E’ nato a Udine nel 1973, laureato in giurisprudenza, ha intrapreso la carriera nella Benemerita nel 1994, dando inizio al percorso professionale da ufficiale nel 2009 presso la scuola ufficiali carabinieri di Roma.
Alla fine del percorso addestrativo è stato impiegato diversi anni presso il nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli, dove ha maturato la sua esperienza lavorativa nel settore delle indagini in tema di criminalità organizzata in Campania, nelle province di Napoli e Caserta.
Si tratta del capitano Francesco Materiale, che ha dato il cambio della guardia al collega Ventrone a settembre e che tutto si sarebbe aspettato, tranne di affrontare la sua prima stagione estiva da comandante dei carabinieri all’Elba, nello scenario del Covid-19.
Comandante, come si sono comportati gli elbani durante questo periodo di quarantena? Ci sono state notevoli irregolarità? E richieste di aiuto?
“Genericamente parlando gli elbani si sono comportati benissimo: la prima fase (che prevedeva la denuncia a piede libero) ha reso necessario qualche intervento in più, data ancora la poca chiarezza di quello che stava accadendo. Ma all’indomani del primo caso accertato sull’isola di Covid si sono tutti un po’ spaventati e le cose sono diventate più semplici anche per noi: ad un tratto i cittadini non si sono sentiti più autonomi e abbiamo dato inizio ad un servizio di vigilanza ed assistenza”.
Come sono stati effettuati i controlli sul territorio? Si sono rivelati efficaci?
“In questo periodo sull’isola - prima dell'avvio della seconda fase (ndr) - è tutto chiuso e in giro c’è pochissima gente. La microcriminalità si è azzerata: niente più scippi o furti. Da circa un mese e mezzo siamo blindati, ogni fine settimana effettuiamo controlli agli sbarchi assieme ai colleghi della guardia di finanza e della polizia. Dall’inizio dello scoppio della pandemia (inizi marzo) sono uscite 500 nostre pattuglie a controllare il territorio; di 1.500 persone controllate soltanto 10 sanzioni amministrative (di cui almeno una 30ina di denunce a piede libero nella fase uno)”.
In che modo il governo sta allentando le norme per il mese di maggio e come cambierà l’operato delle forze dell’ordine?
“L’operato delle forze dell’ordine è già cambiato perché è chiaro il messaggio governativo rispetto ad una graduale riapertura. Noi ci limitiamo soltanto a sciogliere eventuali assembramenti”.
Invece, in che modo il Coronavirus ha influenzato il vostro lavoro quotidiano?
“Il nostro lavoro quotidiano è cambiato perché anche all’interno delle nostre strutture abbiamo dovuto adeguarci ai canoni preventivi per fronteggiare l’emergenza. La distribuzione di dispositivi di protezione individuale avviene ogni settimana e qui a Portoferraio nessun carabiniere è risultato positivo. Per evitare contagi abbiamo stabilito delle coppie fisse di pattuglie che escano sempre insieme, in modo che se scopro uno positivo, mi limito ad isolare l’altro collega evitando di chiudere l’intera caserma”.
Qual è il ruolo delle forze dell’ordine in queste situazioni?
“Mi sento di dire che il nostro ruolo, qui all’Elba ma mi sento di parlare anche per i colleghi su tutto il territorio nazionale, è stato quello di vigilanza e di prossimità al cittadino. Mi sembra di parlare del carabiniere storico che esce a piedi per strada e viene fermato dalle persone per avere informazioni, ed è proprio quello che è successo”.
Può prevedere quando le cose torneranno alla normalità qui all’Elba?
“La situazione è nera per tutti, in special modo per gli albergatori ed i ristoratori. Difficile dire come andranno le cose: credo che nei prossimi giorni avremo più risposte sull’andamento della fase due”.
In vista della stagione estiva come pensate di gestire i controlli sul flusso turistico? Quali provvedimenti pensate di adottare in merito?
“Premesso che non mi aspetto un gran flusso turistico quest’estate, nessun provvedimento ulteriore rispetto a quelli già in essere; so che i comuni hanno chiesto a gran voce un controllo serrato al porto di Piombino anche con l’ausilio di termo-scanner che, dal mio punto di vista, sono limitanti perché danno un indice molto generico sulla questione: meglio sarebbe utilizzare il test sierologico che chiaramente ha costi più elevati, ma risultati più sicuri”.