Chissà come mai, ha osservato qualcuno guardando le foto, così tanti paracadutisti alla commemorazione del ventennale della morte, avvenuta per omicidio e a bruciapelo con un colpo di pistola alla testa, di Fabrizio Quattrocchi, la guardia di sicurezza privata scomparsa in Iraq nel 2004. Una figura che all'estero esaltano, ci invidiano e amano, ma che, in questo Paese di eunuchi, ipocriti e invertebrati, nessuno, tra coloro che lo dovrebbero rappresentare, si azzarda a ricordarlo e celebrarlo come meriterebbe. Già, Quattrocchi non è mai stato paracadutista eppure gli ex giovani italiani dal basco amaranto, mandati a morire senza nemmeno sapere perché sulle sabbie roventi di El Alamein, hanno saputo e voluto recarsi a Genova, ieri mattina, al cimitero monumentale Staglieno proprio per lanciare un messaggio in ricordo di questo italiano sempre più solo a livello ufficiale, ma sempre più amato tra la gente comune.
Il motivo è semplice. E lo spiega il presidente dell’associazione paracadutisti La Squadra di Santo Giovanni Joe Ganna che ha affiancato la sorella della vittima Graziella Quattrocchi consegnandole il crest e il libro del Leone della Folgore Santo Pelliccia, uno dei reduci da quella battaglia impari dove mancò sì la fortuna e non il valore, ma una guerra non la si può combattere fidando nel destino e con le scarpe di cartone o le scatolette di latta come erano soprannominati i modesti mezzi blindati di Mussolini se paragonati a quelli dell'esercito inglese avanzante nel deserto.
C'erano anche altre associazioni, tra cui i Punishers LE MC Italy - Pistoia e La Spezia e altri paracadutisti del Canavese.
E' vero, Fabrizio non è mai stato un paracadutista, ma questo non importa - spiega Giovanni Joe Ganna - Se noi siamo qui è perché Fabrizio Quattrocchi è un italiano che merita questo affetto, questa gente, perché si ritrovava negli stessi valori in cui ci troviamo noi. Non voglio far polemica, ma al cimitero Staglieno ieri mattina non c'era nessuna autorità, né politica né amministrativo e nemmeno la polizia municipale con una pattuglia. Tanti invece i paracadutisti e la sorella Graziella ha gradito e le ho spiegato il motivo e cioè che noi abbiamo certi valori e la nostra associazione, intestata a un reduce di El Alamein, ha sempre portato avanti i valori che la contraddistinguono, la patria e l'amore per l'Italia e gli italiani. Una giornata importante ed emozionante, volevamo fortemente e dovevamo esserci e ci siamo stati.