Oggi voglio togliermi un sasso dalla scarpa. Ma cosa dico un sasso? Una pietra! Ma cosa dico una pietra? Un macigno! Sono Pietro Casali, Presidente del A.S.D. Circolo Nuoto Lucca; la mia personale soddisfazione di aver visto giusto con largo anticipo è cancellata dal rimpianto di essere stato seguito con tre settimane di ritardo.
Fin dal 20 aprile, sulla Gazzetta di Lucca, avevo avvertito che, tanto per lo sport dilettantistico come per l'economia, la fase II si preannunciava assai peggiore della fase I. Questo grazie ai protocolli pagliacci che l'esecutivo circense aveva intenzione di imporre alle varie attività di ristorazione, alberghiere, turistiche, commercio, sport ect. al momento della loro ripartenza. I rappresentanti di categoria pressavano solo per una riapertura più veloce possibile, senza preoccuparsi della cosa più importante, ovvero delle modalità di questa riapertura. Si sprecavano i fateci riaprire, siamo pronti a farlo in sicurezza, siamo pronti a rispettare le regole. Ebbi modo di dire: storie, tutte maledette storie!
Purtroppo i rappresentanti di categoria sono "creati" dalla politica quindi difficilmente attaccano i politici. Spesso hanno la tessera di un partito. Purtroppo la lungimiranza non fa parte del loro bagaglio culturale e non a caso si sono mossi solo dopo il 10 maggio – con almeno tre settimane di colpevole ritardo - quando i loro iscritti, presa visione dei protocolli per la riapertura che giravano tranquillamente da metà aprile, si sono resi conto di quello che è divenuto poi uno slogan: se apriamo, falliamo.
Giusto per rinfrescare la memoria vorrei sottolineare quante volte avevo attaccato i protocolli governativi, sia per quanto riguarda lo sport dilettantistico, sia per quanto riguarda le diverse attività:
20 aprile: stanno mandando a fondo lo sport dilettantistico.
27 aprile: apertura farsa di un governo circense.
3 maggio: assurdo pensare di poter riaprire con le regole di contingentazione; nessuna attività può sopravvivere con queste limitazioni.
7 maggio: Walter Ricciardi, virologo vaticinante e burocrate praticante di mentalità post stalinista.
11 maggio: Nessuno può chiederci di fare un tuffo nella merda.
La prima trasmissione televisiva di carattere nazionale che ha dato ampio risalto alle assurdità contenute nelle belle parole piene di vento, nel distanziamento sociale, negli ingressi contingentati, nelle sanificazioni straordinarie – ma quali idioti le hanno vomitate? – è stata Quarta Repubblica, su Retequattro, lunedì 11 maggio, alle 21,30, condotta dal bravo Nicola Porro. Ovvero 19 giorni dopo la mia prima denuncia. Da quel momento lo scontro si è fatto aspro, con il poco tempo a disposizione la confusione ha raggiunto vertici subliminali e l'esecutivo circense è andato in grave imbarazzo.
E' sin troppo evidente che sulle modalità di riapertura delle varie attività si gioca il futuro – al momento molto incerto – dell'economia e quindi dell'Italia intera. Ovviamente ci sarebbe da augurarsi che i protocolli pagliacci e tutte le relative conseguenze – penali e civili - finiscano nei cessi di palazzo Chigi. Chi ci guida dovrebbe avere ben fermi almeno questi quattro punti.
1) Abbandoni l'immane paura che ha finora contraddistinto l'azione del governo, un'azione senza strategia. Ma si sa, la strategia è figlia del coraggio e della determinazione.
2) Smetta di prendere decisioni in funzione dei like sui social e del tornaconto dell'urna, e decida per il bene del paese. Difficile, sarebbe come chiedere ad uno squalo di diventare vegetariano.
3) Smetta di ascoltare i virologi vaticinanti, oracoli del rischio zero ed ammetta quanto è ben noto a tutti. Che l'emergenza economica e l'emergenza sociale, al momento, superano di gran lunga quella sanitaria e quindi bisogna dare il giusto peso ai tre fattori e non considerarne solo uno. Lo volete capire che non conta il numero dei contagi, conta il decorso della malattia!
4) Abbandoni l'assioma del tutto finirà solo quando ci sarà il vaccino, smetta di terrorizzare la gente e restituisca fiducia al paese. Non credo che l'esecutivo circense intenda fare questo sgarbo ai maggiormente amici, i sostenitori del vaccino a tutti e a tutti i costi, che sarebbero costretti a mitigare i loro appetiti insaziabili, appetiti stile Erisittone, per gli amanti della mitologia greca, appetiti stile lupa di dantesca memoria, per i cultori della letteratura italiana: E ha natura sì malvagia e ria, che mai non empie la bramosa voglia e dopo 'l pasto ha più fame che pria.
Ci sono i presupposti perché l'egregio primo ministro che guida l'esecutivo circense segua questa strada? Parafrasando Saro Pizzuco, personaggio di fantasia del romanzo di Leonardo Sciascia e del film di Damiano Damiani, il Giorno della Civetta: forse lo farà, se è uomo d'onore lo farà!, Ma è poi uomo d'onore?