Questa mattina presso il tribunale di Lucca l'Unione delle Camere Penali Italiane sezione di Lucca ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale sono state esposte le criticità del sistema giudiziario e le motivazioni che hanno spinto la categoria degli avvocati a una mobilitazione che comprende l'astensione dalle udienze. Presenti a Lucca all'incontro Marco Treggi presidente della camera penale di Lucca, Roberto Bonacchi (segretario), Luigi Velani, Francesco Frezza, Francesco Senesi, Alice Treggi, Valentina Nobile, Veronica Nelli e Stefano Dalle Mura.
Le ragioni della nostra astensione dalle udienze - ha spiegato l'avvocato Treggi - afferiscono alla perdurante pretesa di affidare al sistema penale e alla carcerazione la soluzione di ogni conflitto sociale. L’intollerabile prosecuzione delle condizioni di vita disumane nelle carceri, motivo dei numerosissimi suicidi e della conseguente impossibilità di realizzazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena, rende indefettibile la necessità di applicare misure urgenti per evitare il sovraffollamento, per implementare l’accesso alle misure alternative alla detenzione limitando le cause ostative all’accesso. Inoltre la nostra voce inascoltata sulla eliminazione di norme inique che comprimono inammissibilmente il potere di impugnazione del difensore prerogativa del diritto costituzionale di difesa è altro punto essenziale della nostra astensione. Anziché rispondere agli obblighi imposti dalla Costituzione e dalla CEDU che fanno divieto di infliggere trattamenti inumani si è inteso piuttosto introdurre nuove fattispecie di reato come la “Rivolta in istituto penitenziario” integrata anche dalla mera resistenza passiva, inserendoli nel catalogo dei reati ostativi di cui all’art. 4 bis dell’Ordinamento Penitenziario, impedendo così anche l’accesso alle misure alternative alla detenzione. È necessario investire sul “come” una persona esce dopo l’espiazione della pena, non sul “quanto” tempo questa trascorra in carcere, questo è quello che la società dovrebbe auspicare, ritrovare persone cambiate e aiutate non persone ancora più determinate nel compiere condottte di vita illecite”.