Esprimono rabbia e forte rammarico i sindacati provinciali di Fipe baristi e Fipe ristoratori Confcommercio, nel commentare l'annuncio del Comune con il quale è stata ufficializzata la mancata proroga della gratuità del suolo pubblico per le imprese aventi diritto oltre la data del 31 marzo, fissata in precedenza dal Governo e valida in tutta Italia.
Un annuncio scaturito al termine di un incontro tenutosi questa mattina (lunedì) su forte pressione di Confcommercio, visto che la data originaria era stata fissata dal Comune per la prima settimana di aprile, a termini governativi ormai già ampiamente scaduti.
"Una decisione sconcertante – affermano Sandra Bianchi, presidente di Fipe baristi, e Antonio Fava, neo presidente di Fipe ristoratori – della quale ci troviamo costretti nostro malgrado a prendere atto, ma che contestiamo con forza. E una decisione che, oltre ad essere sbagliata nella forma, lo è anche nella sostanza: nel comunicato inviato agli organi di informazione, infatti, gli assessori Lemucchi e Martini spiegano come "il Comune non possa farsi carico" di questa proroga, quasi che la crisi di imprese devastate dalle ricadute della pandemia non fosse un loro problema. E ancora, come il "prorogare la gratuità del suolo pubblico avvantaggerebbe solo le categorie della ristorazione". Viene usato proprio questo verbo: avvantaggiare. Quasi come se in questa situazione i pubblici esercizi fossero una parte privilegiata".
"Ignorando completamente - aggiungono i vertici Fipe - quindi, il fatto che i nostri siano stati in realtà i settori più colpiti dalle restrizioni anti covid, con mesi di chiusure complete o a singhiozzo. E ancora, ignorando completamente il fatto che oggi, più di altri comparti, debbano fare i conti con i rincari energetici e gli aumenti incontrollati delle materie prime alimentari".
"Siamo naturalmente consapevoli del fatto - terminano i due presidenti Fipe - che servano aiuti concreti anche per le imprese che non usufruiscano del suolo pubblico. E al tempo stesso siamo felici che il Comune metta a bilancio investimenti nel settore eventi, che significano turismo e vitalità per la città, ma non per questa ragione devono essere sacrificate aziende che per sopravvivere e rilanciarsi hanno una drammatica necessità di abbattere i costi, a causa di una crisi di cui non sono in minima parte responsabili".