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Scritto da Redazione
Cronaca
01 Maggio 2020

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Scusate la provocazione, ma il titolo di questo testo è solo una parafrasi di un articolo abbastanza interessante su un confronto fra emergenze nelle varie nazioni.

Ecco il link: https://lanuovabq.it/it/lockdown-gli-italiani-sono-i-piu-reclusi-del-mondo In sostanza, come abbiamo già potuto appurare sulla nostra pelle con il nuovo Decreto del 28 aprile, si sta tutti più o meno tappati ancora in casa ed è lontanissima la possibilità di riapertura per la maggior parte delle piccole attività.

Questo “terrore” nel redigere il DPCM è stato condizionato da un report della famosa Task Force Antivirus in cui si paventavano situazioni post-apocalittiche nel caso di ritorno anche parziale della normalità. Addirittura, nel caso peggiore cioè la ripresa totale della vita di prima si ipotizzava più di un milione di nuovi infetti e più di 400.000 terapie intensive.

Non voglio entrare nel merito della scientificità di quanto affermato, ma trovo che ipotizzare addirittura il quadruplo di casi sia pura follia. L'epidemia, come tutte le epidemie del passato e del presente prossimo, sta seguendo il suo corso e, se non è possibile azzerare artificialmente la curva da un giorno all'altro, non è neanche possibile (dopo il picco avvenuto fra il 20 ed il 25 marzo) moltiplicare un contagio che sta già dando netti indici di calo.

Al massimo, come è capitato ora in alcuni paesi, qualche decina o centinaio di casi in più (a seconda del paese), ma la curva è destinata a scendere inesorabilmente, sia perché, effettivamente, una certa prudenza c'è, ma anche perché ci sono in giro sempre più persone guarite e persone immuni e quindi il virus ha delle grosse difficoltà a moltiplicarsi, difficoltà che all'inizio non aveva.

Allora perché questa permanenza del clima di paura? Per prudenza si dirà, e fra l'altro una buona parte degli italiani tifa per Conte. Ma i risultati di lungo termine si vedranno solo negli anni a venire, ben oltre il Governo attualmente in carica, con una bella crisi generalizzata, sempre più saracinesche abbassate, povertà sempre più diffusa e senso generale di un futuro incerto. Senza parlare delle incertezze che già ora gravano sulle nostre teste...

Il nuovo Decreto, come i precedenti, è un capolavoro di Bizantinismo Giuridico. Non si può uscire dalla propria regione, ma dei comuni non si parla più. Quindi comune sì o comune no? L'autocertificazione non compare nel testo, ma le autorità dicono che serve ancora. A chi dare ascolto? Sono permesse le attività motorie ma si deve uscire di casa solo per necessità. Per far due passi quindi ci si deve vestire con tutina fucsia e scarpe da jogging o no? Oppure si deve uscire con la canna da pesca e poi andarsene a piedi in giro per tutto il lungomare dicendo che non si è trovato il posto giusto per gettare l'amo? E le attività di bar e ristorazione? Installare attrezzature da laboratorio biotecnologico per poter consegnare un caffè e due brioches?

Tralasciamo poi il fatto che, oltre a Conte, anche i Presidenti delle Regioni ed i sindaci di ogni comune vogliono dire la loro...

Concludo queste righe segnalando anche quello che, a mio avviso, è il paradosso più eclatante di questa estrema prudenza.

In pratica, per salvare più pensionati, si nega la possibilità di lavoro a coloro che queste pensioni dovrebbero pagarle.

Giusto a titolo di chiarezza allego i grafici dell'andamento del contagio in cinque paesi a noi vicini. Si può ben vedere che gli unici paesi che hanno ancora VERI problemi di convivenza con il virus, sono la Spagna e la Svezia. C'è da dire però che la Svezia è l'unica in Europa che non ha fatto il lock-down e quindi, ad epidemia finita, sarà in netto vantaggio economico.

Il grafico della Germania invece, stranamente, non mostra quella paventata forte ripresa dei contagi, come scritto da un sacco di testate, casomai solo un leggero rialzo “fisiologico” affrontabile tranquillamente da una Nazione che ha un servizio sanitario all'altezza di un paese industrializzato, come anche noi vorremmo essere. Ma noi assomigliamo sempre più ad una Repubblica delle Banane...

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