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Scritto da Redazione
Cronaca
15 Marzo 2020

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Di questi tempi trovare un intervento di esperti che sia anche equilibrato è merce rara

Sembra partita una corsa tra esperti a chi prefigura scenari più disastrosi; probabilmente, ha inteso aggiudicarsi il primo posto undisputed il professor Walter Ricciardi, membro dell'esecutivo dell' Oms e consulente del ministero della Salute, che allegramente ha comunicato su tutti i giornali che il Coronavirus potrebbe infettare il 60% degli Italiani provocando più di 1 milione di morti, l’avrà fatto per dare una mano al Paese a non piombare nel baratro del terrore irrazionale ed inefficace, e non certo per vivere il proprio quarto d’ora di gloria e fama.

Visto che ad oggi per fortuna il dato del Ricciardi è solo un’ipotesi sarebbe interessante sapere la base scientifica che ha portato Ricciardi a comunicare urbi et orbi uno scenario da più di 1 milione di morti solo in Italia, il che ad oggi! (non in futuro) avrebbe già dovuto, se applicato alla Cina paese da 1,4 miliardi di abitanti, generare numeri alla mano alcune centinaia di migliaia di morti. Per fortuna di tutti e dei Cinesi, ed a dispetto dell’allegro Ricciardi, il coronavirus grazie alle misure messe in atto dal Governo Cinese, sembra aver rallentato la sua corsa ed ormai da un paio di settimane, si registra un numero ridottissimo di nuovi casi, molte guarigioni e pochi (per fortuna) nuovi decessi come evidenzia il grafico, sperando che il Ricciardi non se la prenda a male (analoga evoluzione si sta verificando per fortuna a Codogno). 

D’altronde la linea della responsabilità, della oggettività e del non allarmismo ingiustificato non paga, perché appena qualche esperto si è azzardato a fare delle considerazioni non terroristiche, un branco di colleghi, sciacalli del terrore, si è tuffato sul malcapitato per azzannarlo alla gola.

Vedi il caso della polemica a distanza tra Roberto Burioni e Maria Rita Gismondo, che dirige Microbiologia clinica, virologia e bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. Lo Sborione ha deciso di azzannare ripetutamente la dottoressa Gismondo, rea di “non terrorismo”, con documentati articoli su note riviste scientifiche quali Twitter e sempre sulla stessa rivista non ci ha fatto mancare le sue riflessioni su argomenti cruciali in questo periodo per il Paese come “Forza Lazio e abbasso la Roma”, il che ha fatto esplodere i likes giustamente guadagnati.

Questa fa pensare che in Italia una informazione seria, pacata e responsabile accompagnata da misure di Governo e Regioni serie e responsabili non possano essere disgiunte dal terrorismo sociale dannoso e inutile, spacciato per tutela della salute dei cittadini. Si ritiene forse che gli Italiani per rispettare quanto previsto da un Decreto debbano essere terrorizzati ogni 5 minuti urlando loro ad un orecchio “attento che potresti morire tu e/o qualche tuo parente”.

Degli scenari degli scienziati da social media che ogni volta prefigurano pandemie da milioni di morti diffido, basta ricordare che cosa dicevano e scrivevano a proposito della mucca pazza, dell’aviaria, della SARS, della febbre suina, anche in quei casi inondarono internet e stampa con scenari a dir poco spaventosi. Li manderei tutti a lavorare, per essere un po’ utili, con i loro colleghi che in silenzio stanno lavorando oggi negli ospedali italiani.

Tornando invece ai dati ufficiali (fonti: Johns Hopkins University pubblicati dal Corriere della Sera e Dipartimento della Protezione Civile – 13 marzo) rilevati e pubblicati, relativi all’ Italia, presentano sostanziali anomalie rispetto a quelli di tutti gli altri paesi europei, e non, per quanto riguarda il tasso di letalità (numero di decessi/numero di malati) il che ha una diretta conseguenza negativa sulla valutazione e sulla percezione diffusa del rischio di morte da coronavirus.

(13 marzo 2020)

Contagiati

Deceduti

Tasso di letalità

Italia

17.660

1.266

7,17%

Germania

3.156

6

0,20%

Francia

2.882

61

2,21%

Spagna

4.334

122

2,81%

Cina

80.945

3.118

3,85%

Korea del Sud

7.979

66

0,82%

Iran

11.364

514

4,52%

Giappone

639

16

2,50%

 

(13 marzo 2020)

Contagiati

Deceduti

Tasso di letalità

Lombardia

9.820

890

9,06%

Emilia-Romagna

2.263

201

8,88%

Piemonte

840

46

5,47%

Veneto

1.595

42

2,63%

Marche

725

27

3,72%

 

La semplice lettura di questi numeri non può non generare qualche considerazione e qualche interrogativo che influisce direttamente sulla percezione di rischio che avverte ciascuno di noi

  1. Perché il coronavirus è così drammaticamente più letale in Italia degli altri paesi, Europei e non?

  2. Perché il coronavirus è così più letale in Lombardia (il tasso di letalità del SARS-CoV, coronavirus che si è diffuso da novembre 2002 a luglio 2003  è 9,6%) rispetto alle altre regioni italiane?

  3. I protocolli per il ricovero e per la dichiarazione di causa del decesso sono omogenei sul territorio nazionale? e sono stati comparati con quelli utilizzati negli altri paesi europei che hanno numeri e indicatori nettamente differenti dai nostri ma un Sistema Sanitario simile?

 

Ma qualche riflessione e critica la dobbiamo rivolgere anche a noi stessi ed all’altalenante valore che diamo alla vita, che sembra essere più dettato dalla momentanea risonanza dell’evento che non dal numero delle vite in gioco (1 non vale 1), partendo dal riflettere su un caso specifico.

A Roma di recente sono morte a causa di un incidente stradale due ragazzine investite da un ragazzo che guidava l’auto. Se ne è parlato per giorni e giorni in tv, sui giornali e su Internet per pietas o invece perché era coinvolto un personaggio noto?

Sembrerebbe più la seconda ipotesi perché solo nella provincia di Roma, muoiono ogni anno tra le 200 e le 250 persone, moltissimi giovani, in incidenti stradali e non gliene fotte un cazzo a nessuno, né in tv, né sui giornali né su internet.

E questo ci porta a ragionare per capire se e quanto siano applicabili al Coronavirus ed alla risonanza che sta avendo sui media le argomentazioni contenute nel libro di Gianroberto Casaleggio “Il web è morto, viva il web” scritto nel 2001 che convertì l’odiatore (hater) di computer e di tutto ciò che era digitale, Beppe Grillo portandolo ad abbracciare la scienza (non la religione) di Internet.

Appare cioè, come in parte prefigurato nel lontano 2001 da Casaleggio, che una società nel suo complesso si faccia guidare nei sentimenti, compassione, paura, terrore, gioie e le conseguenti scelte (sto a casa – non sto a casa), non dai fatti pure noti, ma dalla rappresentazione dominante che ne viene data.

Altrimenti non si spiega perché in un paese come l’Italia di oltre 60 milioni di abitanti, una malattia che tocca 17.000 persone e provoca circa 1,250 morti, sugli scenari futuri si è argomentato in precedenza, con

Diffusione

1 malato ogni 3.500 abitanti

Mortalità

1 deceduto ogni 48.000 abitanti

 

(N.B. Nell'Unione europea, secondo la definizione adottata dal programma d'azione comunitario sulle malattie rare 1999-2003, si intendono per malattie rare tutte quelle patologie che presentano una prevalenza inferiore a 5 casi ogni 10 000 persone ( 1 malato ogni 2.000 abitanti)

e quindi oggi tecnicamente è una malattia rara, genera una diffusa paura quotidiana in tutti i 60 milioni di Italiani come se fosse il primo e unico rischio di morte oggi. Forse influiscono su questo anche piccoli dettagli come il classificare una persona che prende il virus stagionale quale influenzato mentre se prende il Coronavirus è un contagiato, termine che evoca in ciascuno di noi scenari meno rassicuranti.

Tutto ciò è razionale? Forse no perché i dati, ci dicono che in Italia ogni anno circa il 9% della popolazione è colpito dall’influenza, (circa 5,4 milioni di italiani) e si hanno circa 9.000 decessi, calcolando anche chi ha sviluppato complicanze gravi a causa dell’influenza, come riportato dall’Istat sulla base delle informazioni fornite dal SSN (https://www.istat.it/it/files/2017/05/Report-cause-di-morte-2003-14.pdf)

 

“Normalmente” ogni anno muoiono per influenza e polmonite 9.000 persone ed è la 14esma causa di morte nella terribile classifica. Badate bene ogni anno, non una tantum!!

Come mai negli anni passati, non sono state adottate misure neanche lontanamente paragonabili a quelle attuali pur con un numero di decessi così elevato, e peraltro preventivabile, dovuto a un virus influenzale ampiamente conosciuto? Ma soprattutto come mai 9.000 individui sono passati all’altro mondo nella indifferenza generale senza l’attuale ansia e paura diffuse?

Il prossimo anno nel caso in cui l’influenza stagionale superi le soglie di più di 20.000 influenzati e più di 1.000 morti saranno prese misure analoghe a quelle adottate quest’anno per il coronavirus ma soprattutto se ne parlerà h24 in televisione, radio, stampa e media?

Ma questa nostra altalenante sensibilità è messa alla prova da innumerevoli morti che non entrano nel raggio della comunicazione dominante, un altro caso?... in Italia ci sono 125.000 contagiati con l’AIDS, 3.500 nuovi casi all’anno e circa 600 morti all’anno quindi con

Diffusione

1 malato ogni 480 abitanti

Mortalità

1 deceduto ogni 100.000 abitanti all’anno

 

Numeri tutto sommato non uguali ma comparabili con quelli attuali del coronavirus, come mai questi malati e morti passano nella assoluta indifferenza generale? o qualcuno di noi sta a casa, non va la lavoro, non stringe la mano per paura dell’aids? E soprattutto c’è qualcuno che vive uno stato di ansia o di terrore per l’Hiv pur con numeri comparabili al Coronavirus?

Tra l’altro, per chiarire l’entità globale del fenomeno è bene sapere che nel 2018 sono state 770.000 - per coronavirus ad oggi 5.000 - le persone morte nel mondo a causa dell’Hiv, ma questo dato per fortuna non ci preoccupa più di tanto perché gran parte di quei morti sono molto lontani geograficamente da noi!!

Poniamoci una domanda.

Se un determinato evento è certo che provocherà in 10 anni almeno 30.000/40.000 morti (pari a tutti gli abitanti di un città di discrete dimensioni quali Pordenone, Siena, Vercelli, Rieti…) ed un numero di feriti pari ad almeno un milione, solo in Italia, quali misure pensereste debba prendere una società civile, ma soprattutto non dovremmo essere tutti terrorizzati e cambiare radicalmente il nostro modo di vita?..beh confrontato con il Coronavirus la risposta non può che essere si, ovvio.

Sbagliato.

Guardate questo grafico (Istat e ACI)

 

Negli ultimi 10 anni sono morte più di 30.000 persone con ben più di un milione di feriti, dei quali circa 150.000 gravi, per incidenti stradali. Qualcuno quando esce la mattina e prende l’automobile è terrorizzato e ad ogni curva pensa oddio potrei morire e magari per paura decide di rimanere a casa? non sarebbe sbagliata come idea perché in termini di probabilità è molto più facile morire o restare ferito gravemente per incidente stradale che morire per Coronavirus.

Non solo ma determinati gruppi sociali (i giovani tra i 19 ed i 25 anni, il futuro della nostra società) corrono il rischio di morire per incidenti stradali infinitamente superiore al rischio di morire per coronavirus. E noi cosa facciamo per proteggerli visti i dati sugli ultimi 20 anni, li teniamo a casa impedendogli di prendere l’automobile o il motorino? No, per il loro benessere (se volete qualità della vita/abitudini/relazioni sociali) accettiamo consapevolmente il rischio per non cambiare le nostre e le loro abitudini. Piaccia o non piaccia è così.

E queste sono nostre scelte individuali che possiamo cambiare in un qualunque momento, ma lo Stato… che cosa fa? Paragonato al coronavirus niente, al massimo le multe, così ci guadagna pure, e qualche sospensione della patente e poi un po’ di chiacchiere, studi e ricerche senza esiti evidenti, lo dimostrano i dati almeno degli ultimi 20 anni.

Perché a dispetto dei dati la percezione diffusa e immotivata è che il rischio Coronavirus sia enormemente superiore al rischio incidente stradale, che tra l’altro ha una sua forma di contagiosità visto che per ogni 10 conducenti morti ci sono altri 5 morti tra passeggeri e pedoni, e cosa si potrebbe fare se fossimo conseguenziali rispetto alle iniziative del Coronavirus? Qualche iniziativa:

  • Elevare l’età della patente a 25 anni (provvedimento ampiamente motivato dati alla mano)

  • Limitare elettronicamente in fabbrica la velocità massima a 130 km/h, in linea con quanto prevede il codice della strada, di tutti i veicoli..eh sì anche delle Ferrari, delle BMW, delle Bugatti etc..(provvedimento ampiamente motivato dati alla mano)

  • Velocità elettronicamente limitata in funzione della classificazione tecnica della strada in cui il veicolo sta circolando, in strade urbane ad esempio max. 50 km/h (basta un navigatore con GPS a bordo)

Tutto ciò perché non viene attuato né a nessuno passa per la mente di farlo? Fondamentalmente per due ragioni, la prima come detto riguarda la percezione del rischio, non abbiamo paura di morire per incidente stradale siamo abituati, la seconda la possiamo definire economica. Sarebbe un disastro economico in molti paesi come il nostro che hanno una parte rilevante dell’economia, privata e pubblica, che ruota attorno all’automobile (chi compra una Ferrari che va al massimo a 130 Km/h?) e allora ‘sti cazzi dei morti e dei feriti.

E arriviamo al titolo…e me la cavo con poche righe.

Ritengo che la comunicazione dominante degli effetti del Coronavirus abbia indotto ad adottare misure sproporzionate avendo valutato solo un bene fondamentale come la salute, ma senza una analisi di impatto complessiva delle misure stesse nella quale includere altri fattori tra i quali il benessere di tutti.

Le regole imposte con Decreto sono state applicate a tutto il territorio nazionale anche ad esempio in Calabria dove ci sono ad oggi 38 casi di Coronavirus e zero morti. La Regione con il più basso reddito pro capite d’Italia ha un PIL regionale che proviene per il 25/30% dal settore del commercio e turismo e con il 22% di presenze di stranieri. Manterrà questi dati e quali saranno le ripercussioni sulla vita dei Calabresi a causa della gestione attuata per l’emergenza, e di un’azione che appare più dettata dai comunicatori di Governo che dai tecnici consulenti del Governo stesso? Questa estate andranno in vacanza in Calabria i Tedeschi, i Francesi, i Russi, i Polacchi, gli Austriaci come gli altri anni?

Speriamo di non dover contare un numero di morti o persone dalla vita devastata economicamente e socialmente in numero superiore a quelli del Coronavirus, a causa di una gestione irrazionale di una emergenza, perché tra l’altro non se li cagherebbe nessuno.

AV

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