È iniziata da pochi giorni la nuova campagna di scavo del progetto PRAEDIA, "Pompeian Residential Architecture: an Environmental, Digital, and Interdisciplinary Archive", frutto della collaborazione tra la Scuola IMT Alti Studi Lucca e l'Università di Pisa.
Per il quarto anno lo scavo si concentra nel Complesso dei Riti Magici, che sorge nel quartiere dell'anfiteatro di Pompei (la parte centrale dell'Insula 1 della Regio II lungo via di Nocera).
Gli scavi degli anni passati si erano concentrati prevalentemente nel giardino più esterno, accessibile dalla strada. Le indagini avevano messo in luce i resti di almeno tre abitazioni che occupavano l'area prima che fosse costruito il Complesso dei Riti Magici: edifici a pianta rettangolare, che mostrano i segni di successive ristrutturazioni e riorganizzazioni dello spazio, talvolta accompagnate da riti propiziatori che prevedevano la deposizione di vasi in ceramica e altri oggetti in piccole fosse.
A partire dal 2023 la ricerca ha riguardato anche i giardini interni, per definire in modo più preciso lo sviluppo di questo complesso edilizio. Importanti novità sono emerse già fin dai primi giorni di scavo, con il rinvenimento di strutture riferibili ad abitazioni, anche di notevole impianto monumentale, che vennero distrutte per far posto, nell'ultima fase di vita della città, all'edificio dedicato al culto del dio orientale Sabazio.
Il Complesso dei Riti Magici
La struttura, messa in luce tra il 1953 e il 1958, deve il suo nome ad alcuni oggetti rinvenuti al suo interno, in particolare due mani in bronzo decorate con figure animali e vegetali, due crateri con la medesima simbologia e due riproduzioni di serpenti in ferro. Inizialmente si pensò che queste suppellettili appartenessero a una sibilla, che qui svolgeva i propri riti. Studi recenti hanno invece ipotizzato che l'edificio, dal 62 d.C. fino al momento della sua distruzione causata dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., fosse destinato alle celebrazioni del culto di origine tracia del dio Sabazio, venerato anche dal proprietario di una domus vicina, che possedeva un busto in bronzo del dio. In effetti, questo vasto complesso, composto da tre ampie aree aperte sulle quali si aprono piccole stanze secondo una planimetria peculiare, può essere difficilmente identificato come semplice domus.
Le indagini archeologiche e il Progetto PRAEDIA
La campagna di scavo 2024 è coordinata da Anna Anguissola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa) e Riccardo Olivito (Scuola IMT Alti Studi Lucca), con la direzione, per il Parco Archeologico di Pompei, di Ilaria Cangiano. Fanno inoltre parte dello staff Chiara Tarantino (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa) e Emanuele Taccola (Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa, laboratorio LaDiRe). Con loro sono stati impegnati collaboratori, dottorandi e studenti degli enti partner del progetto, oltre che di università italiane e straniere: Martina Ceretti, Giuseppe Prospero Cirigliano, Nicole Crescenzi, Angela D'Alise, Rodolfo Gagliardi, Katharina Korthaus, Alberto Martin Esquivel, Antonio Monticolo, Martina Rodinò.
Iniziato nel 2016, il Progetto PRAEDIA è frutto di un programma di collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei, la Scuola IMT Alti Studi Lucca – Centro LYNX, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell'Università di Pisa e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), coordinato da Maria Luisa Catoni (Scuola IMT Alti Studi Lucca) e Gabriel Zuchtriegel (Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei). Nel triennio 2018-2020 PRAEDIA ha inoltre coinvolto i membri dello SMART Lab della Scuola Normale Superiore. Alla campagna 2024 parteciperanno anche docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) e del Dipartimento di Architettura e Design (DAD) del Politecnico di Torino. Il team del Politecnico di Torino, coordinato da Nannina Spanò, affiancherà gli archeologi nell'acquisizione della documentazione grafica e fotografica con voli da drone e laser scanner.
Gli interessati possono seguire il progetto e vedere le immagini della campagna di scavo 2024 sul sito web (www.praediaproject.com) e sui profili Instagram (www.instagram.com/praediaproject, #PRAEDIA) e Twitter (@PraediAproject).