Dopo l’articolo pubblicato il 12 febbraio in merito ad alcune domande rivolte al primo cittadino di Lucca a proposito di un suo manufatto esistente all'interno della residenza dove abita, Mario Pardini ha convocato una conferenza stampa nella quale ha lamentato, da parte nostra nei suoi confronti, una violazione della privacy oltre ad errori di valutazione circa la piscina posta nell’area pertinenziale dell’abitazione di famiglia sostenendo, tra l’altro, che con il nostro scritto paventavamo un abuso edilizio, nonché l'aver fatto ricorso ad una talpa per reperire i dati di riferimento.
Il sindaco ha anche manifestato l’intenzione di ricorrere, per tutelare i propri diritti a suo dire violati, all’autorità giudiziaria, nonché all’ordine dei giornalisti con un eventuale esposto.
Anzitutto è necessario premettere che con il nostro articolo venivano chieste, in via del tutto sommessa, mere informazioni, come emerge con chiarezza dal terzultimo capoverso dell’articolo medesimo che, così, recita: “Inoltre, sicuramente per nostro demerito, non abbiamo trovato né un riscontro edilizio, né ambientale, né fiscale anche per la piscina, nonché per le altre opere di arredo poste in vicinanza”, nulla di ciò che il sindaco ci attribuisce con toni percepibilmente minacciosi.
E’, pertanto, necessario precisare:
1. Mario Pardini ha parlato in una conferenza stampa erga omnes, di foto della sua abitazione, frase per noi poco puntuale, poiché si tratta esclusivamente di riprese aeree dove compare anche la proprietà della sua famiglia. Quelle immagini sono tratte anche dalla Cartoteca della Regione Toscana, accessibile a chiunque. Per cui per tale operazione non c’è bisogno di talpe, poiché trattasi di un sito istituzionale. Per maggior comprensione della questione, in calce al presente scritto aggiungeremo anche le ortofoto dell’anno 1997, 2000, 2005 e quelle del sito web del Google Heart degli anni 2003, 2007 e 2024;
2. A riguardo dell’indirizzo della sua abitazione citato nell’articolo, a nostro avviso non può essere inteso quale violazione della privacy, in quanto qualunque persona si presenti all’ufficio comunale preposto, con una marca da bollo e paghi i diritti amministrativi, facendo specifica richiesta, può ottenere l’indirizzo di qualunque cittadino che risiede nel comune. Precisiamo che l’Anagrafe Comunale è pubblica e Lei in funzione dell’impiego lo dovrebbe sapere.
Il sindaco di Lucca ha dichiarato che con una istanza inoltrata all’amministrazione comunale nell’anno 1984, attraverso la quale si domandava la sanatoria per alcuni abusi edilizi realizzati all’interno della proprietà di famiglia, quest'ultima ha ottenuto giusta conclusione nell’anno 2003.
Elementi questi, ha aggiunto, tratti da una relazione fornitagli dal tecnico di fiducia.
Orbene, la legge che disciplina le norme in materia di controllo dell'attività urbanistico-edilizia, sanzioni, recupero e sanatoria delle opere edilizie, è la n° 47 del 28 febbraio 1985, difficile pensare che l’istanza in parola fosse stata presentata prima della promulgazione delle normativa di cui si parla.
In assoluta buona fede avevamo consultato il sito comunale dell’Edilizia Privata cercando una autorizzazione che riguardasse la costruzione di una piscina, non pensando minimamente che il manufatto potesse discendere da un abuso edilizio sanato, poi, con un condono.
E’ per questo motivo che dopo la conferenza stampa a seguito dell'articolo apparso sulla Gazzetta di Lucca, siamo tornati a verificare le informazioni sul sito d’interesse.
Abbiamo, così, rilevato che l’unica istanza di condono che direttamente o indirettamente la riguarda è la n° 39807 del 27 settembre 1986, conclusasi attraverso il rilascio della concessione edilizia in sanatoria n° C1917 del 3 ottobre 2003.
Nel sito in parola, in entrambe le situazioni su descritte, non viene indicato l’oggetto della sanatoria. Per chi legge è quindi impossibile rinvenire cosa tratti l’atto in questione. Dal fatto discende che la presunta talpa non ha sbagliato nulla, semmai è il sito comunale che dovrebbe essere corretto, in modo da consentire a chi legge, di capire cosa trattino le concessioni edilizie in sanatoria rilasciate. Circostanza di cui il sindaco, quale capo dell’amministrazione, si dovrebbe occupare.
Per tutelare, quindi, anche la posizione del sindaco e a garanzia di tutti, abbiamo inteso approfondire la nostra indagine, interrogando appropriati siti istituzionali quali quelli indicati precedentemente, oltre a quello dell’Agenzia del Territorio.
Tale verifica evidenzia con chiarezza, che la piscina d’interesse, è rilevabile con chiarezza proprio dall’anno 2003 in poi. In più abbiamo messo in sequenza le immagini fotografiche del 1988, di due anni successiva alla presentazione dell’istanza di sanatoria e quella attuale. Nella prima è visibile una “macchia di alberi” e una apparente modesta radura, immagine poco precisa dipendente probabilmente dalla qualità della stessa, nella seconda distintamente una piscina e delle opere pertinenziali.
E’ in forza di questa situazione che ci si pone la domanda se la piscina oggetto di sanatoria edilizia del 1986 è la stessa di quella visibile con l’attuale foto.
In aggiunta a tutto questo, come del resto abbiamo precedentemente domandato, ci piacerebbe anche che qualcuno, all'interno della struttura comunale, ci facesse conoscere lo stato edile urbanistico delle scuole comunali, più precisamente, se lo stato di fatto trova riscontro negli atti edilizi autorizzati cosa di cui dubitiamo.
Nel caso il signor Pardini dovesse convocare nuovamente una conferenza stampa, essendo l'ultima volta impossibilitati perché fuori regione, ci impegniamo ad essere presenti.
