Il 30 novembre, alle ore 14,30, Per Lucca e i suoi paesi porrà una corona sotto al monumento a Francesco Burlamacchi in piazza San Michele: un gesto simbolico con cui il movimento vuole ribadire, per il ventiduesimo anno consecutivo, la propria contrarietà alla festa della Toscana.
“L’imposizione a tavolino di una memoria storica granducale asburgica e lorenese è un errore contro cui i lucchesi hanno il dovere di reagire: vi sono territori oggi in toscana, e Lucca è tra questi, che non possono riconoscere il granducato quale elemento storico identitario. Lucca ha la sua identità più forte e peculiare nella libertà repubblicana: a Lucca i Lorena, negli undici anni in cui governarono la città, produssero danni devastanti al sistema della cultura e della formazione superiore, danni che hanno avuto effetti ultracentenari sulla società lucchese”, prosegue la lista.
“Lucca deve oggi dire no al centralismo regionale, che si esprime anche attraverso questa festa- si conclude con forza- Tra le altre cose, in questo 2024, il comunicato del presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo è esemplare della confusione che regna a Firenze. Nel comunicato, infatti, si legge che la Toscana sarebbe stata la prima regione al mondo, nel 1786, ad aver abolito la pena di morte e la tortura: l’evidente confusione tra regione attuale e granducato dei tempi andati vale a far capire come si voglia imporre il falso storico per cui la regione sarebbe erede del solo granducato”.