero, se fare il salto a livello comunicativo voleva dire accettare delle limitazioni io non l’ho fatto. Fare satira è sempre stato difficile, non penso che sia più difficile ora, anzi: prima la satira veniva da una certa area di pensiero verso un’altra, ora va in entrambe le direzioni, e questo è più divertente”.
“Quello che è importante capire è che la censura non serve a bloccare noi autori, ma voi lettori: lo scopo vero non è limitare la nostra libertà di espressione, ma la vostra libertà di scelta- ha concluso Fabbri- La censura nasce per controllare le emozioni dei lettori sulle cose, perché non provino emozioni positive su come che la società considera negative”.
Al panel ha partecipato anche una disegnatrice tra gli ospiti più attesi e anticipati di questo Lucca Comics & Games: Zainab Fasiki, una delle tre autrici protagoniste della mostra “Kalimatuna” a palazzo Ducale, che ha ottenuto ricognizione internazionale per la sua “guida all’educazione sessuale” a fumetti Hshouma.
“Ho fatto firmacopie in quasi tutte le città del Marocco, il mio paese: ogni volta era pieno di genitori che per la prima volta avevano trovato una sorta di manuale che spiegasse temi come l’identità di genere, l’orientamento sessuale, il clitoride, tutti dei tabù. Ho persino ricevuto supporto dal governo, tanto che una copia di Hshouma si trova nel palazzo reale, ed è stato tradotto in cinque lingue- ha affermato Fasiki- Qui sono venuta anche a presentare Iraniana, in cui racconto la storia di una ragazza lesbica di 19 anni che vive a Teheran. Cosa possiamo fare per cambiare le cose? Io disegno fumetti: penso che i libri siano il migliore antidoto pacifico”.
“È vero, fare fumetti può essere un antidoto a un certo tipo di ignoranza che magari non è nemmeno cattiva: l’ho provato sulla mia pelle quando ho fatto coming out come donna transgender, una volta durante un evento delle persone si sono alzate e sono uscite quando l’hanno scoperto. Queste persone magari non si sono rese conto che davanti a loro non c’era un argomento, ma un essere umano- ha commentato Fumettibrutti, altra protagonista di questo modulo sulla sessualità- Quando critico il sistema binario di genere vengo tacciata come pazza, e in certi posti non arrivo perché parlo di cose che potrebbero mettere in crisi un intero sistema. Io sto qui, e ci sto per chi vuole ascoltare una versione diversa della storia: le artiste donne sono sempre state cancellate dalla storia perché facevano paura, e le persone non binarie e transgender ancora non ci sono. Io sono una delle poche in Italia che fa fumetti di successo: mi auguro che il bicchiere traboccherà ad un certo punto. Un giorno mi dovrete vedere per forza, perché urlerò più forte di tutti”.
L’ultima sezione del panel ha visto protagonista Mara Famularo, che ha illustrato alcuni esempi di censura negli anime con cui molti di noi sono cresciuti, da Lady Oscar a I Cavalieri dello zodiaco e fino a Sailor Moon.