“I bar degli ospedali devono restare aperti come servizio accessorio”. A stabilirlo è il decreto del consiglio dei ministri del 20 marzo. Così, nel rispetto dei dettami governativi, ALF Pausa Caffè, il bar situato all’interno dell’ospedale San Luca di Lucca, ogni giorno è aperto, dalle 06.30 alle 18, per affiancare e sostenere il personale sanitario.
“Al di là di ogni decisione governativa – spiega uno dei titolari della società, che gestisce diversi bar ospedalieri in tutta Italia – la nostra è una scelta di responsabilità e di solidarietà. Sappiamo – sottolinea infatti – quello che infermieri e medici si trovano ad affrontare in queste settimane e pensiamo che i nostri servizi possano costituire un attimo di tregua indispensabile durate i turni di lavoro”.
Una scelta sì dettata dal decreto, ma accompagnata anche da un forte senso civico. Per prima cosa, infatti, si deve considerare l’esposizione dei dipendenti del bar che, anche se dotati di tutti i dispositivi di protezione, si trovano ogni giorno a lavorare, in un ambiente sanitario e vicino a figure professionali che a loro volta esercitano a contatto con persone malate: “io penso – prosegue il titolare – che anche i nostri dipendenti, che lavorano in 2 o 3 al massimo per ogni turno, debbano essere considerati degli eroi al pari di chiunque, in questo momento, stia offrendo un servizio indispensabile alla collettività”. Accanto a questo aspetto, non va trascurata anche un’altra questione: rimanere aperti inevitabilmente comporta una perdita in termini economici per l’attività che, sicuramente, con una chiusura temporanea sarebbe stata più contenuta, ma, al tempo stesso, i titolari sono consapevoli dell’importanza dei servizi che offrono e che sono capaci di alleviare il peso del lavoro del personale medico-sanitario.
“Distanti ma uniti” è uno degli hashtag che da giorni circolano sui social network, ma è anche l’ideale che, in queste settimane sta trainando il lavoro di ALF Pausa caffè. Il titolare racconta, difatti, come da questa situazione difficile sia potuto germogliare un forte spirito di vicinanza e collaborazione capace di dare il via ad una catena di aiuto e a importanti forme di autoorganizzazione tra privati e aziende: “abbiamo ricevuto sostegno dai grossi fornitori come Covim, che ci fornisce le caffè, e Unilever (Algida)che ci stanno aiutando non facendoci pressione sui pagamenti o, addirittura, permettendoci di spostare in avanti alcune fatture, ma anche noi – conclude – a nostra volta stiamo supportando i piccoli fornitori locali, come il panettiere e il fruttivendolo, cercando di rimanere in pari con i pagamenti per non metterli ulteriormente in ginocchio”.