Primo giorno di chiusura delle Mura Urbane per i lucchesi e non solo. Città vuota, senz'anima e senza corpo in una domenica soleggiata e primaverile che ha assunto, sin dalla mattina, un'atmosfera spettrale da ultima spiaggia. Nessuno per le strade, tutti in casa. Gli esperti consigliano di muoversi, in un modo o nell'altro, dentro 50 metri quadrati così come dentro 200. Controlli da parte di carabinieri, polizia e vigili urbani, ma c'è ben poco da controllare. A Viareggio, del resto, è stata chiusa la Passeggiata e così anche a Lido di Camaiore e in tutta la Versilia. Dove sarà finita tutta la gente che, prima, sbucava come formiche qui e là...
Oggi, in Lombardia, quasi 300 morti e, complessivamente, 1218. In Toscana 'solamente' otto, ma non importa, nonostante si tratti di una percentuale inferiore all'1 per cento rispetto alla regione più martoriata della penisola. Tutto deve essere chiuso, tutto deve rimanere sbarrato, la democrazia stessa è sospesa, le libertà costituzionali abolite, perfino camminare è verboten. Quando e in base a quali parametri di riferimento verranno riaperti i... confini se sono ermeticamente chiusi con una percentuale così bassa?
Tutta l'Italia deve essere un tutt'uno con la Lombardia e le regioni del nord colpite dalla pandemia. Questa è l'unità che vogliono per salvare il paese. Zero tolleranza, zero deroghe, zero concessioni. Se avete bisogno di respirare aprite le finestre.
Chi deciderà a quale livello di decessi e di contagiati sarà possibile riaprire la circolazione di mezzi ed individui? Non lo hanno detto, non lo sapremo mai.
Ormai esiste solo il Coronavirus, tutto il resto non conta. Ci sono migliaia di persone che si sono battute il petto promettendo di non peccare mai più, altri che si sono riversati nelle più disparate sette religiose in cerca di salvezza, altri ancora che hanno rinnegato quello che hanno fatto fino al giorno prima, come San Pietro sulla via Appia quando incontrò Gesù Cristo. I sensi di colpa, di fronte a questa epidemia dell'assurdo, sono divampati, sono aumentate le autoflagellazioni, le rinunce, i buoni propositi, gli appelli, le mobilitazioni wapp, le condivisioni sui social, le sottoscrizioni per racimolare mascherine e ventilatori per gli ospedali sovraffollati. La bontà ha fatto capolino e le esigenze individualistiche, i sogni, i desideri, il coraggio e la voglia di osare se ne sono andati a puttane o, peggio ancora, a farsi benedire.
Tutto cancellato o, al meglio, rinviato a fine pandemia. E questo vale non solo per gli affari, per i debiti e i crediti, per gli impegni e le promesse, ma, soprattutto, per la sfera affettiva dove la paura del contagio e della fine del mondo ha reso tutti improvvisamente timorosi di dio. Ma arriverà la fine di questa emergenza e, allora, vedremo che cosa sarà rimasto dei propositi e dei pentimenti, delle abiure e delle rinunce. Vedremo, insomma, se il diavolo tentatore, nel bene e nel male, sarà tenuto a debita distanza grazie alle sofferenze di questi giorni o, al contrario, esploderà ancora più forte perché non si può reprimere la natura umana. E chi ci ha provato, virus o non virus, ne è uscito perdente.