Era stato arrestato insieme ad altre cinque persone il 22 ottobre scorso dalla Squadra Mobile, su ordinanza del Giudice per le indagini preliminari a seguito di richiesta del Sostituto Procuratore Elena Leone per spaccio di cocaina, hashish e marijuana oltre ad estorsione ai danni dei clienti che non pagavano i debiti di droga.
Manuele Marchi (Lucca 1992, privo di precedenti), nel gruppo aveva il compito di accompagnare i capi e fare le consegne in loro vece.
Erano soliti spacciare nel centro storico della città – in Piazza Santa Maria e in piazza San Iacopo – e appena fuori dai noti locali della movida lucchese.
Nella perquisizione contestuale all’esecuzione dell’ordinanza furono trovati nella disponibilità del gruppo 4 panetti, per complessivi 400 grammi di hashish, e 30 grammi di stupefacente - hashish e marijuana - confezionato in dosi. A casa di uno dei capi del sodalizio, sul comò della camera da letto, accanto al biberon e ad altri prodotti per neonati, fu trovato un barattolo contenente marijuana destinata al consumo personale.
Dopo un periodo di carcere, Marchi è stato sottoposto agli arresti domiciliari e controllato mediante braccialetto elettronico. Lo stato di detenzione in casa però gli sta stretto e il 7 marzo scrive sul proprio profilo facebook "guarda te se mi tocca stare a casa x la festa del 8 marzo … non aspetto altro ogni anno! bastardi sbirri di merda cercatevi un altro lavoro scemi fate i seri".
Sarebbe bastato ad un aggravamento della misura ma c’è altro.
In alcuni post Marchi minaccia chi ha reso dichiarazioni accusatorie nei suoi confronti e così il 16.02.2020 scrive “appena arriverà la conferma renderò pubblico chi e cosa siete, ma a preoccuparvi non dovranno essere i fogli bensì l'ondata di maltempo che si scatenerà su di voi preparate l'ombrelli e i chiuei perché saranno lunghi tempi bui”. Sempre con tono minatorio il 4 febbraio scorso postava una foto che lo ritraeva con i sodali in momenti passati e l’accompagnava con un messaggio ugualmente minaccioso "chi di spada ferisce, di spada perisce".
La Squadra Mobile lo ha cosi denunciato per diffamazione ai danni dei polizotti che lo hanno arrestato e segnalato al GIP la violazione del divieto che grava su tutti gli indagati sottoposti agli arresti domiciliari di comunicare con soggetti diversi dai propri familiari conviventi, divieto violato anche dalle comunicazioni fatte tramite Facebook come da consolidata giurisprudenza. Il GIP ha condiviso le osservazioni della Squadra Mobile e ritenuta la misura restrittiva degli arresti domiciliari per MARCHI Manuel insufficiente a contenere la sua pericolosità sociale decidendo per l’aggravamento. Sabato pomeriggio l’arresto e la successiva traduzione nel carcere di Lucca.