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Scritto da Redazione
Cronaca
07 Maggio 2020

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Mi sembra evidente che abbiamo almeno due problemi: una società devastata, che non sa di esserlo perché disorientata dalle chiacchiere dei comunicatori e illusa con le speranze dell’assistenzialismo e lo Stato in bancarotta.

Quante… quante volte è stato detto che erano inadeguati a guidare l'ottava potenza economica mondiale, un paese di 60 milioni di persone. Quante volte è stato detto che non si può governare un paese da Facebook puntando sempre e soltanto al risultato tattico e senza prospettiva. Quante volte è stato detto che non si può governare solo con gli slogan televisivi e con i richiami all’amore per la Patria degli uffici di comunicazione.

Hanno dilapidato le poche risorse che avevamo con interventi a pioggia folli, regalando soldi anche a famiglie del ceto medio, dipendenti non licenziabili e retribuiti, per stare a casa a badare ai loro figli; hanno promesso alle imprese prestiti facili che non c’erano e non ci saranno – ricordate i 400 miliardi di euro? – spacciando le banche, S.p.A. votate al profitto degli azionisti, per enti di beneficenza; sono andati in giro per l’Europa ad elemosinare soldi in prestito possibilmente a fondo perduto, ritenendo gli altri Paesi scemi, e dopo mesi di trattative se si vedranno 30 miliardi da restituire, ovviamente, una miseria, canteranno stupidamente vittoria. E ci sarà chi applaudirà.

L’Italia sono almeno 20 anni che ha il PIL stagnante con un trend costantemente tra i peggiori dell’Europa e gli economisti, che fino a ieri si disperavano per un più 0.5%, cosa ne pensano ora di un meno 10% e un debito pubblico che passerà dal 130% al 160% del PIL?

Intere Regioni e decine di milioni di persone che si erano salvate dal Coronavirus sono state sacrificate in nome del centralismo e della conservazione del potere a tutti i costi. E sono state vergognosamente sacrificate proprio le regioni del Sud - quelle senza Covid-19 - con la struttura economica più debole che vivono in gran parte di un turismo che quest’anno non ci sarà. Quanti di voi si sono organizzati, come negli anni scorsi, per andare a fare le vacanze in Calabria, Sicilia o Sardegna prenotando alberghi, case e villaggi turistici. Quanti di voi andranno nelle bellissime città e nelle spiagge del Sud e delle Isole?

Altro che meno 10%, stima su base nazionale che comprende le regioni del Nord che hanno una struttura produttiva più diversificata, al Sud ci sarà un crollo del PIL ben superiore con una stagione estiva che non potrà che essere fallimentare per il turismo e con la conseguente inevitabile ondata di disoccupati. I nomi dei sacrificati?

Non i proprietari delle imprese che forse sopravviveranno sperando nel 2021, glielo auguro, ma i loro dipendenti: camerieri, bagnini, addetti alle pulizie, impiegati, i cosiddetti stagionali, il mondo dei lavoratori da 1.000 euro al mese o poco più, che sono ed erano le aree fragili della nostra società che dovevano essere protette; e non uso il termine fragili casualmente. Ricordate quando mesi fa si parlava della necessità di misure differenziate Regione per Regione?

E non posso risparmiarvi un grafico che è semplice e auto esplicativo. In almeno 10 regioni il Covid-19 è una malattia tecnicamente rara o quasi, e le Regioni in tutto sono 20 non duecento. Vedi Grafico

Ciononostante ci tocca ancora sentire un ministro, Boccia, che vuol fare ricorso contro la Regione Calabria perché la presidente Santelli ha osato riaprire “le attività di bar, pasticcerie, ristoranti, pizzerie, agriturismi con somministrazione esclusiva attraverso il servizio con tavoli all’aperto” a dispetto del Governo. La Calabria che a fronte di 2 milioni di abitanti ha avuto 1.122 casi totali, oggi ha 644 positivi, 3 malati in terapia intensiva e 89 deceduti per Coronavirus.

Sono troppi 89 deceduti su 2 milioni di persone o troppi tre malati in terapia intensiva?

Beh l’Istat ci dice che nel 2018 si sono verificati, in Calabria, 2.929 incidenti stradali che hanno causato la morte di 127 persone e il ferimento di altre 4.862. Ministro Boccia sia conseguente e tolga le automobili ai calabresi.

O si potrebbe chiedere al ministro Giuseppe Provenzano, per chi non lo sapesse è il ministro per il Sud dell’attuale Governo, quali iniziative ha intrapreso quest’anno per giustificare l’esistenza del Suo Dicastero e se è soddisfatto dei risultati ottenuti. Un PIL a meno 10/15% nel Sud è sufficiente ministro Provenzano per chiederLe di restituire alla comunità i suoi emolumenti come atto simbolico di dignità?

Ma la linea di Governo continua a puntare sul debito, in Italia ed in Europa, invece di tornare a far lavorare le persone; ed il peggio arriverà a dicembre quando bisognerà tirare le somme per il 2020 con la manovra economica.

Non ci vuole né la sfera di cristallo né essere economisti per prevedere che sarà inevitabile l’imposizione di una patrimoniale sui risparmi privati da centinaia di miliardi, di soldi veri da parte di qualunque Governo, come accadde con il Governo Amato, di notte.

 

P.S.

Un aggiornamento su quanto scritto lunedì, 20 aprile 2020

(https://www.lagazzettadilucca.it/cronaca/2020/04/coronavirus-sei-milioni-di-menzogne/)

Ricorderete che gli scienziati dei centri di ricerca, per tenerci a casa, erano partiti da sei milioni di contagiati, i famosi e mai trovati asintomatici. Nell’articolo, con dati al 17 aprile, l’analisi statistica suggeriva invece meno di 3,5 milioni.

Dal 17 aprile ad oggi si è passati da 172 mila a 214 mila contagiati certificati. Con i dati attuali sempre la statistica indicherebbe che i contagiati non siano più di 1,4 milioni. Quindi in neanche 20 giorni si sono persi altri 2 milioni di ipotetici asintomatici portando il totale degli smarriti a 4,6 milioni su 6, mentre i terroristi ne hanno guadagnati solo, ai loro occhi, 40 mila.

E come forse saprete in questi momenti penso sempre con affetto all’esperto ed allegro professor Ricciardi, componente della task force governativa, che aveva previsto 36 milioni di contagiati con oltre 1 milione di morti.

Ma per completezza devo aggiungere, come già detto, che i dati suggerirebbero una certa cautela nella riapertura in alcune regioni del Nord, in Piemonte per esempio. Naturalmente li riapriranno tutto così poi potranno dirci “ve l’avevamo detto”. Va bene.

Per i dati ed i calcoli andate sulla fiducia, se volete.

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