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Scritto da Redazione
Cronaca
20 Agosto 2020

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Queste due righe sono una riflessione all'indomani della chiusura per decreto delle discoteche e del divieto di balli ed assembramenti (oltre ovviamente al famoso uso della mascherina part-time con il virus che spunta col buio come i vampiri).

La ragione di questo inasprimento è l' “impennata” dei contagi. Oddio, considerare impennata un aumento di circa 150-200 casi giornalieri rispetto al mese precedente è quanto mai esagerato ma, si sa, non sono le persone di buon senso a decidere.

Le considerazioni che faccio saranno da molti ritenute azzardate ed anche poco rispettose di tutte le persone care che ci hanno lasciato, ma io, purtroppo, la vedo dal lato del virus che di pietà ne ha poca. Allora, analizziamo un attimo la situazione in due casi limite, l'Italia, reputata giustamente dalla comunità mondiale come la più efficiente nel contrastare l'epidemia, e l'America, additata, sempre dalla comunità mondiale, come nazione sconsiderata guidata da uno scriteriato.

Non entro nelle valutazioni politiche dell'operato di Trump, mi limito però a fare una piccola analisi. Aggiungo a queste considerazioni a favore dell'Italia il Giappone, nazione vecchia come noi e molto popolata, e come alleato dell'America la Svezia, anch'essa additata dai media perché non ha mai fatto lockdown.

Dunque, tutti gli articoli e le notizie sugli USA parlano di tragedia, apocalisse, catastrofe. Una media di 60.000 contagiati giornalieri, nessun controllo, quasi duecentomila morti, americani che sfilano con la bandiera, il mitra e senza mascherina eccetera eccetera.

Andiamo ai nudi e crudi dati: attualmente l'America ha 5.443.162 casi (dati del 17 agosto) con 170.548 morti. Se li consideriamo in rapporto alla popolazione abbiamo 16,5 casi ogni mille abitanti e 52 morti ogni centomila. Non poco a dire il vero... In Italia, sempre lo stesso giorno, abbiamo 254.235 casi e 35.400 morti. Rapportati nuovamente alla popolazione siamo a 4,1 casi ogni mille e 57 morti ogni centomila.

Il primo dato su cui riflettere sono i morti, 52 in USA e 57 in Italia. Come è possibile che l'Italia virtuosa abbia più morti per abitante dell'America scriteriata? Per di più ad aggravare questo dilemma sappiamo anche che la sanità USA è privata e quasi tutta a pagamento mentre in Italia è gratuita per tutti. Mah, misteri della fede...

Il secondo dato è già più logico, l'America ha il quadruplo di casi rispetto all'Italia. Naturale, direte voi, sono stati degli incoscienti... Ma, anche se incoscienti, hanno dato occasione al virus di propagarsi quattro volte di più rispetto a noi. Ed è questa considerazione la base di ciò che sto scrivendo.

Diamo infatti un'occhiata ai grafici che vi allego. In America c'è stata una prima impennata seguita da un rallentamento dovuto all'inizio delle precauzioni adottate dalla gente e poi una decisa ripresa dopo l'allentamento dei timori. Il risultato è un bel grafico in salita fino ad inizio luglio. Poi la curva ha iniziato a calare in maniera regolare. Perché cala? Per due fattori, una diminuita virulenza del Covid ed una aumentata presenza di persone immuni. Non dimentichiamoci che la quantità di persone venute in contatto con il virus sono (come del resto anche in Italia) dell'ordine di otto-dieci volte più di quelle accertate.

Quindi negli USA sono un settimo della popolazione, da noi più o meno il 2,5 per cento. Il risultato è quello che si vede infatti nell'andamento dell'epidemia in Italia. Dopo un primo attacco, quello del lockdown, l'epidemia è stata artificialmente arrestata, ma poi, ovviamente, ha ripreso vigore proprio perché trova un sacco di gente infettabile. Qual è la conclusione di questa dissertazione? Che gli USA nella loro incoscienza si sono praticamente gettati alle spalle il problema, visto che i contagi sono in calo e si ridurranno al minimo verso metà ottobre/inizio novembre.

In Italia invece assisteremo ad una presenza sempre costante dei contagi, con alterne salite e discese, a seconda di come si sveglia il Governo quella mattina (scuole chiuse si/no, bar aperti si/no, fabbriche a turni si/no eccetera). Questo almeno fino all'arrivo dell'atteso vaccino, arrivo ipotizzabile non prima della primavera 2021.

Ma quello che fa riflettere di più come sempre è il famoso rapporto costi/benefici. Questo continuo allarmismo adesso non è neanche suffragato dai fatti perché se in marzo l'ottanta per cento dei casi era asintomatico ma il 6 % finiva in terapia intensiva, adesso siamo al 94,3 e 0,38 % (dati 15 agosto). Difatti a leggere fra le righe dei dati della Protezione Civile c'è quasi sempre scritto XX casi di cui il 60-70 % asintomatici ed il resto con qualche sintomo influenzale.

Infatti alcuni medici stanno insistendo, inascoltati, sul fatto che la mortalità del Covid si avvicina sempre più a quella di una normale influenza (1,5 % contro 0,8% attualmente) ed è probabile che il divario si riduca sempre più.

Come già detto più volte infatti la strategia del virus è di sopravvivere e moltiplicarsi, non di perire con l'ospite. Infine un ultimo dettaglio non trascurabile, i costi. Bellissimo l'impegno della Sanità nel monitorare la popolazione, i casi sospetti, le discoteche e gli aeroporti. Ma tutto questo dispiegamento di forze ha un costo notevole, i 7.600.000 tamponi fatti finora nessuno li regala. E neppure l'indagine sierologica (da fare molto prima peraltro). Senza contare l'altalena a cui ci hanno abituati da marzo ad ora, chiusure si/no, aperture a turni si/no, ingressi separati si/no e così via.

Qual è quindi la sintesi di questo lungo discorso? Ci siamo trovati di fronte, a febbraio 2020, ad una nuova malattia, sconosciuta alla comunità mondiale, molto contagiosa e, all'inizio, anche molto severa come sintomi e come letalità. Però man mano che si va avanti la pericolosità della malattia ed i mezzi per combatterla stanno divergendo in maniera esponenziale.

Mentre appunto la malattia si avvicina alla fase finale, caratterizzata da bassa letalità e difficoltà ad espandersi ulteriormente, i mezzi messi in campo per combatterla sono all'inizio sembrati efficaci, ma adesso stanno diventando sempre più costosi e dalla efficacia sempre più dubbia. Vedasi a questo proposito l'allarmismo e la confusione che ancora regnano intorno all'apertura delle scuole.

Inoltre, anche se noi cittadini comuni non ce ne accorgiamo, fra aiuti a pioggia, cassa integrazione, bonus di ogni genere, spese impreviste (tamponi, screening, ecc.) stiamo caricando le future generazioni di debiti che, se anche sopravviveranno al Covid, li metteranno in difficoltà nel portare a casa una giusta retribuzione e non una miseria falcidiata dalle tasse. Purtroppo, ed è questo il guaio, non è mai esistito né mai esisterà un Politico in questa bella Nazione che dica con sincerità: “Signori, ho sbagliato, meglio cambiare rotta che sennò andiamo a fondo”.

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